Koira | Recensione

L’industria dei videogiochi ha la possibilità di rappresentare fondamentalmente qualsiasi cosa. Questa è una virtù che le consente, a tutti gli effetti, di essere considerata come una vera e propria forma d’arte, capace di trasmettere emozioni e stimoli in molteplici modi, grazie all’uso della creatività di coloro che vi dedicano del tempo. L’intrattenimento videoludico spesso è infatti visto solo come un ammasso di prodotti in cui si spara, si calcia un pallone e si corre con una monoposto che, per quanto siano ambiti assolutamente onorevoli, tendono a liofilizzare un po’ troppo il settore che tutti noi amiamo.

Molti studi di sviluppo (spesso indipendenti) hanno difatti da anni abbracciato una filosofia più leggera, ma assolutamente non meno profonda, creando titoli che mirano unicamente a coinvolgere emotivamente l’utente, lasciando un messaggio semplice ed allo stesso tempo forte, indelebile. Uno di questi team risponde al nome di Studio Tolima che, con la sinergia di Don’t Nod, ha lavorato negli ultimi mesi a Koira, un’esperienza narrativa che pone l’accento su tematiche importanti come la solitudine e l’amicizia e lo fa in un modo molto diretto ed al contempo particolare.

Sarà quindi riuscita questa opera ad arrivare a bersaglio? Scopriamolo insieme nella nostra recensione!

Versione provata: PlayStation 5

Soli, ma uniti

Koira inizia direttamente senza presentare alcun menù principale, proprio nel segno della totale immersività. L’avventura vede il suo incipit all’interno di una foresta avvolta nell’oscurità. Il protagonista si risveglia dopo un periodo di tempo indefinito, scoprendosi trasformato in una statua, senza alcun ricordo del perché o di come ciò sia accaduto. Dopo essersi liberato, l’alter ego digitale esplora l’ambiente circostante, reso inquietante dalle zone d’ombra inaccessibili che sembrano imporsi come barriere naturali.

A seguito di questa vicenda, l’utente scopre fin da subito che le azioni eseguibili sono unicamente due: camminare ed emettere suoni con la bocca. Proseguendo, si fa quindi la conoscenza di un simpatico animaletto che, nemmeno a dirlo, è capace di aiutare la figura a proseguire nel percorso di ritorno a casa, fungendo al contempo da compagno ed amico. I due quindi si imbarcano nell’impresa affrontando sfide ambientali, ma anche pericolosi cacciatori, che hanno disseminato il luogo naturale di trappole ed altre insidie per la fauna.

Quando le parole non servono

Probabilmente si è già capito, ma qualora non fosse chiaro, in Koira non vi sono dialoghi. Tutto il canovaccio narrativo ed il gameplay sono interamente dedicati alla visione della situazione ed al completamento di piccoli puzzle incentrati sul recupero di note musicali dorate, indispensabili per aprire il percorso.

Durante la missione, che comunque dura poche ore, si visiteranno diversi ambienti boschivi e montani, all’interno dei quali gli sviluppatori hanno inserito molteplici oggetti interattivi, alcuni dei quali unicamente con lo scopo di favorire una crescita di legame tra la coppia. Da rametti utili per far giocare l’animaletto, a delle succose mele per nutrirlo, fino ad arrivare a palle di neve da poter lanciare, il tutto punta a trasmettere la volontà dei due protagonisti di avere un rapporto sempre più profondo di amicizia, nato appunto dalla solitudine che fino a poco tempo prima albergava nei loro cuori.

Tale crescita emotiva è stata studiata ad-hoc dai ragazzi di Studio Tolima, i quali hanno sapientemente costruito delle vicende di trama che riescono a colpire con forza le emozioni del giocatore. Nulla di trascendentale ovviamente, ma coloro che non hanno un cuore di pietra riusciranno sicuramente ad empatizzare con quanto trasmesso a schermo, soprattutto in alcune sezioni più profonde.

Tornando invece alla componente puzzle, Koira non presenta rompicapi da mal di testa, ma è lapalissiano come lo scopo del team di Bruxelles non sia affatto quello di far scervellare l’utente, quanto di consentirgli di progredire apprendendo mano a mano le meccaniche sonore del titolo (visti anche i pochi comandi da poter utilizzare). Purtroppo questo approccio presta il fianco ad un’aridità di varietà dopo poco tempo, che tuttavia è compensata dalla longevità, opportunamente bilanciata per l’esperienza.

Con arte e parte

Solo guardando una semplice illustrazione del gioco, si intuisce come i vari disegni siano stati completamente realizzati a mano da parte di Studio Tolima. Le ambientazioni e tutto ciò al cui interno prende vita gode di uno spessore estetico accattivante ed azzeccato, garantendo al contempo un’immersività mentale assoluta.

In egual misura, la componente audio riveste qui un ruolo centrale, come abbiamo detto poco sopra. Dagli effetti sonori alle dolci melodie e note rilasciate dai protagonisti, il tutto è centellinato in maniera sublime, confezionando un prodotto di carattere capace di coinvolgere completamente l’utente (soprattutto se fruito con un buon headset).

Considerata poi la semplicità delle figure a schermo, si comporta bene anche il reparto tecnico, in grado di gestire perfettamente la dinamica di gioco senza alcun problema di fluidità o tanto meno di programmazione, vista la pulizia del codice.

Ringraziamo Don’t Nod per il codice review fornitoci.

7.8
Riassunto
Riassunto

Koira è un titolo che merita di essere giocato da tutti coloro che ricercano un'esperienza rilassante, ma al contempo capace di far riflettere ed emozionare. Nonostante infatti l'apparente semplicità, la produzione di Studio Tolima riesce nel sempre più complesso compito di offrire qualcosa di nuovo, qualcosa che vale la pena vivere.

Pro
Grazioso nell'estetica e nel suono Una perla indie che propone qualcosa di differente
Contro
Meccaniche forse eccessivamente semplici
  • Valutazione7.8
Scritto da
Lorenzo Bologna

Appassionato di tutto ciò che concerne il mondo videoludico, sono un inguaribile amante dei titoli horror e un accumulatore compulsivo di trofei (meglio se di platino). Avvicinato al medium grazie a mamma Nintendo e papà Crash Bandicoot.

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