La scorsa settimana hanno fatto capolino, come capita ormai a intervalli regolari, nuove indiscrezioni su quella che sarà la nuova console casalinga di casa Sony. Non è un mistero che i grandi del mercato, una volta lanciata una console, si mettano praticamente subito al lavoro sul sistema successivo, nonostante gli anni che ci separano dal lancio della generazione successiva siano tanti. Occorre sempre però, per Sony, Microsoft e Nintendo, iniziare celermente a sondare il mercato, le tecnologie, i progressi, a capire in quale direzione stanno andando i videogiochi e cosa vogliono i videogiocatori, mai così esigenti come oggi.
Tranquilli, PS4 avrà vita ancora lunga. Le ultime previsioni degli analisti non vedono il lancio di PlayStation 5 prima del 2020, e le esclusive di peso da pubblicare sono ancora molte, da Spider-Man a Dreams, da Ghost of Tsushima a Death Stranding, senza contare The Last of Us – Part II e le altre possibili sorprese. Questo però non ci vieta di iniziare già a pensare a PlayStation 5, al futuro che verrà, e a quello che vorremmo vedere sulla prossima console di casa Sony. Non parleremo oggi in particolar modo di videogiochi, ma dei servizi e delle feature che, secondo noi, non potranno mancare nella prossima PlayStation. Ne abbiamo scelti 5, e vorremmo sapere anche da voi cosa sperate di vedere assolutamente su PS5.
COMPATIBILITÀ CON PLAYSTATION VR
La periferica di realtà virtuale di casa Sony sta ingranando la marcia al punto giusto. Dopo il lancio nell’autunno del 2016, la line-up di PS VR si è sempre più impreziosita di titoli che non possono mancare nella libreria di un giocatore dedito alla realtà virtuale. Farpoint, Headmaster, Statik: Institute of Retention, Superhot VR, Combat Rigs, Starblood Arena, Megaton Rainfall, Robinson: The Journey, DOOM VFR, Skyrim VR, tutti giochi che alla loro maniera hanno dimostrato come la realtà virtuale sia una tecnologia e un mercato in grande via di sviluppo, con potenzialità esaltanti. Certo, alcuni scivoloni ci sono già stati, basti citare Bravo Team di Supermassive Games che risulta tutt’altro che un titolo imperdibile, ma ciò che conta è che Sony crede fortemente nella periferica (il recente update gratuito di WipEout Omega Collection è un’ulteriore perla, e attendiamo notizie su The Last Guardian VR), e anche le terze parti non sono da meno, intenzionate a puntare sulla realtà virtuale grazie anche ai vari Oculus Rift e HTC Vive. Attualmente, dopo un anno e mezzo dal lancio, PS VR ha già visto il suo primo sostanzioso taglio di prezzo, che può essere visto in due modi: vendite basse della periferica, o la voglia di diffonderla ancor di più. Propendiamo per la seconda ipotesi, anche perché Sony, da come sta appunto lavorando al visore, non ha intenzione di creare un nuovo caso PlayStation Vita, abbandonata dopo pochi mesi dal lancio. Quello che ci aspettiamo da PS5 è naturalmente un continuo supporto alla realtà virtuale, ma soprattutto una compatibilità con l’attuale PS VR. Improbabile che Sony, prima o poi, non confezioni una nuova generazione di visore di realtà virtuale, ma la priorità, almeno per i primi anni di vita della prossima generazione, deve sicuramente essere quella di assicurare una nuova casa funzionante per PlayStation VR, senza costringere i giocatori a relegarlo in soffitta in uno scatolone. Dopo tutti i soldi spesi, sarebbe una cosa molto snervante, non credete?
RETROCOMPATIBILITÀ
Tra le feature più richieste di PS4 c’è, da sempre, la retrocompatibità. Il pubblico non ha mai nascosto di volere la possibilità di utilizzare i vecchi dischi di PS One, PS2 e PS3 sull’attuale ammiraglia di casa Sony, ma il colosso giapponese ha sempre rispedito al mittente le domande, affermando in più occasioni che l’architettura hardware di PS4 è talmente differente da quella di PlayStation 3 da impedire una funzionale retrocompatibilità. Un problema che invece non ha Microsoft, che su Xbox One ha prima aperto le porte alla retrocompatibilità dei giochi Xbox 360 e poi a quella, all’E3 2017, dei titoli della primissima Xbox, con una libreria che si amplia ogni giorno di più. Nel corso di questi primi 4 anni e mezzo di vita di PS4, anche la sua libreria digitale si è arricchita considerevolmente, con l’arrivo di tanti classici del passato come Jak & Daxter, o il ritorno in forma rimasterizzata di apprezzate esclusive passate inosservate come LocoRoco, Patapon e Gravity Rush, ai quali poi si aggiungeranno presto i remake di Spyro the Dragon e MediEvil. Ormai abbiamo fatto l’abitudine alla mancanza della retrocompatibilità, rassegnati al fatto che per rigiocare ai vecchi titoli delle precedenti console dobbiamo forzatamente tirare fuori gli hardware dalla naftalina o attendere edizioni rimasterizzate. Ma dopo PS3 e PS4, sarebbe ora per Sony di tornare all’epoca della retrocompatibilità. Rendere PlayStation 5 compatibile con i titoli della generazione precedente significa garantire, sin dal lancio della console, una libreria vastissima a disposizione del pubblico, incentivato ad acquistare la console anche solamente per usufruire dei titoli passati che non ha avuto modo di provare in precedenza. Se poi il programma retrocompatibilità fosse gestito come fa Microsoft, con un miglioramento grafico di non poco conto nel momento in cui i titoli vengono fruiti sulla nuova generazione, Sony sarebbe nettamente a cavallo.
UN PRIMO ANNO DA FAVOLA
I primi 12 mesi di PlayStation 4, così come anche quelli di Xbox One, non sono stati esattamente quello che ci aspettavamo. Certo, non sono mancate le esclusive al lancio e nei mesi successivi, come Killzone: Shadow Fall (ingiustamente sottovalutato, a parere del sottoscritto) e inFamous: Second Son, o anche il ritorno in gran spolvero di The Last of Us con una versione rimasterizzata che ha fatto breccia nei cuori di chi, e sono tanti, ha deciso di cambiare sponda nel passaggio generazionale tra Xbox 360 e PS4. Le terze parti, invece, si sono dilettate a pubblicare i primi titoli multipiattaforma di spessore, basti ricordare Assassin’s Creed: Unity, Watch Dogs, Need for Speed: Rivals, GTA V, Battlefield 4, Call of Duty: Ghosts prima e Advanced Warfare poi, ai quali poi si agganciano indie di indiscutibile livello come Resogun, tra i migliori giochi arcade di PS4 ancora oggi. Eppure, a conti fatti, si è trattato di un primo anno molto fiacco rispetto a quello che ci si poteva attendere. L’arrivo di GTA V sulle console (all’epoca) next-gen era una cosa più che probabile, mentre molti AAA non seppero rispettare il livello di aspettative, su tutti quel Watch Dogs di Ubisoft che prometteva faville dal punto di vista tecnico e non solo e che si risolse invece un titolo del quale ben pochi aspetti erano da apprezzare. Tante remastered, poche nuove IP, tripla A quasi mai memorabili, i primi 12 mesi di PS4 si possono riassumere così sul fronte dell’offerta software, e quello che vorremmo da PlayStation 5 è un netto cambio di rotta. Non ci attendiamo decine di esclusive di peso nel primo anno di vita, anche se non è da escludere il cross-gen di titoli come Death Stranding di Kojima o della prima parte del remake di Final Fantasy VII. Un supporto sin da subito eccellente da parte delle terze parti sarà fondamentale, così come la gestione di Sony delle sue tante IP. Non sarebbe male, entro i primi 12 mesi dal lancio di PS5, giocare al sequel di Horizon: Zero Dawn o ad un inedito Ratchet & Clank, che ne dite?
PS NOW PER TUTTI
Chiariamolo subito, PlayStation Now esiste già, sta andando bene (a quanto ne sappiamo) al di fuori dell’Italia e, per quanto ne sappiamo, il suo arrivo nel nostro Paese è ancora una chimera. Per chi non lo sapesse, PS Now è un servizio a pagamento per utilizzare giochi in streaming, tramite una libreria messa a disposizione di Sony che comprende anche grandi esclusive come The Last of Us e God of War III, e che possono essere fruiti anche su PC. Da circa un anno, Microsoft ha intrapreso una via molto simile a quella di PS Now con il suo Xbox Game Pass, altro servizio in abbonamento che permette di avere accesso ad una vasta gamma di contenuti che possono però, a differenza di PS Now, essere scaricati su PC o Xbox One per essere utilizzati. È qui che, come dice il detto, casca l’asino, perchè il servizio di Sony, interessante almeno quanto quello di Microsoft, presenta una lacuna di non poco conto. Il mancato arrivo di PlayStation Now in Italia è legato proprio al suo funzionamento, proibitivo per la maggior parte delle infrastrutture di rete del nostro Paese. Riprodurre in streaming un titolo dal PS Now è facile nelle grandi metropoli, quasi un sogno in piccole realtà periferiche (chi scrive vive in un mondo dove la fibra ottica è ancora un miraggio, e la 20 Mb è quanto di meglio possa offrire la tecnologia attuale), e questo costrinse Sony al lancio del servizio a chiudere l’accesso al nostro Paese. Recentemente, altri Stati si sono resi protagonisti dell’arrivo di PS Now come la Svizzera, e questo fa ben sperare per noi, ma rimane il fatto che se dovesse arrivare in un futuro prossimo anche in Italia non tutti potrebbero goderne. Non sarebbe più funzionale la possibilità di scaricare i propri giochi, come avviene ad esempio con Xbox Game Pass oppure con PlayStation Plus, i cui giochi hanno una “data di scadenza” che coincide con la fine dell’abbonamento?
UNA DASHBOARD MAGGIORMENTE FUNZIONALE E VELOCE
Devo essere sincero, trovo la dashboard di PlayStation 4 abbastanza soddisfacente. Non compresi, all’inizio di questa generazione, le numerose critiche mosse all’interfaccia della home della console, che veniva ritenuta nettamente inferiore a quella di Xbox One. Da (ex) possessore di entrambi i sistemi, sarà per una questione di abitudine, sarà per un fastidio abbastanza profondo per la moderna tendenza ai mega-quadratoni su interfaccia (lo dico: ODIO Windows 8), sono rimasto soddisfatto dalla dashboard di PS4, molto migliore rispetto a quella di PS3. Eppure, le criticità non mancano, e le cose da sistemare ancora oggi sono parecchie. Manca ad esempio un modo rapido per accedere all’intera libreria di contenuti a disposizione dell’account, che deve passare per l’accesso alla raccolta, la ricerca dei contenuti, l’accesso alla pagina del contenuto e così via, con la conseguente perdita di preziosi minuti. La consultazione e sincronizzazione dei Trofei, resa rapidissima ormai diversi update fa, è tornata ad essere lenta e di tanto in tanto problematica, costringendo ad attendere che l’operazione sia conclusa. Inoltre, quando la console sta facendo girare giochi particolarmente pesanti o con prestazioni elevate, l’accesso alla dashboard viene rallentato, e occorre spesso ripetere le operazioni di spostamento nei menù due volte per i problemi di input dei comandi. Se l’interfaccia di PS5 dovesse essere una semplice evoluzione di quella di PS4, non ci saranno problemi dal canto nostro, ma limare questi difetti deve essere la prima delle operazioni da compiere. Rendere il tutto più funzionale, veloce, rapido possibile, questa la prorità per la prossima dashboard made in Sony.
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