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La Terra di Mezzo: L’Ombra di Mordor – Recensione

Si è parlato molto de La Terra di Mezzo: L’Ombra di Mordor, sin dal suo annuncio, e molti ne hanno parlato in modo alquanto negativo, additandolo come una scopiazzatura o un riciclare di meccaniche di altri rinomati action-adventure.

Ebbene noi oggi siamo qui per togliere tutta la negatività gettata sul titolo sviluppato da Monolith Interactive, per recensire e soprattutto raccontarvi quello che offre questa nuova trasposizione videoludica dell’universo Tolkeniano.

Versione provata: PlayStation 4.

Vendetta sanguinosa

shadowsofmordor_banishedfromdeathL’Ombra di Mordor, pubblicato da Warner Bros. Interactive Entertainment, ha nella sua trama un movente classico ma  efficacissimo, se narrato in modo corretto: la vendetta. Potrà sembrare banale ma non lo è, soprattutto se la storia si evolve inglobando altre situazioni ed altri personaggi che desiderano ardentemente di vendicarsi.

Il tutto ha inizio quando Sauron, in seguito alla sconfitta di Bosco Atro, decide di far ritorno a Mordor. La regione però è sotto la sorveglianza dei Raminghi di Gondor, ed è qui che incontriamo il protagonista del gioco: Talion, egli è infatti il guardiano del Nero Cancello, e vive con la sua famiglia su questo avamposto, fino a quando non viene attaccato dall’esercito dell’Oscuro Signore. Non riuscendo a respingere l’attacco, Talion, il figlio e la moglie vengono catturati e sgozzati brutalmente da un misterioso generale negromante di Sauron. Il ranger però non raggiunge i suoi cari nell’aldilà ma si risveglia a Mordor, posseduto da uno spirito elfico senza memoria ed in un limbo tra i mondo degli spiriti e il mondo degli umani.

L’elfo in questione è il grande fabbro Celebrimbor che, insieme alla sua famiglia, ha avuto lo stesso destino di Talion, per mano dell’Oscuro Signore. I due quindi, oltre ad essere legati dallo stesso fato sono legati dallo stesso scopo: la vendetta.

Non parliamo di riciclo

Dopo i primi minuti di cinematiche ed i tutorial iniziali, possiamo già testare appieno le potenzialità del gameplay de l’Ombra di Mordor. Avendo un’entità spettrale dentro di se, Talion è in grado di passare dal mondo dei vivi a quello degli spettri e quindi di sfruttare le abilità di Celebrimbor. In combattimento, infatti, potremo usare sia l’abilità fisiche di spadaccino del Ramingo e sia l’abilità a distanza con l’arco e l’esoterismo dell’elfo.

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Gli attacchi riprendono le sequenze dell’ottimo Free Flow System della serie Batman Arkham, con combo concatenate, contrattacchi ed uccisioni con esecuzioni, ma Monolith è riuscita a modificare questo sistema, migliorandolo grazie all’ambivalenza dei due personaggi, con la possibilità di passare dall’uno all’altro senza soluzione di continuità. Anche in fase di esplorazione potremo switchare da Talion a Celebrimbor in qualsiasi momento per affrontare al meglio la missione, usando un approccio diretto o uno stealth per annientare gli orchetti.

A proposito di stealth possiamo dire con tranquillità che non è una copia di Assassin’s Creed, anche in questo caso il gameplay è stato modificato rispetto alla produzione Ubisoft, vi saranno si sezioni di arrampicata o di sblocco di aree tramite una torre di osservazione, ma molto diverse ed ammalgamate con quello che è un titolo basato sull’universo del Signore degli Anelli.

Non possiamo quindi parlare di riciclo di meccaniche di gioco, ma di reinvenzione. Infatti Monolith ha fuso il sistema creato da Rocksteady, con il free running, posizionandolo in una struttura open world senza lunghe sezioni al chiuso dando vita ad un titolo molto diverso da quanto si possa pensare. Ma non è tutto, il bello deve ancora venire.

Esercito vivo e dinamico

shadowofmordor3La vera innovazione di questo titolo è la dinamicità e soprattutto la vitalità delle schiere di orchetti che popolano le due aree di Mordor completamente esplorabili: Udûn e, a partire da un certo punto della storia, Nurn.

Gli eserciti di Sauron che popolano queste lande (oltre a varie creature come graug, caragor e ghul) saranno vivi, non fraintendeteci siamo ancora all’interno di un videogioco. Diciamo vivi perchè ogni Uruk ha il proprio nome, la propria personalità e la propria storia, che verrà scritta da noi.

Infatti grazie all’innovativo Sistema Nemesi ci troveremo di fronte a differenti Capitani, Comandanti o Generali, generati a random dal gioco, con diversi punti di forza e punti deboli. Se li uccideremo guadagneremo rune per potenziare le nostre armi, ma la cosa interessante si verifica se noi verremo uccisi. Capiterà quindi, sovente se non facciamo attenzione, di venire sconfitti da un orchetto che avanzerà di grado nella scacchiera dell’esercito di Sauron, venendo promosso a Capitano o più in alto, in base ai punti Potere di cui dispone, guadagnando un nuovo equipaggiamento e dei sottoposti da comandare. Se durante la nostra avventura incontreremo di nuovo l’Uruk in questione, egli si ricorderà di averci ucciso, facendosi beffe di noi ed altro ancora.

Ma può accadere anche che alcuni di loro, dopo averle prese di santa ragione, si diano alla fuga e sta a noi decidere se inseguirli o lasciarli vivere. Se opteremo per la seconda scelta, in qualsiasi momento potremo ritrovarci alle calcagna l’Uruk fuggito in precedenza, che ritorna alla carica con i rinforzi.

Ciascun Uruk, quindi, è un’entità viva, che può muoversi in totale autonomia all’interno di Mordor, magari impegnato in una missione di ricognizione, in un banchetto, in una battuta di caccia, nello sfruttamento di schiavi umani o nel regolamento di conti con un suo simile per la scalata al potere. Il risultato di tutte queste attività, indipendentemente dall’azione del giocatore, sarà aggiornato attraverso la schermata del Sistema Nemesi, che potrà notificarci ad esempio la morte di un Capitano durante una battuta di caccia ai caragor.

ShadowofMordor_OrcDomination_PrintonlyA partire dalla seconda metà dell’avventura inoltre, avremo a disposizione l’abilità più interessante di questo gioco.

Talion infatti, una volta raggiunta la seconda regione Nurn, può marchiare i suoi nemici e controllarne le menti. Quest’azione apre una miriade di possibilità di approccio alle missioni, per esempio controllando la mente degli arcieri potremo uccidere i Capitani rintanati nelle fortezze dalla distanza, o magari controllando una guardia del corpo di un comandante, ci permetterà di indebolirlo per facilitarci il lavoro e finirlo con semplicità. Non riusciamo ad elencarvi tutte le varianti perchè ci vorrebbe un’eternità. Bisogna provare per capire la profondità e l’ottima fattura del Sistema Nemesi. Saranno presenti anche una serie di missioni secondarie, oggetti collezionabili e tutta una varietà di compiti minori sparsi per l’open world della mappa.

Grafica e sonoro

Non dimentichiamo anche dell’ottima qualità della grafica e del sonoro del titolo di Warner Bros. Le animazioni dei personaggi sono ottime. La cura per le creazione degli Uruk è maniacale, Monolith è riuscita a compiere un lavoro eccezionale nel caratterizzare ogni singolo orco, variegando tra pelle, cicatrici, vestiario e tatuaggi di ognuno. Il mondo di gioco è ricreato su base delle opere Tolkeniane e sui lungometraggi di Peter Jackson, e visivamente è ottimo.

Il comparto audio è magnifico, con doppiaggi ottimi e vari per ogni mostro e con musiche classiche della licenza del Signore degli Anelli, con tanto di cantilene orchesche.

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Conclusione

La Terra di Mezzo: L’Ombra di Mordor è il gioco che tutti gli appassionati del mondo del Signore degli Anelli, e delle opere Tolkeniane in generale, deve avere. Ma non solo, infatti questo titolo deve essere giocato anche da ogni amante del genere action-adventure in quanto reinventa alcune meccaniche di gioco di altri titoli di successo ma soprattutto introduce, con il Sistema Nemesi, nemici sempre nuovi e con la propria autonomia, in grado di evolvere e cambiare le sorti delle battaglie. Non possiamo fare altro che consigliarlo vivamente.

Voto 9

Indice

Scritto da
Matteo "bovo88" Bovolenta

Appassionato di videogiochi e console di ogni tipo, tecnologia ed informatica. Amante dei manga ed anime giapponesi, e della cultura nipponica in generale. Ha iniziato a videogiocare molto giovane prima con SNES e Game Boy, per poi passare a PlayStation. Da allora ogni genere di gioco lo ha sempre affascinato. Gli piace informarsi e tenere informati su questo fantastico mondo virtuale.

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