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Lies of P, una demo mastodontica!

I coreani, chi li conosce lo sa, puntano sempre moltissimo sull’estetica. Anche Round8 e Neowiz hanno confermato questa teoria, attirando la nostra attenzione grazie al loro “soulslike” dalla direzione artistica particolarmente ispirata.

Una favola dark basata sugli iconici personaggi di Pinocchio, nati dall’estro di Carlo Collodi, menzionato per l’appunto a inizio avventura: questo è Lies of P, che ci aveva convinti finora soprattutto per l’ottima resa grafica. Si sa però che, anche nei videogiochi, l’estetica non è tutto, anzi. Solo mettendo effettivamente le mani su questo titolo siamo riusciti a comprenderne il potenziale e i possibili difetti: abbiamo giocato la lunghissima demo di Lies of P, è quindi il momento di raccontarvi com’è andata e le nostre impressioni a caldo.

Versione provata: PlayStation 5.

Cuore robotico

La demo di Lies of P ci ha tenuti impegnati per molte più ore del previsto. Il nostro Pinocchio, un automa-burattino creato da Geppetto, si risveglia all’interno del vagone di un treno abbandonato. I rimandi a Bloodborne sono immediatamente evidentissimi, sia per quanto riguarda le atmosfere e la cura per le ambientazioni (clinica di Iosefka, sei tu?), sia per le animazioni.

Appena usciti all’aperto, ci siamo ritrovati in una sorta di mix tra Yharnam e le architetture più tipiche di BioShock. Insomma, visivamente non c’è davvero da lamentarsi. Peccato per il nostro burattino, quasi troppo bello, troppo pulito per aggirarsi in un mondo così devastato e in decadimento (anche i vestiti del personaggio si macchiano terribilmente combattendo, ma solo per pochi secondi. Peccato). In fondo però, il nostro Pinocchio non è per niente un burattino normale: può addirittura mentire (chissà se questa meccanica così intrigante avrà degli effetti sulla storia, magari nel caso ci siano finali multipli).

Il nostro scopo è ritrovare Geppetto e scoprire cos’è realmente successo a Krat, una città un tempo ridente e ricca, ma ora abitata solo dalla morte causata dai robot sfuggiti al controllo dell’umanità.

La prima meta da raggiungere è l’hotel, il nostro hub di gioco, ma la demo di Lies of P offre molto di più, permettendoci di esplorare anche l’area successiva fino al Municipio di Krat. Tra noi e questa destinazione ci sono diversi personaggi, ben due boss e qualche mini boss.

Aggressivo, tecnico e stiloso

Come vi accennavamo, la demo di Lies of P ci permette di esplorare in lungo e in largo le prime aree di gioco, scoprendone il level design ed esaminando il combat system anche attraverso gli scontri con i boss.

Il design dei nemici base è particolarmente evocativo, così come quello dei vari NPC che incontreremo lungo la strada (tra tutti spicca sicuramente Sophia, la nostra “Fata Turchina”, misteriosa e gentile). Il combattimento, pad alla mano, presenta svariati punti di forza, ma anche qualche zona d’ombra che non ci ha pienamente convinti.

Il nostro protagonista impugna un’arma nella mano destra, mentre il braccio sinistro è meccanico e intercambiabile: abbiamo sperimentato con una sorta di braccio-rampino che consente di tirare a sé i nemici e con una versione dell’arto potenziata con l’elettricità. Le abilità del braccio robotico non possono essere utilizzate all’infinito, in quanto l’apposita barra che ci consente di sfruttarle si consuma rapidamente, ma rappresentano comunque una bella aggiunta al gameplay, utile a dare varietà.

Le armi nella mano destra invece, che possono essere acquistate dai mercanti o ottenute dai nemici sconfitti, sono costituite da diverse combinazioni di lama e impugnatura. Vanno inoltre potenziate tramite un apposito NPC dell’hub di gioco, utilizzando Ergo (le “anime” di Lies of P) e materiali.

Il primo boss della demo non ci ha particolarmente impensierito, così come i nemici base disseminati per le mappe: a parte qualche agguato piuttosto cattivo, niente ci ha davvero ostacolato. Non si può dire altrettanto invece del boss finale della versione di prova, un robot che sfrutta l’energia del fulmine per far saltare i nostri circuiti: questo nemico può essere paragonato a Margit, il primo “muro di difficoltà” per i neofiti di Elden Ring. Si tratta infatti di un boss che va affrontato dopo aver preso dimestichezza col gameplay, con la consapevolezza di dover imparare abbastanza bene il suo moveset per avere la meglio. In questa battaglia possiamo addirittura farci assistere da uno Spirito evocabile davanti all’arena del boss tramite un apposito consumabile, il companion però non riuscirà a fare tutto il lavoro: dovremo comunque aver studiato per bene la battaglia per vincere. Si tratta di un difficulty spike piuttosto eloquente, che già rende Lies of P un titolo più complesso e sfidante rispetto a Steelrising, un altro illustre predecessore nel genere. È quasi un peccato che il concept della “rivolta delle macchine” sia stato recentemente già usato proprio dal titolo di Spiders, anche se in una cornice diversa.

Ma come ci si difende in Lies of P? Le parate sono fondamentali: una parata perfetta permette di non subire alcun danno, mentre una parata parziale dà la possibilità di recuperare i PV persi attaccando subito dopo. La schivata e il roll invece non ci hanno affatto convinti: spammarli non serve a molto, danno l’impressione di essere molto poco efficaci. Altrettanto superflua sembra essere la meccanica legata alla durabilità delle armi: combattendo infatti le nostre lame si rovinano e vanno aggiustate grazie alla smerigliatrice montata sul nostro braccio meccanico. Ci siamo ben presto dimenticati di questa meccanica, riuscendo ad affrontare esplorazione e boss senza praticamente utilizzarla tra uno Stargazer (i “falò” di Lies of P) e l’altro. Un altro piccolo dettaglio che risulta fastidioso è la scelta del pulsante cerchio per la corsa veloce, un po’ scomodo da utilizzare in quanto rende difficoltoso orientare la telecamera mentre si scatta.

Attaccare con aggressività invece, dopo aver compreso quando e come parare, si è rivelato piuttosto soddisfacente: tempestando il nemico di colpi si arriva a illuminare la sua barra dei PV di bianco, segno che è il momento di scagliare rapidamente un attacco caricato. Se questo va a segno, otterremo un utile stagger e la possibilità di infliggere ingenti danni.

Per ripristinare i nostri PV avremo a disposizione le Celle a Impulso, risorsa a dir poco preziosa: in Lies of P, una volta terminate le Celle a nostra disposizione, potremo ottenerne un’altra attaccando i nemici, ripristinandola colpo dopo colpo. Questa meccanica è abbastanza “tricky” perché, come ben capite, quando si è senza cure si tende a stare in difesa, e non ad attaccare selvaggiamente.

Il level design del titolo non ci ha stupiti con effetti speciali, impossibile perdersi o rimanere particolarmente sorpresi davanti a mappe così lineari, anche se costruite su piani differenti (la città offre spesso un livello inferiore, per strada, e un livello superiore, tra parapetti e scalette). Ci incuriosisce molto invece l’albero delle abilità che si sblocca a fine demo, potrebbe rappresentare una bella aggiunta per lo sviluppo del personaggio. Simpatica anche l’idea di poter cambiare abito e copricapo al nostro burattino, anche se questo non ha alcuna influenza sul gameplay.

In conclusione, Lies of P sembra essere un titolo valido per gli amanti del genere, in grado di offrire un livello di sfida da non sottovalutare. Alcune meccaniche sono interessanti e hanno grande potenzialità (pensiamo al braccio meccanico, alle cure che si ripristinano attaccando o all’albero delle abilità), altre invece non ci hanno proprio convinti (la schivata e il roll abbastanza legnosi, la durabilità delle armi che va ripristinata manualmente). In questo contesto narrativo così ispirato, siamo molto curiosi di capire quanto potrà essere interessante e intelleggibile la trama. Riusciremo ad affezionarci ai nostri Pinocchio, Geppetto, Sophia e compagnia bella? Dovremo aspettare il 19 settembre 2023 per scoprirlo. I preordini, anche per la Deluxe Edition fisica, sono aperti.

Offerta
Lies of P
  • Un action soulslike ispirato alla celeberrima fiaba di Pinocchio
  • Ambientato in un oscuro mondo Belle Époque

Scritto da
Chiara Ferrè

Ciao, sono Chiara. Cresciuta a pane, Harry Potter e Final Fantasy, ho da sempre una grande passione per la narrazione in tutte le sue forme. Cerco campi di battaglia, magici cappelli, lucertoloni volanti. Ho una penna e non ho paura di usarla.

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