Home Videogiochi News La fine dell’era dei blockbuster? Techland e la tendenza verso giochi più snelli

La fine dell’era dei blockbuster? Techland e la tendenza verso giochi più snelli

Durante la Gamescom, Techland ha catalizzato l’attenzione con il debutto del primo trailer di Dying Light: The Beast nell’ambito della Opening Night Live. Questo annuncio rappresenta un punto di svolta significativo per il franchise Dying Light, delineando una nuova rotta per il futuro dell’industria videoludica, come spiegato da Tymon Smektała, direttore della serie.

In una intervista rilasciata a GamesIndustry.biz e successivamente a Insider Gaming, Smektała ha condiviso la sua visione di un futuro in cui gli sviluppatori si concentreranno sempre più su giochi di durata più breve, da affiancare o addirittura sostituire ai costosi e complessi blockbuster. Questa tendenza emerge da una doppia esigenza: da un lato, i giocatori trovano sempre più difficile completare titoli che richiedono 50-100 ore di gioco; dall’altro, per gli sviluppatori, realizzare progetti più contenuti comporta una significativa riduzione dei rischi e dei costi di produzione.

Smektała ha rivelato che Dying Light: The Beast era inizialmente previsto come un DLC di Dying Light 2, ma un inaspettato furto di dati ha costretto lo studio a rivedere i propri piani:

Sapevamo che i nostri giocatori più affezionati, quelli che sarebbero stati maggiormente interessati, avrebbero probabilmente visto il leak, quindi il gioco per loro sarebbe stato rovinato.

Questa circostanza ha spinto Techland a trasformare il DLC in un gioco standalone, capace di offrire una esperienza autonoma e nuova, pur mantenendo il legame con la serie principale.

Anche se Dying Light: The Beast non sarà considerato un vero e proprio sequel né un semplice spin-off, rappresenterà una nuova avventura che arricchirà ulteriormente la mitologia della serie. Il gioco risponderà a molte domande irrisolte, rendendo il franchise accessibile anche a chi non ha giocato a Dying Light 2. Come evidenziato da Smektała, i giocatori potranno godersi The Beast senza sentirsi obbligati a “convertirsi” a Dying Light 2.

Analizzando il futuro dell’industria videoludica, Smektała prevede una crescita significativa dei giochi compatti, che, pur essendo di dimensioni ridotte rispetto ai blockbuster tradizionali, non comprometteranno la qualità. Dying Light: The Beast è stato infatti progettato per offrire circa 20 ore di gioco, un “punto di incontro ideale tra troppo corto e troppo lungo,” secondo il direttore. Questa strategia comporta numerosi vantaggi, tra cui cicli di sviluppo più brevi e la possibilità di sperimentare nuove idee creative.

Infine, quando gli è stato chiesto di un potenziale Dying Light 3, Smektała ha lasciato intendere che ci sono molte idee in fase di elaborazione, ma al momento non ha potuto condividere ulteriori dettagli.

Scritto da
Manuel Salvetti

Studente universitario e docente in discipline umanistiche, coltivo sin dall'infanzia una profonda passione per i videogiochi. Mi affascinano particolarmente i titoli a tema storico e calcistico, che considero strumenti avvincenti per esplorare la storia e vivere le emozioni dello sport. Inoltre, sono un grande appassionato di Star Wars e dedico molto tempo alla ricerca di nuove informazioni, curiosità e approfondimenti per comprendere le vie della Forza

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