Tra pochi giorni, a partire precisamente dal 31 marzo, si compirà un fatto a dir poco eccezionale e che ha pochi eguali nella Storia. Con l’uscita di Kingdom Hearts HD 1.5 + 2.5 ReMIX, infatti, l’intera epopea di Square-Enix e Disney sarà disponibile su un solo hardware, PlayStation 4 per la precisione. Risorta dalle tenebre nelle quali era piombata negli anni pre-PS4, la serie si appresta a concludere un tortuoso cammino con un attesissimo terzo capitolo che, si spera, vedrà la luce nel 2018. Tetsuya Nomura permettendo.
Checché ne dicano i vari detrattori, Kingdom Hearts rappresenta già un cult per il mondo dei videogiochi, un fenomeno di massa che negli ultimi 2/3 anni ha riacquistato un appeal mostruoso nei cuori di tanti giocatori. Questo probabilmente in seguito all’annuncio di Kingdom Hearts III all’E3 2013, quando a sorpresa il director Nomura fece piangere milioni di fan in tutto il mondo mostrando per la prima volta un Sora mosso dal Luminous Engine (motore poi abbandonato in favore dell’Unreal Engine 4) contro una quantità spropositata di Shadow a Twilight Town. Poesia, per gli occhi di tutti, semplicemente poesia. Pre-order aperti per date ignote, hype smisurato e tutto sembra tornato come nel 2007: fiducia incondizionata (o quasi) in Square-Enix e nella serie.
Eppure, i momenti bui non sono mancati, e il colosso giapponese (insieme a Nomura) ci ha messo del suo per far piombare nell’oblio Kingdom Hearts insieme a tanti altri prodotti legati alla casa. In effetti la generazione passata, quella di PlayStation 3 e Xbox 360 tanto per essere chiari, è stata un mezzo disastro per l’immagine di Square-Enix, rimasta fossilizzata sul mal supportato (e sopportato) franchise di Final Fantasy XIII e su progetti secondari, tralasciando anche altre serie ormai considerate secondarie come Dragon Quest e, appunto, Kingdom Hearts. Entrambi i brand, infatti, in quel periodo furono confinati alle console portatili e a massimizzare il rendimento con il minimo sforzo, facendo andare su tutte le furie i giocatori. Dragon Quest IX, ad esempio, pubblicato su Nintendo DS fortunatamente anche in Europa (destino che non è toccato al decimo capitolo MMORPG), fece discutere. Per quale motivo una decisione tanto particolare, dopo un successo planetario e senza precedenti, per la serie, dell’ottavo capitolo?
Allo stesso modo, Kingdom Hearts venne relegata ad un piano assolutamente secondario dei piani aziendali della società. Nomura, director che aveva curato fino al 2005 Kingdom Hearts, lo spin-off Chain of Memories (più il suo remake) e il secondo capitolo, era impegnato su Final Fantasy Versus XIII che lui stesso aveva deciso di impostare in chiave action così come la serie da lui creata (appunto, Kingdom Hearts). Un progetto che succhiò via tutta l’energia vitale di Nomura, a quanto pare, che in più occasioni delegò gli spin-off portatili della serie Disney/Square-Enix a suoi uomini di fiducia come Hajime Tabata e occupandosi principalmente della storia. Una storia che, nel frattempo, diveniva sempre più contorta e intricata, a discapito di tutti coloro che ancora davano fiducia ad un prodotto dal potenziale immenso.
Proprio questo è stato un altro dei grandi problemi della serie. Oltre ad essere scomparsa per un po’ troppo tempo dai radar nonostante dei prodotti di ottima fattura (Kingdom Hearts 3D nel nostro Paese era ad esempio quasi sconosciuto fino a pochi mesi fa prima del suo arrivo su PS4) ma che hanno goduto di una visibilità ridotta, la saga è stata maltrattata a più riprese. Tralasciando per un momento le varie rimasterizzazioni su PS3 e PS4 dal 2013 in poi, ripensate per un attimo a tutti i titoli della serie e al loro hardware originario di appartenenza:
- Kingdom Hearts (PlayStation 2)
- Kingdom Hearts: Chain of Memories (GameBoy Advance)
- Kingdom Hearts II (PlayStation 2)
- Kingdom Hearts coded (telefoni cellulari)
- Kingdom Hearts: 358/2 Days (Nintendo DS)
- Kingdom Hearts: Birth by Sleep (PlayStation Portable)
- Kingdom Hearts 3D: Dream Drop Distance (Nintendo 3DS)
- Kingdom Hearts χ (browser game per PC)
8 titoli spalmati sulla bellezza di 7 hardware, e ognuno di essi, chi più e chi meno, portava avanti una trama che con prequel, spin-off, altri prequel, pre-sequel e così via, è diventata a tratti incomprensibile e con enigmi ancora oggi irrisolti. Questo anche grazie a cliché come i viaggi nel tempo che non hanno sicuramente aiutato a fare chiarezza, tanto per dirne una.
Dopo una narrazione abbastanza lineare e senza grandi stravolgimenti nel primissimo titolo, infatti, Nomura ampliò a dismisura la quantità di personaggi e il background storico della serie, cosa che continua ancora oggi come dimostra il sempre più prossimo aggiornamento della sua app Kingdom Hearts: Unchained χ del quale vi abbiamo parlato nei giorni scorsi. Ventus a colloquio con personaggi belli che morti e sepolti, in un luogo perduto e all’interno di una storia ambientata 1000 anni prima dei fatti che conosciamo? Follia, pura follia. Ma in fondo, i trip mentali fanno parte proprio della serie, e con alti e bassi hanno sempre reso magico, oscuro e particolare l’universo sconfinato di Kingdom Hearts.
La reunion della serie su PlayStation 4 sembra però sulla giusta strada per far tornare in pieno vigore Kingdom Hearts. Dopo gli anni bui e con poche soddisfazioni per i tanti fan in giro per il mondo, Square-Enix è sempre più vicina a riempire di luce i nostri appassionati cuori con quel gioco tanto atteso. Se ci pensate, è una curiosa analogia con quello che abbiamo visto da pochi mesi in Kingdom Hearts 0.2 Birh by Sleep – A fragmentary passage. Dopo anni e anni passati nel regno dell’oscurità, la Maestra Aqua è alla disperata ricerca di un modo per tornare nel regno della Luce, cammino che viene funestato da una nuova incursione di Heartless che rallentano la sua fuoriuscita, rimandata evidentemente al terzo capitolo. La ragazza è ancora lì, nell’ombra, che aspetta il nostro salvataggio. Proprio come noi, che attendiamo silenziosi (ma neanche troppo) di scoprire come andrà a finire il tutto.
Un traguardo al quale nessuno di noi vuole mancare. Nella speranza ovviamente che anni di sforzi e di agognante attesa siano valsi la pena. D’altronde…
Più ti avvicini alla Luce, più grande diventa la tua ombra.
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