Linkito | Recensione

È facile associare l’estate a mattine e pomeriggi passati in spiaggia; certo, ci vengono in mente i tuffi e le nuotate nel mare, i castelli di sabbia, i chili di crema solare per evitare le ustioni. Ma anche i cruciverba e gli enigmi da risolvere sotto l’ombrellone. Anche il mondo videoludico ci presenta nuovi puzzle game, come Linkito, il lavoro di esordio dello sviluppatore francese Kalinarm. Vediamo insieme di cosa si tratta nella nostra recensione!

Puzzle distopici

C’è un film che più di altri ci è venuto in mente giocando a Linkito, ovvero Brazil, il capolavoro distopico di Terry Gilliam del 1985. Chi lo ha visto sa che si tratta di una rilettura di 1984 di George Orwell, ma ha segnato dalle atmosfere oniriche dell’ex membro dei Monty Python. In Brazil Sam, il protagonista, era costretto ad un lavoro da burocrate al servizio di un ente statale, che lo portava, in seguito a rocambolesche avventure, a reagire contro l’opprimente sistema. Allo stesso modo in Linkito lavoriamo per la Albatross Technologies in qualità di ingegneri, in una ambientazione che è a tutti gli effetti una versione distopica degli anni ’50 del secolo scorso. Non abbiamo però scelto effettivamente di lavorare per la Albatross: nel mondo di Linkito infatti ogni anno si tiene una lotteria, in cui le caste dei diseredati hanno la possibilità di vincere una vita migliore ad Albatown. Come potete ben immaginare, siamo proprio noi i vincitori, e quindi avremo la possibilità di minare dall’interno il desiderio di onnipotenza di questa corporazione.

Le basi del gameplay di Linkito sono costituite da una manciata di componenti e, di solito, da un numero di fili pari a quello che si desidera collegare tra loro, con l’obiettivo di creare un output stabile. L’output può variare da un tipo di puzzle all’altro, che si tratti di una fonte di energia costante, di un numero prestabilito di piccoli robot in marcia verso la meta o persino di un messaggio decodificato.

All’inizio avremo prevalentemente a che fare con l’energia elettrica. Trascinare una linea dall’alimentazione all’obiettivo sarà un gioco da ragazzi, ma presto diversi tipi di interruttori e sdoppiatori inizieranno a complicare i meccanismi di soluzione. I cerchi gialli attaccati a un interruttore o a un’altra alimentazione sono sempre un’uscita, mentre i cerchi blu su un dispositivo sono sempre un’entrata, ma quando c’è un coperchio su un’uscita che ha bisogno di un’alimentazione per aprirsi e solo un numero limitato di fonti da cui questa può provenire, diventa presto necessario iniziare a pensare all’ordine delle operazioni. Alimentare il coperchio dell’ingresso, alimentare l’ingresso non più coperto, scollegare il coperchio perché deve rimanere alzato solo per il tempo necessario a collegare un cavo, e questo è quanto. Naturalmente, quando questa logica si applica a un coperchio metallico che nasconde una serie di componenti interconnessi, può essere necessaria un’attenta riflessione per ottenere il giusto risultato.

Corto circuito

Con il suo design unico e bello da vedere, Linkito si distingue da altri rompicapo logici simili di Zachtronics e Tomorrow Corporation. Per quanto disordinati siano gli spazi di lavoro, i marchingegni che vi sono disseminati sono facili da afferrare e da utilizzare, e tirare i fili dalle uscite gialle agli ingressi blu è più soddisfacente di quanto possa esserlo un criptico gioco di unisci i puntini. Ancora migliore è il senso del ritmo di Likito, che salta rapidamente tra le varie tecnologie dell’epoca nella quale è ambientato il gioco.

Fortunatamente, nei 50 livelli richiesti dal gioco, il senso di déjà vu è minimo. La maggior parte delle soluzioni sono uniche e sfruttano combinazioni di segnali ritardati, batterie con cariche a tempo, stazioni di automazione e trasmettitori disponibili quando si girano i quadranti, si azionano gli interruttori, si aumentano i livelli di potenza e si tengono premuti i pulsanti. Vi assicuriamo che è più semplice a farsi che a dirsi! I livelli migliori creano percorsi circuitali che sembrano improvvisati ma che hanno in realtà una logica di fondo, sfruttando l’ambientazione retrò per nascondere soluzioni fuori dagli schemi dall’apparente disordine di pannelli e indicatori LED.

Inoltre, ogni zona ha i suoi eccentrici requisiti da padroneggiare man mano che l’Impiegato #5678971 si fa strada nella gerarchia aziendale. Il nostro lavoro si basa sul completamento di circuiti, come è evidente quando ripariamo dei tostapane nella divisione Riparazioni, ma dovremo anche capire come far pilotare i cavi disponibili a un drone una volta entrati nei ranghi della squadra di Robotica, e come trasmettere non solo correnti elettriche ma anche segnali di dati che dovremo criptare o decriptare come membro dello Spionaggio. Tra un incarico e l’altro, potremo anche scegliere di tornare alla nostra scrivania in ogni zona, cliccando per interagire con i vari oggetti presenti nell’ambiente e cercando microfilm nascosti dai famigerati “terroristi anarchici” della città.

Al servizio dei burocrati

Nel corso di Linkito, i dialoghi dei nostri capi, i post-it dei colleghi e gli incarichi stessi ci dipingeranno gradualmente un quadro completo di ciò che accade ad Albatown, che sostiene di essere l’unica città rimasta dopo la Grande Guerra del 1890, ma che sta chiaramente comunicando con gli estranei e reprimendo la propria popolazione.

Pur raffigurando un mondo apertamente ostile ai suoi lavoratori, Linkito ci consente sempre una certa libertà di movimento. Ogni divisione dipartimentale degli stage ha una serie di incarichi obbligatori e opzionali, che assicurano la possibilità di completare il gioco senza troppe difficoltà; poi ci sono anche grandi pulsanti rossi di suggerimento che i giocatori possono premere se rimaniamo bloccati. Se non altro, il gioco ci lascia forse troppo margine di manovra quando la posta in gioco si alza. Nel centro d’intervento, i giocatori hanno il compito di disinnescare rapidamente le bombe a orologeria, ma poiché il gioco mette a disposizione tantissimo tempo, non si ha mai la sensazione di essere sotto pressione.

Tuttavia, nei momenti più importanti, Linkito offre enigmi coinvolgenti. L’area finale, il Centro di controllo di Albatross Tech, incorpora in modo creativo elementi di ciascuna delle divisioni precedenti, con elaborati marchingegni a più pannelli che ci porteranno a programmare robot per trasportare dati che possono essere utilizzati per sbloccare il percorso di una bomba. Inoltre, un promettente editor di livelli assicura che dopo il lancio ci saranno dispositivi ancora più impegnativi da risolvere.

Una questione di connessioni

Bastano poche ore in compagnia della logica di Linkito per costruire macchine intricate mentre si cerca la soluzione ad un enigma, collegando più componenti di varia complessità con solo un po’ di ricablaggio quando non va del tutto secondo i piani. Le decine di parti e i cambiamenti nello stile dei puzzle per ogni capitolo della storia fanno sì che Linkito si muova dall’inizio alla fine, ed è difficile fermarsi prima di aver risolto completamente ogni singolo contenuto.

Linkito è disponibile completamente in italiano. Non presenta un doppiaggio nella nostra lingua, ma l’interfaccia ed i sottotitoli sono tutti nella nostra lingua madre. Un dettaglio non da poco, visto che non tutti potrebbero avvicinarsi a definizioni tecniche, nonostante il gioco non sia estremamente complesso e risulterebbe comunque intuitivo.

7.8
Riassunto
Riassunto

Linkito è un buon puzzle game che adotta delle meccaniche simili ai giochi della Zachtronics. L'ambientazione distopica aggiunge uno strato accattivamente al gioco, e l'editor dei livelli lo rende potenzialmente infinito.

Pro
Nella sua complessità è intuivo e divertente Trama e contesto interessanti Potenzialmente infinito grazie all'editor di livelli
Contro
Gli ultimi livelli hanno qualche problema coi controlli Inizialmente fa fatica ad ingranare
  • Concept & Trama8
  • Gameplay8
  • Comparto Artistico7
  • Comparto Tecnico8
Scritto da
Silvia SiL Mannu

Nel lontano 1990 entro in una sala giochi e scopro i cabinati arcade. Da quel momento, la passione per i videogames non mi ha mai abbandonata. Oggi sono una PC Gamer legata soprattutto a titoli action, giochi di ruolo, stealth e picchiaduro.

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