Home Videogiochi Recensioni Kunitsu-Gami: Path of the Goddess | Recensione

Kunitsu-Gami: Path of the Goddess | Recensione

Negli ultimi anni Capcom ha deciso di perseguire una via fortemente votata alla qualità delle produzioni, è assolutamente innegabile. Sono ormai distanti infatti gli anni degli scivoloni e dei progetti approssimativi, che possono di fatto essere catalogati come il proverbiale “male necessario” che ha portato la casa di Osaka a riflettere profondamente sulla propria ragion d’essere. Tale evoluzione si è ben presto tramutata in successo, sia dal punto di vista di apprezzamento da parte della critica e sia naturalmente dal lato economico, portando l’azienda a divenire una delle realtà più virtuose dell’industria videoludica.

Molto probabilmente consapevole di questa collocazione commerciale, Capcom ha scelto recentemente di approfondire una via che non tutti possono permettersi (a meno che non siano costretti), ossia quella dello sperimentare. Questo percorso ha portato la software house giapponese a presentare durante l’Xbox Games Showcase di giugno 2023 Kunitsu-Gami: Path of the Goddess, un titolo che fin da subito ha lasciato incuriositi i giocatori, data la sua natura misteriosa e difficile da decifrare. Sarà quindi riuscita Division 1 (branca interna responsabile dello sviluppo di Resident Evil e Devil May Cry) a sfornare l’ennesimo capolavoro? Vediamolo insieme.

Versione provata: PlayStation 5

La Dea della collina

Non sono certo mancate in questi ultimi anni le opere ispirate alla cultura orientale, sia dal punto di vista artistico che da quello relativo alla trama. In merito a questo ultimo aspetto, Kunitsu-Gami: Path of the Goddess cerca di proporre un canovaccio narrativo fortemente ispirato al folklore nipponico. Il tutto è ambientato su una montagna che, a seguito dell’avidità della popolazione, ha sviluppato una vera e propria corruzione, dando libero sfogo a mostri capaci di soggiogare tutti gli esseri viventi del luogo.

Per cercare di risolvere la situazione, la sacerdotessa Yoshiro si reca sulla sommità del rilievo ma scopre ben presto di non potere nulla contro la malvagità che vi alberga. In un tentativo disperato, la donna evoca a sua difesa Soh, un abile spadaccino che riesce a portarla in salvo. Il combattente, ossia il protagonista dell’avventura, vede quindi come propria missione quella di difendere Yoshiro ed aiutarla a recuperare le 11 maschere della montagna, in modo da poter debellare definitivamente la minaccia della corruzione.

Attraverso infatti una vera e propria scalata verso la cima, il titolo Capcom richiede quindi al giocatore di purificare mano a mano i vari villaggi presenti nel monte, in modo da liberare la popolazione ed incrementare la potenza della coppia, così da riportare la serenità. Un incipit quindi buono ma non certo memorabile, che sembra quasi unicamente voler dare una motivazione per le gesta da compiere nelle circa venti ore necessarie per raggiungere i titoli di coda.

Azione strategica difensiva

Come avrete probabilmente inteso dalla prefazione, Kunitsu-Gami: Path of the Goddess si distingue dai videogiochi convenzionali, e lo fa grazie ad una ben studiata alchimia tra generi. La nuova fatica della casa di Osaka presenta difatti nel proprio gameplay elementi action, strategici e da tower defense, che generano un’esperienza pressoché inedita all’interno dell’industria.

Le missioni di purificazione (ossia le principali, bossfight a parte) vengono divise in due segmenti principali: il giorno e la notte. Durante la fase luminosa il giocatore è chiamato a raccogliere risorse e a liberare i vari abitanti presenti all’interno del livello, in modo da poterli poi schierare sul campo di combattimento. Ai popolani potranno essere assegnate diverse “classi” che, al costo di specifici cristalli, garantiranno loro specifiche abilità, come ad esempio un potente attacco fisico, la possibilità di scoccare frecce, il lancio di magie, ecc… La sezione diurna è quindi propedeutica ad una preparazione strategica degli alleati, in modo da essere pronti al meglio per affrontare le tenebre.

Nella fase notturna infatti, la corruzione genererà dal Portale Torii un’imponente orda di mostri, che punterà irrimediabilmente Yoshiro. Lo scopo della missione è quello di mantenere la sacerdotessa incolume e consentirle di raggiungere il portale nel più breve tempo possibile, in modo che possa purificarlo. In questo particolare frangente entra in gioco la componente strategica di Kunitsu-Gami: a seconda della situazione, sarò necessario posizionare al meglio i vari abitanti liberati, assegnando loro la migliore specializzazione possibile per poter controbattere ai vari tipi di avversari presenti. Chi non ha esperienza con produzioni del genere, dovrà di conseguenza abituarsi alla gestione dei comandi e delle interazioni da compiere per muovere ogni singolo elemento della mappa, che ad un primo momento possono risultare pesanti e non del tutto comode.

Naturalmente il protagonista riveste un ruolo determinante anche dal lato del combattimento, vista l’abilità con la katana che, pur avendo fondamentalmente un attacco leggero ed uno “danzante”, è capace di combo in grado di sbaragliare decine di nemici in pochissimi secondi.

Vista l’enorme potenzialità e profondità che il gameplay può assumere, Capcom ha scelto saggiamente di introdurre mano a mano le novità durante la campagna, in modo da consentire all’utente di metabolizzare al meglio quanto già presentato. Tale caratteristica rappresenta un vero e proprio toccasana per i neofiti dei giochi strategici, visto che verso la fine dell’avventura saranno parecchie le meccaniche che andranno a popolare i livelli (in alcuni serviranno addirittura 6 cicli giorno-notte per portare la Sacerdotessa al Portale Torii da purificare).

Vien quindi da sé che tra le svariate classi da assegnare, le nuove feature da apprendere e i diversi modificatori proposti in alcuni scenari (impossibilità di utilizzare Soh, aree buie, bivi, ecc…) Kunitsu-Gami si stratifica e si dirama ora dopo ora, evitando di fare sentire “a casa” il giocatore.

Ricostruire per migliorare

Qualora ciò non fosse ancora sufficiente, la casa di Osaka ha deciso di inserire dentro l’ultima fatica anche un ennesimo compito per i giocatori, atto a spezzare la tensione tra una purificazione ed una bossfight. Dopo aver infatti liberato un villaggio, sarà possibile ripararne i vari elementi utilizzando gli abitanti strappati alla maledizione.

Questa meccanica risulta rilevante al fine di ottenere importanti benefit e risorse, ma anche per poter visitare la tenda di Yoshiro, che consente di personalizzare e migliorare l’inventario dello spadaccino. Grazie alla sacerdotessa si sarà in grado di impostare mosse speciali speciali per Soh, equipaggiare i numerosi talismani Mazo capaci di fornire bonus passivi utili per il campo di battaglia e aumentare il livello delle varie classi per gli abitanti.

Il tasso di sfida di Kunitsu-Gami: Path of the Goddess appare quindi perfettamente bilanciato e, qualora non si riuscisse a superare un determinato scoglio, la possibilità di rifare i livelli già completati consentirà di accumulare le risorse necessarie utili ad incrementare ulteriormente la potenza del protagonista e degli alleati, così da poter affrontare in modo più coscienzioso la minaccia, che come dicevamo sopra è sempre pronta a manifestarsi in forme rinnovate.

Forme e colori attirano le gioie e non i dolori

Per quanto riguarda la componente artistica le immagini ed i trailer diramati da Capcom per il gioco parlano da soli. Lo sviluppatore giapponese non ha infatti voluto creare una resa grafica spacca mascella, ma ha optato ben più saggiamente su uno stile folkloristico nipponico che sprizza oriente e caratterizzazione da ogni pixel.

Dai protagonisti ai numerosi demoni presenti, ogni figurante di Kunitsu-Gami non solo è coerente con il mondo che lo circonda, ma lo ravviva in maniera sublime. Ad accompagnare il tutto vi sono poi le tracce audio e le varie urla dei mostri che consentono un’immersione pressoché totale, anche se in alcuni frangenti il volume di queste ultime non è parso particolarmente centrato, rischiando di far passare le melodie drammaticamente in secondo piano.

Tecnicamente parlando su PlayStation 5 l’avventura della casa di Osaka è impeccabile: i 60 frame al secondo sono garantiti durante ogni secondo di interazione, e le lacune di programmazione come bug o crash non sono affatto presenti nel codice del titolo.

Ringraziamo Plaion Italia per il codice review fornitoci.

8.5
Riassunto
Riassunto

Kunitsu-Gami: Path of the Goddess è la prova che la creatività e la libertà produttiva di un'azienda vincente non fa altro che aumentare tale status. L'ultima fatica della casa di Osaka è un'innovativa commistione di generi capace di appassionare e coinvolgere un'ampia fetta di pubblico, a maggior ragione gli appassionati di strategia e tattica, ma anche chi non è affatto avvezzo verso tali ambiti. La progressione e la difficoltà sono difatti calibrati alla perfezione, rendendo il titolo un must have, dato anche il prezzo abbordabile.

Pro
Un'inedita (e funzionale) commistione di generi Artisticamente sublime Curva di sfida ed apprendimento calibrata ad-hoc
Contro
Trama non così memorabile Musiche buone, ma non sempre ben equalizzate
  • Concept & Trama8
  • Gameplay8.5
  • Comparto Artistico8.5
  • Comparto Tecnico9
Scritto da
Lorenzo Bologna

Appassionato di tutto ciò che concerne il mondo videoludico, sono un inguaribile amante dei titoli horror e un accumulatore compulsivo di trofei (meglio se di platino). Avvicinato al medium grazie a mamma Nintendo e papà Crash Bandicoot.

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