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Le regole del gioco perfetto – Open World

Nel 2014 ABC diede inizio alla trasmissione della serie tv “Le regole del delitto perfetto”, nella quale vengono raccontate le avventure dell’avvocato Annalise Keating, che, con l’aiuto di cinque giovani studenti, affronta vari processi giudiziari riguardanti casi di omicidio. Ispirandoci al titolo di questa serie tv inauguriamo quest’oggi la rubrica “Le regole del gioco perfetto”, nella quale parleremo degli elementi fondamentali che ogni genere videoludico dovrebbe avere per risultare un gioco perfetto.  In questo primo appuntamento parleremo dell’Open World, un genere di cui ultimamente le software house stanno abusando fin troppo ma che, in molti casi, si rivela non ottimizzato a dovere. Questo perchè, l’Open World è inteso sempre più come sinonimo di mappa estesa e di libertà di movimento. Nella realtà però, un titolo Open World, per essere degno di tale nome, deve essere strutturato con regole ben precise. Prima di cominciare, ci teniamo a sottolineare che si tratta di opinioni strettamente personali, che potrebbero non coincidere con quelle di voi lettori. Pertanto, vi invitiamo a scrivere nei commenti quali sono le vostre regole per creare un Open World degno di nota.

Ecco a voi quindi, “Le regole del gioco perfetto – l’Open World“.

1- MAPPA DETTAGLIATA E DIVERSIFICATA

La prima regola che un Open World deve avere riguarda la presenza di una mappa dettagliata e diversificata. Negli ultimi anni, infatti, si assiste sempre più spesso a titoli Open World con mappe gigantesche che risultano però povere di contenuti e che, come conseguenza, non incentivano l’esplorazione. Per avere un Open World perfetto, bisognerebbe optare per una mappa più contenuta ma con dettagli, particolari, e ambientazioni varie (montagne innevate, deserti, boschi e via dicendo) in modo da evitare al giocatore un tedioso passaggio da zona a zona. Un altro problema che affligge le mappe degli Open World riguarda la poca interattività degli oggetti (alberi, oggetti, animali) ed alcune limitazioni tecniche che creano la sensazione di non essere in una mondo di gioco reale. Per fare un esempio, sarebbe preferibile avere un Fallout o un The Elder Scrolls con mappe più contenute ma con moltissimi dettagli in più e con una miglior giocabilità, evitando quei fastidiosi bug che spesso colpiscono giochi di tale vastità.

2 – STORYLINE PROFONDA

Un Open World dovrebbe essere dotato anche di una Storyline profonda e ben congeniata. Spesso infatti la trama di un Open World viene utilizzata come contorno e non viene approfondita a dovere. Questo, se da una parte permette al giocatore di concentrarsi più sul gameplay, dall’altra non trasmette un senso di avanzamento all’interno del mondo di gioco. Purtroppo gli ultimi titoli del genere hanno peccato sulla storyline, che si è rivelata superficiale, a causa della mole di missioni e attività secondarie che spezzano il ritmo e che non aggiungono nulla alla trama. È pur vero che l’Open World in generale non è il genere più consigliato se ci si vuole concentrare sulla storyline, ma è altrettanto vero che basterebbe qualche scena d’intermezzo ben piazzata per approfondire la trama e far emergere nuovi particolari su di essa. A tal riguardo sarebbe anche interessante avere la possibilità di cambiare il corso degli eventi in base alle scelte che vengono fatte, così da risultare ancor di più padroni del mondo di gioco.

3 – PROTAGONISTA E PERSONAGGI SECONDARI BEN CARATTERIZZATI

Un Open World che si rispetti deve avere protagonisti e personaggi principali  ben caratterizzati. Provate a pensare ad un God of War senza Kratos, ad un Gta V senza Trevor, ad un Metal Gear Solid V senza Snake o ad un The Legend of Zelda: Breath of the Wild senza Link; probabilmente ci ritroveremmo di fronte a titoli del tutto differenti rispetto a quelli che oggi conosciamo. Un protagonista ben realizzato non basterebbe tuttavia a rendere perfetto un Open World. Di fondamentale importanza sono anche i personaggi secondari, alleati o nemici che siano. Anche in questo caso, provate a pensare ad un Far Cry 3 senza Vaas; ci saremmo ritrovati un titolo decisamente più scadente. Resta inteso che tutto il dicorso fatto sul pratogonista cade con giochi come Fallout o The Elder Scrolls, in cui è il giocatore stesso a decidere la caratterizzazione del proprio personaggio principale, fattore senza dubbio positivo per il genere in questione.

4 – RIGIOCABILITA’ E NEW GAME PLUS

Il genere che stiamo analizzando è in grado di garantire centinaia di ore di gioco. Un aspetto positivo senza ombra di dubbio ma che, a volte, non basta a rendere il gioco perfetto. Questo perché, in molti casi, una volta aver terminato tutte le attività disponibili, il titolo non ha altro da offrire in termini di rigiocabilità, in quanto non ha nulla che possa invogliare il giocatore a ricominciare da capo il titolo. Ogni Open World dovrebbe essere dotato infatti di una modalità New Game Plus, permettendo al giocatore di iniziare una nuova partita con oggetti ed equipaggiamenti non disponibili nel corso della prima run. Ciò permetterebbe di avere un’esperienza di gioco totalmente diversa di partita in partita. Ricollegandoci alla regola numero 2 inoltre, avere la possibilità di cambiare il corso degli eventi potrebbe spingere il giocatore a ripetere la storia per vedere cosa sarebbe successo se avesse fatto scelte differenti.

5 – MISSIONI SECONDARIE DIVERSIFICATE

Uno dei tasti dolenti dell’Open World è, senza ombra di dubbio, la mancanza di missioni secondarie diversificate tra loro. Nella maggior parte dei casi infatti, vengono aggiunte missioni secondarie simili tra loro (salvare il prigioniero di turno, recuperare oggetti vari e via dicendo) che migliorano sicuramente la longevità ma che peggiorano l’esperienza di gioco. Un esempio lampante di quanto appena scritto è quello di Metal Gear Solid V – The Phantom Pain. Il titolo infatti era pieno di missioni secondarie identiche l’una dall’altra, causando un senso di ripetitività e smorzando l’attenzione nei confronti della Storyline. Un altro esempio che invece dimostra come dovrebbero essere strutturate le missioni secondarie è quello di Fallout 4, in cui si può assistere a missioni che approfondiscono personaggi e trama e i cui obiettivi sono decisamente vari tra di loro.

6 – LONGEVITA’ CALIBRATA

Una domanda che spesso ci viene fatta in sede di recensione di un titolo Open World riguarda la longevità. Questo perché è ormai diventata usanza etichettare un Open World come deludente se la sua durata non supera le 50 ore di gioco. In realtà si tratta di un pensiero decisamente sbagliato.  Provate a pensarci: preferireste un Open World di longevità elevata a causa di attività e missioni secondarie tediose o un titolo di longevità più modesta ma con un ritmo di gioco più calibrato? Crediamo di conoscere già la vostra risposta. Le software house tendono ormai ad inserire contenuti decisamente inutili al solo scopo di allungare la vostra esperienza, a discapito del vostro divertimento. In sintesi, un Open World dovrebbe avere una longevità calibrata al mondo in cui si trova e al tipo di storyline, senza forzare troppo l’aggiunta di elementi marginali.

7 – FAST TRAVEL E MEZZI DI TRASPORTO

Un’altra regola che non può assolutamente mancare riguarda l’inserimento del Fast Travel e di diversi mezzi di trasporto che semplifichino lo spostamento all’interno della mappa di gioco. Per chi non ne fosse a conoscenza, il Fast Travel (Viaggio Rapido) è quella meccanica che permette al giocatore di teletrasportarsi da una parte all’altra della mappa in modo istantaneo, senza dover necessariamente attraversare la mappa. In ogni caso dovrebbe trattarsi di una meccanica di cui non poter abusare, almeno nelle prime ore di gioco. Prendiamo come esempio Assassin’s Creed Origins (ma potremmo citarne molti altri): in Origins, prima di poterci spostare da una zona all’altra, dobbiamo necessariamente esplorare la mappa in cerca di nuove regione e di nuovi punti di osservazione. Ciò permette al giocatore di esaminare le varie aree di gioco in una prima fase. Se la meccanica fosse invece resa disponibile fin dall’inizio, come in The Crew 2 ad esempio, il giocatore non sarebbe più incentivato ad esplorare la mappa in cerca di nuovi punti d’interesse. Ovviamente, affinché tutto il discorso fili liscio, devono essere inseriti anche diversi mezzi di trasporto che agevolino il movimento all’interno della mappa.

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Queste dunque le Regole dell’Open World perfetto. Appuntamento al prossimo mese per il secondo episodio della nuova rubrica targata Uagna.

Scritto da
Marco "Bounty" Di Prospero

Durante il giorno dipendente presso una società finanziaria. La sera nerd e videogiocatore. Per me l'intrattenimento videoludico è una forma d'arte grazie alla quale poter fantasticare e staccare la spina dallo stress giornaliero. Cresciuto a suon di Mortal Kombat, Metal Gear Solid e Resident Evil.

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