Nuovo e duro attacco ai videogiochi, questa volta dalle parole del Presidente del Brasile Lula, rieletto all’inizio dell’anno.
Il presidente Luiz Inácio Lula da Silva, riporta Exputer, ha recentemente preso parte a una conferenza stampa. La conferenza originale dura più di 2 ore, ma una sezione in particolare ha attirato l’attenzione di molti ascoltatori: quella riguardante un feroce attacco ai videogiochi.
Nel corso del suo intervento, Lula infatti ha definito i videogiochi “schifezze” poiché insegnano solo ai bambini come uccidere. Questo è stato seguito da un commento aggiuntivo in cui Lula ha affermato: “Non c’è gioco, non c’è gioco che parli d’amore. Non c’è gioco che parli di educazione”.
Ecco la dichiarazione originale:
Prendi il gioco di un bambino, di mio figlio, del figlio di ciascuno di voi. Mio nipote, il nipote di ognuno di voi (…) dubito che ci sia un bambino di 8, 9, 10, 12 anni, che non è abituato a passare molto tempo a giocare a queste sciocchezze. Quando mio figlio ha 4 anni e piange, cosa faccio per lui? Gli do subito un tablet con cui giocare. Non c’è gioco, non c’è gioco che parli d’amore. Non c’è gioco che parli di educazione. Ci sono solo giochi che insegnano ai bambini a uccidere.
Certamente la violenza nei videogiochi non è assente, ma il presidente Lula è caduto nel tremendo errore di generalizzare eccessivamente la categoria. Accanto a titoli come Call of Duty o Battlefield, che si pongono come obiettivo quello di replicare l’esperienza della guerra, esistono numerosi altri videogiochi che non hanno ha che fare con la violenza, e anzi comunicano importantissimi messaggi.
Tra gli esempi più recenti di queste opere troviamo It Takes Two, Unpacking e Dredge, ma andando indietro nel tempo troviamo anche apprezzatissimi titoli come Journey.
Allo stesso modo, in tante opere la violenza viene utilizzata solo come mezzo per raccontare esperienze e storie intense, basti pensare a The Last of Us che proprio su questi temi costruisce la sua stessa essenza.
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