L’era di PlayStation 4 si è ormai esaurita. Sebbene alcuni studi e publisher continuino a supportare la console con nuovi videogiochi multipiattaforma, Sony ha ormai abbandonato il supporto alla sua precedente ammiraglia, un hardware capace di vendere oltre 117 milioni di unità ponendosi come la quinta console più venduta nella storia dei videogiochi.
Nel corso della sua lunga e proficua esistenza, Sony Interactive Entertainment ha pubblicato oltre 70 videogiochi esclusivi per PS4, e… beh, non tutti sono God of War, Marvel’s Spider-Man, Horizon: Zero Dawn e The Last of Us: Parte 2. Visto il recente flop di Concord, l’hero shooter di Firewalk per PS5, abbiamo deciso di fare un tuffo nel passato andando a riscoprire quali sono state le peggiori esclusive PS4 secondo Metacritic.
10. Shadow of the Beast
Anno di uscita | 2016 |
Studio di sviluppo | Heavy Spectrum Entertainment Labs |
Punteggio Metacritic | 66 |
Shadow of the Beast è stato un remake in larga parte sbagliata di un grande classico del 1998. Non un titolo brutto o ricco di problemi, ma più che altro un prodotto che non è riuscito a restituire quella che era stata la bellezza del suo originale.
Il gioco è stato considerato una delusione per aver calpestato lo stesso terreno dell’originale, con alcuni che lo hanno persino definito una copia carbone. Sebbene la grafica sia stata notevolmente migliorata, il gameplay era molto inferiore rispetto a titoli simili come God of War e Devil May Cry, che negli anni avevano innalzato notevolmente l’asticella degli hack and slash.
9. Fat Princess Adventures
Anno di uscita | 2015 |
Studio di sviluppo | Fun Bits Interactive, Santa Monica Studio |
Punteggio Metacritic | 66 |
Personalmente lo ritengo un orrore come pochi altri. Fat Princess Adventures voleva proporre una sorta di gameplay hack and slash, rovinandosi però con le sue stesse mani di fronte a una struttura davvero elementare e allo stesso tempo inutilmente complesso, visto il target di riferimento.
Non è stato un successo in alcun modo, poiché sono state elargite critiche sulla morale obsoleta del gioco, con alcuni che hanno sollevato problemi con il concetto. Anche il gameplay venne criticato abbastanza aspramente, poiché è stato visto come una rivisitazione dei giochi precedenti della serie senza nulla di nuovo.
8. Hidden Agenda
Anno di uscita | 2017 |
Studio di sviluppo | Supermassive Games |
Punteggio Metacritic | 66 |
Hidden Agenda era un curioso esperimento di Supermassive Games in stile Heavy Rain, con un cast ricco di grandi nomi dello spettacolo e una struttura che mirava ad attrarre anche i giocatori casual grazie alla possibilità di giocare attraverso il proprio smartphone. Sfortunatamente, la qualità del titolo non era certo esaltante quanto le premesse.
L’aspetto narrativo è stato elogiato da alcuni recensori, ma è stato messo in ombra dall’esecuzione poco brillante del gameplay, in cui gli eventi quick time hanno dominato le azioni. Nel complesso, Hidden Agenda è stato considerato più un film interattivo che un gioco vero e proprio, e questo ha compromesso i risultati di Supermassive.
7. The Order: 1886
Anno di uscita | 2015 |
Studio di sviluppo | Ready at Dawn |
Punteggio Metacritic | 63 |
Un piccolo colpo al cuore. Perché è vero che The Order: 1886, il primo grande progetto della defunta Ready at Dawn, aveva tanti difetti, ma allo stesso tempo possedeva un fascino davvero unico e un comparto grafico sbalorditivo per l’epoca, che ancora oggi risulta per molti impossibile da raggiungere.
Sfortunatamente, al momento della sua uscita i critici ne hanno stroncato la storia, il level design e soprattutto la durata del gioco, al punto che The Order: 1886 è ancora oggi considerato un fallimento. La breve durata del gioco ha portato accuse di non riuscire a giustificare il prezzo pagato per giocarci, e non c’era molto che potesse interessare dopo averlo finito. Sony fu costretta ad abbattere i piani per un sequel, e da allora il gioco è finito nel cassetto dei ricordi.
6. Monsters of the Deep: Final Fantasy XV
Anno di uscita | 2017 |
Studio di sviluppo | Square Enix |
Punteggio Metacritic | 62 |
Se nel 2017 avessimo fatto un sondaggio su chi davvero aspettava un videogioco di pesca in realtà virtuale ambientato nel mondo di Final Fanatsy XV, probabilmente nessuno avrebbe risposto affermativamente. Il fatto è che non solo Square Enix decise di lanciarsi in questo strambo spin-off, ma lo fece anche dannatamente malissimo.
Come parte del catalogo di PlayStation VR, Monsters of the Deep: Final Fantasy XV faceva sentire il giocatore parte dell’universo del gioco di Noctis, mentre affronta alcune avventure di pesca con i personaggi principali. E fine, non c’era altro. Nient’altro. La componente della realtà virtuale, a dirla tutta, era anche ben realizzata, ed è stata forse l’aspetto più elogiato in recensioni comunque negative a causa di tutto il resto.
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5. The Inpatient
Anno di uscita | 2018 |
Studio di sviluppo | Supermassive Games |
Punteggio Metacritic | 59 |
Until Dawn, che nell’ottobre 2024 torna con un remake, era un gioco horror unico nel suo genere perché presentava più personaggi e la possibilità di più finali, quindi non è stata una sorpresa quando Supermassive ha cercato di farne un franchise. Il problema è che il suo prequel per PlayStation VR, The Inpatient, non sapeva assolutamente cosa volesse essere. Era un horror psicologico? Era un semplice esperimento? Era un modo per riportare i giocatori in questo mondo, in attesa di qualcosa di più? Io, che all’epoca scrissi la recensione, ancora non l’ho capito.
The Inpatient si svolge come un’avventura in prima persona il cui inconveniente era il fatto che tutto accadeva molto lentamente. Davvero, una noia mortale. È diventato piuttosto snervante andare in giro senza che succedesse nulla, con rarissime occasioni che facevano emergere quella punta horror che in molti speravano. Dopo tutti questi anni, ancora ci si chiede cosa volesse davvero fare Supermassive con questo titolo…
4. Hardware: Rivals
Anno di uscita | 2016 |
Studio di sviluppo | SCE Connected Content Group |
Punteggio Metacritic | 56 |
Sony sperava di avere tra le mani il nuovo Rocket League, lanciato un anno prima, e che potesse ripetere il miracolo del gioco di Psyonix. E invece, nulla. Hardware: Rivals voleva porsi come un gioco molto classico di combattimenti a bordo dei veicoli, un po’ come già fece a suo tempo Twisted Metal.
Forse avrebbe funzionato se Hardware: Rivals avesse incorporato qualche novità interessante, ma la verità è che il gioco di SCE Connected Content Group era banale, ripetitivo, spento e privo di mordente, l’esatto contrario di Rocket League e di come in generale dovrebbe essere un videogioco di azione e frenesia multiplayer. I critici non sono stati catturati dalla sua essenza, e anche gli utenti hanno deciso di abbandonare molto rapidamente il titolo.
3. Drawn to Death
Anno di uscita | 2017 |
Studio di sviluppo | The Bartlet Jones Supernatural Detective Agency, SIE San Diego Studio |
Punteggio Metacritic | 56 |
C’è stato un tempo in cui David Jaffe era una garanzia. Insomma, parliamo del creatore di Twisted Metal e God of War, insomma uno che sa fare videogiochi. O meglio, sapeva. Drawn to Death fu un altro dei suoi tentativi di tornare in alto, e le cose andarono malissimo.
Era un picchiaduro multigiocatore online in cui i giocatori utilizzavano meccaniche di tiro, il tutto ambientato tra le pagine del quaderno di un adolescente – cosa che a livello visivo poteva sembrare curioso ma che in fin dei conti faceva solo perdere molte diottrie. Era strano come sembra, e i critici non risparmiarono colpi nel definire Drawn to Death come un gioco fuorviante e un pessimo tentativo di introdurre innovazione. Nel 2019, appena due anni dopo la sua uscita, i server di Drawn to Death sono stati chiusi per sempre.
2. Knack
Anno di uscita | 2013 |
Studio di sviluppo | Japan Studio |
Punteggio Metacritic | 54 |
Sembrava che gli ingredienti per un buon successo ci fossero tutti. Mark Cerny, una nuova PlayStation, un platform ora condito con molta più azione, e un personaggio proiettato a diventare la nuova mascotte del gaming Sony, come lo furono Crash Bandicoot e Spyro per PS1, o Ratchet e Jak su PS2. E invece, proprio no.
Knack è stato un fallimento quasi totale, con recensioni molto negative che hanno bocciato, giustamente, il lavoro di un Japan Studio quasi irriconoscibile. Come titolo di lancio di PS4, Knack disattese ogni singola aspettativa, e il tentativo degli sviluppatori di sfruttare le nuove funzionalità della console fu gettato al vento, a causa di vari fattori tra cui un gameplay molto poco brillante, una difficoltà troppo elevata e una qualità in generale abbastanza bassa. Il sequel Knack 2 (sì, Sony lo approvò comunque) ebbe una sorte migliore, ma il brand è ormai qualcosa che Sony vuole dimenticare.
1. Basement Crawl
Anno di uscita | 2014 |
Studio di sviluppo | Bloober Team |
Punteggio Metacritic | 27 |
Il punteggio su Metacritic di 27 non lascia scampo a Basement Crawl, un vero e proprio disastro, il peggior gioco pubblicato da SIE su PS4 e forse dell’intera storia di Bloober Team. Addirittura, gli sviluppatori inviarono una dichiarazione in cui si scusavano e promettevano una copia gratuita del suo remake, con la promessa che questo nuovo progetto avrebbe limato e perfezionato tutti i problemi. Alla fine, comunque (e per fortuna), non c’è stato alcun remake.
Basement Crawl era un gioco di labirinti con effetti speciali, senza alcuna meccanica interessante o altro che potesse dare un barlume di speranza al gioco. Non c’è varietà da trovare, e tutto quello che si fa è schivare le trappole mentre la telecamera si muove come se dovesse succedere qualcosa di eccitante. Una schifezza che qualcuno all’interno di Bloober e Sony, per qualche motivo, pensava potesse essere una buona idea.
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