Ciao a tutti, mi chiamo Andrea, ho 26 anni, qualche capello bianco, e ho un problema. Inizio a soffrire di sindrome acuta da Final Fantasy XV, tanto che nel giro di tre giorni sono arrivato a collezionare poco più di 20 ore di gioco. Il dottore mi sta già prescrivendo qualcosa per combattere l’esplosione degli occhi, arrossati più che mai, però devo ammettere una cosa: ne è valsa completamente la pena. L’attesa spasmodica verso il nuovo kolossal Square-Enix mi sta restituendo ottime sensazioni, anche se il gioco ha dalla sua anche degli evidenti difetti. Una volta finito il gioco, ne parlerò ampiamente anche nella recensione, ma per il momento voglio parlarvi delle prime 20 ore trascorse sul titolo, a caccia di misteri e punti esperienza.
Negli anni mi sono specializzato sempre più, se così si può dire, a dedicarmi innanzitutto alle missioni secondarie, prima di procedere con la trama principale. Vuoi per esplorare il mondo, vuoi per scoprire cos’altro gli sviluppatori hanno pianificato per variegare l’esperienza di gioco. In tutto, in queste prime 20 ore, ho già portato a termine all’incirca 50 missioni secondarie, complessive di incarichi e di richieste di caccia. Un bottino decisamente considerevole, se aggiungiamo il fatto che in questo momento sono fermo al capitolo 4, dopo aver esplorato per la prima volta Lestallum e aver incrociato il mio cammino con quello di tanti individui che mi possono fornire una vagonata di punti ESP per prepararmi al meglio (complice il magico albergo di Galvin, 10000 guil ben spesi e che mi hanno teleportato dal livello 27 al livello 36). Tra questi, il simpatico Vyv, che chiede a Noctis e ai suoi compagni di fotografare determinati punti della regione Duscae, quella che attualmente sto esplorando. Magnifico, anche perché così facendo ho avuto modo di apprezzare alcuni degli scorci e degli ambienti migliori preparati dagli uomini di Tabata. E poi, cosa ancor più importante, mi sembrava di lavorare per Hugo “Hurley” Reyes della serie TV Lost. Clamorosamente identici!
Gli spogli deserti delle prime ore di gioco hanno lasciato spazio all’immensa regione Duscae, fatta di prati, boschi, allevamenti di Chocobo, laghi, rilievi montuosi imponenti e la misteriosa faglia, che non vedo l’ora di approfondire nel corso dell’esperienza futura. Esplorare le decine e decine di missioni secondarie mi ha permesso non solo di godere al meglio di tutta l’esperienza che Square-Enix ha preparato, con combattimenti via via più impegnativi e scontri casuali davvero tosti, ma anche di ampliare i miei orizzonti (e il mio conto in banca) per il futuro. Tanta pratica, tanta esperienza, che si tramuteranno forse in una migliore e più semplice esperienza. Ma non ci sonto più di tanto.
Ogni membro del gruppo, poi, riserva le proprie sorprese. Noctis, inaspettato pescatore, è quello dall’hobby forse più frustrante di tutti: la pesca. Preparare la lenza, attaccare un’esca, lanciare l’amo, far stancare il pesce fino allo sfinimento. Cosa che capita anche a me, quando mi dedico a lunghe sessioni di pesca, e allora decido di ripartire, verso nuovi scontri, nuovi incontri e nuove cose da fare. Ci sono poi tutti gli altri componenti del team: Gladio, Ignis, Procto, fedeli amici e combattenti che sono pronti a seguirci fino all’inferno. E fidatevi, io l’inferno già l’ho visto. Una notte infatti ho incrociato sulla mia strada uno Jotun, mentre ero ancora al livello 11. Che altro può fare un baldo giovine come me, sempre spinto a superare gli ostacoli? Attacco, con tutta la potenza di cui dispongo. E naturalmente vengo inviato istantaneamente al game over. Ok, di notte meglio riposarsi. Molto interessante, tornando seri, questa componente del giorno e notte, che mette a dura prova il giocatore e che costringe a riflettere attentamente prima di lanciarsi in sessioni di guida pericolose o operazioni affrettate. Sì, affrettate come quelle che ho fatto imprudentemente io…
Ce ne sono tantissime, di cose da dire su Final Fantasy XV, ma la mia paura è di addentrarmi in considerazioni troppo frettolose per il punto al quale sono attualmente della storia, da poco incrociatasi con il film Kingsglaive (del quale vi abbiamo già parlato giorni fa). Le missioni extra sono tante e tutte molto coinvolgenti, i luoghi segreti (e soprattutto pericolosi, come la maledetta miniera con tanto di samurai…) sono ricchi di mistero. Anche l’alchimia tra i personaggi, per quanto riguarda i combattimenti, sembra davvero ben fatta, funestata però da qualche inconveniente con la telecamera. La direzione artistica è, per ora, un capolavoro, cosa che non posso replicare completamente per quanto riguarda il discorso tecnico. Ma di tempo, da trascorrere su Eos, ce ne sarà ancora tantissimo. Oh, se ce ne sarà…
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