Il piano di Microsoft è ormai chiaro. Non è più un segreto il fatto che il colosso di Redmond abbia deciso di virare sempre più verso l’ottica multipiattaforma, in modo da coinvolgere il maggior numero di utenti al fine di monetizzare diverse IP precedentemente catalogate come esclusive Xbox e PC.
Come sappiamo questo processo ha avuto origine lo scorso anno, portando su PlayStation e Nintendo Switch titoli come Hi-Fi Rush, Pentiment, Sea of Thieves e Grounded. Non sorprende quindi che il 2025 della multinazionale americana voglia ricalcare ulteriormente tale concetto, mettendo come capofila un’icona che ha raggiunto un successo enorme nella sua prima pubblicazione, datata 9 dicembre 2024: Indiana Jones e l’Antico Cerchio (qui la nostra recensione).
L’opera di MachineGames e Bethesda è stata infatti capace di catalizzare un numero enorme di appassionati, proponendo un’avventura coinvolgente ed appagante, alla pari delle controparti cinematografiche interpretate dal sempreverde Harrison Ford.
Sarà quindi riuscita la missione dell’archeologo anche sulla piattaforma targata Sony? Scopriamolo insieme nella nostra analisi.
Versione provata: PlayStation 5 Pro
Cappello e frusta
Come in ogni grande avventura firmata Indy, anche stavolta archeologia, leggende millenarie, e quel consueto tocco di religione e spiritualità si fondono in un intreccio che profuma di mistero e di epica. Il punto di partenza? Una caccia al tesoro. O meglio, una sequenza di eventi all’apparenza scollegati che, lentamente, rivelano un disegno più grande.
Dopo un prologo che funge da tutorial (e che omaggia con eleganza le origini della saga), la storia si sposta nel “presente” che in questo caso è collocato nel 1937. Henry Walton Jones Jr., meglio conosciuto come Indiana Jones, insegna al Marshall College accanto al fidato collega Marcus Brody. Ma quest’ultimo nota subito qualcosa: Indy sembra provato, distante. L’archeologo ha da poco chiuso la tormentata relazione con Marion Ravenwood, e ora cerca rifugio nel lavoro, nel tentativo di riempire un vuoto più profondo.
È proprio durante una notte tempestosa che tutto cambia. Qualcuno si introduce nel college, diretto con precisione inquietante verso la sezione dedicata all’Antico Egitto. Ma non è un ladro qualsiasi: è un colosso, un vero gigante, che mette fuori gioco lo storico e scompare con una statua felina apparentemente irrilevante.
Da qui, tutto prende la piega che ci si aspetta da una storia di Indiana Jones. Zaino pronto, cappello in testa, frusta al fianco, il nostro eroe parte alla volta della sua nuova destinazione. Ma non l’Egitto, come ci si potrebbe aspettare. Bensì… il Vaticano. Un luogo che, almeno in apparenza, ha ben poco a che fare con manufatti egizi.
Tuttavia, quando si parla di misteri, poteri occulti e artefatti leggendari, gli storici nemici di Indy (fascisti e nazisti) non possono di certo rimanere in disparte. Tale coinvolgimento suggerisce ben presto come il noto studioso sia finito in una rete ben più pericolosa del solito, e ciò lo porterà naturalmente a visitare i più remoti angoli della Terra per sventare l’ennesima minaccia rappresentata dai seguaci del Führer.
Diario, ingegno…e pugni all’occorrenza
Con Indiana Jones e l’Antico Cerchio, MachineGames firma un’opera in prima persona che si colloca perfettamente all’interno dell’action-adventure, anche se con componenti puzzle e stealth ben integrate, date appunto le note caratteristiche del personaggio. Indy non è infatti un eroe salterino ed acrobatico, bensì un investigatore del passato, con una particolare inclinazione (involontaria) per l’occulto.
La struttura del gioco è quindi costituita da zone aperte ambientate in diverse parti del mondo, all’interno delle quali si svolgono molteplici vicende, siano esse principali o secondarie. Nelle prime viene dato ampio spazio alla superba narrazione, capace di coinvolgere e spingere l’utente a proseguire per conoscere i successivi passi da effettuare. Le quest facoltative danno invece accesso a zone originariamente precluse, incentivando una certosina esplorazione degli ambienti, così da recuperare importanti oggetti e risorse.
L’Antico Cerchio presenta quindi un gameplay poliedrico, che regala soddisfazioni sia a chi cerca l’adrenalina e sia a chi ama prendersi il tempo per esplorare, ragionare e calarsi nel ruolo dell’archeologo.
Una delle caratteristiche più riuscite del titolo è di conseguenza la struttura delle missioni, suddivise in quattro principali categorie monitorabili costantemente attraverso il comodo diario. Questo non è un semplice strumento di consultazione, ma un autentico compagno di viaggio. Oltre a fungere da mappa interattiva, il taccuino raccoglie indizi, annotazioni e intuizioni che permettono all’utente di trarre nuove conclusioni, individuare punti d’interesse o pianificare l’infiltrazione in una base nemica.
Tornando all’offerta proposta, il cuore dell’esperienza è naturalmente rappresentato dalle spedizioni dell’Avventura, le quali guidano il giocatore lungo la trama principale (della durata di circa 15-20 ore).
Le Attività sul Campo invece, all’apparenza di minor interesse, si rivelano strettamente legate alla storia. Queste sono collegate da un filo conduttore sottile ma coerente, che arricchisce la lore e aggiunge profondità all’intero canovaccio narrativo.
Non mancano poi le Scoperte, perfette per gli esploratori più curiosi: si tratta di attività opzionali che comprendono il recupero di collezionabili o la visita a luoghi degni di nota. Infine, i Misteri: enigmi ambientali e richieste particolari che aggiungono un tocco di sfida e stimolano l’ingegno. Da segnalare che, per i meno pazienti, MachineGames ha inserito una serie di opzioni dedicate all’accessibilità, capaci di modificare la complessità delle lotte e dei puzzle in modo da rendere questi aspetti affrontabili da chiunque.
Sebbene sia sempre possibile affidarsi alla forza bruta, non è certo la strada più coerente con lo spirito del gioco. Le fasi action risultano piuttosto basilari, nonostante l’introduzione di alcune abilità specifiche. Interessante, in questo senso, la possibilità per Indiana di acquisire competenze leggendo libri e opuscoli sparsi nelle varie location: una trovata che incentiva l’esplorazione e rafforza il senso di progressione senza compromettere il realismo dell’esperienza. Impugnare una pistola o un fucile porta infatti spesso a sequenze che sembrano forzate ed in contrasto con la natura stessa del personaggio. Gli scontri corpo a corpo si ritagliano invece uno spazio più appagante, a maggior ragione sulla console ammiraglia Sony (nonostante permangano i problemi di intelligenza artificiale avversaria, che talvolta sembra smarrirsi completamente).
Il passato ed il presente tra le mani
L’arrivo su PlayStation 5 dell’opera Bethesda, le consente ovviamente di godere di diverse caratteristiche al momento uniche della piattaforma giapponese. La cosa che balza subito all’occhio, anzi, alle mani, è la totale sinergia con il DualSense.
Indiana Jones e l’Antico Cerchio porta con sé difatti la piena compatibilità con l’apprezzato dispositivo di Tokyo, il quale garantisce agli utenti un’immersione nell’azione senza precedenti. I grilletti adattivi rispondono ad ogni attacco di Indy, sia esso a mani nude, con un corpo contundente oppure con un’arma da fuoco. Allo stesso tempo, anche le arrampicate e le fasi esplorative beneficiano di tale funzione, così come del feedback aptico, in grado di restituire fedelmente le vicende mostrate a schermo direttamente sulle dita del fruitore. Come se non bastasse, il DualSense cambierà il proprio colore in base alle varie situazioni: giallo fisso in caso di combattimento, lampeggiante in caso di ricerca nemica e rosso quando la salute sarà a livelli critici.
Un altro importante aspetto riguarda l’ottimizzazione per PlayStation 5 Pro. L’impegno profuso da MachineGames per la console di punta nipponica permette al codice di gioco di viaggiare ad un frame rate granitico di 60 frame al secondo, con una risoluzione grafica nativa a 4K con Ray-Tracing capace di esaltare ancora di più lo strepitoso lavoro svolto dalla casa svedese, soprattutto sulle animazioni facciali e nel comparto illuminazione. Al contempo, i miglioramenti apportati per sfruttare al massimo l’SSD della piattaforma regalano caricamenti fulminei in ogni situazione.
Dal punto di vista tecnico quindi nulla da segnalare, se non qualche sporadico glitch grafico che con molta probabilità sarà prontamente risolto con l’ormai canonica (ed annunciata) patch a ridosso del lancio ufficiale.
Ringraziamo Bethesda Italia per il codice review fornitoci.

Riassunto
Riassunto
Indiana Jones e l'Antico Cerchio approda su PlayStation 5 in forma strabiliante. La produzione MachineGames e Bethesda cristallizza ulteriormente la propria posizione, proponendo al pubblico Sony un'avventura coinvolgente e densa di contenuti, sfruttando appieno le potenzialità dell'ammiraglia casalinga giapponese. Per parafrasare una storica frase di Indy: "Questo gioco dovrebbe stare su ogni PS5".
Pro
Ambientazioni strepitose e fotorealistiche Il DualSense arricchisce ulteriormente l'interazione Buona ottimizzazione su PS5 ProContro
Come su Xbox e PC, l'IA non è sempre brillante- Valutazione9
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