Nata dalla brillante mente di Hideo Kojima, Metal Gear è una serie stealth che è riuscita a rinnovarsi ad ogni nuovo capitolo aggiungendo meccaniche sempre più interessanti.
Nonostante un gameplay ben strutturato, ciò che ha contribuito a rendere Metal Gear un cult del mondo videoludico è stata senza dubbio la storyline, caratterizzata da colpi di scena incredibili e da temi tutt’altro che banali.
Insomma ci troviamo di fronte ad una saga che ha veramente fatto la storia dei videogiochi e che, nel corso degli anni, ha ricevuto diverse riedizioni, così da permettere ai giocatori più giovani di rivivere le avventure di Snake e compagni.
Il progetto più recente è quello di Metal Gear Solid Delta, remake del terzo iconico capitolo e in arrivo il prossimo 28 agosto 2025.
Quale migliore occasione, se non questa, per ripercorrere l’intera storia del mondo creato da Hideo Kojima? Ecco a voi dunque un nuovo episodio della rubrica “Top Serie videoludiche: l’evoluzione nel tempo“, dedicata questa volta alla Metal Gear Solid Saga.
Un po’ di storia
Il primo capitolo rilasciato dalla Konami e creato da Hideo Kojima risale al 1987, con il semplice nome di Metal Gear.
Il gioco in questione fu rilasciato per NES e MSX2 e, già da allora, si iniziavano a intravedere degli elementi stealth che sarebbero diventati poi i punti di forza dell’intero brand.
Elementi che, almeno in un primo momento, non erano stati previsti. Konami voleva infatti un gioco militare che potesse tenere testa a Commando di Capcom.
Ben presto Kojima si rese conto di non poter competere con il gioco rivale a causa delle limitazioni tecniche di MSX2. La migliore soluzione sarebbe stata quindi quella di mettere meno nemici a schermo e di evitare i combattimenti.
Ecco quindi come nacque l’idea di avere una spia come protagonista. In ogni caso, il titolo si rivelò un successo, tanto da ricevere un seguito. Stiamo parlando di Metal Gear 2: Solid Snake, rilasciato solo su MSX2.
L’anno della svolta, tuttavia, fu il 1998, in cui la saga di Metal Gear sbarcò su PlayStation 1, sfruttando tutto il potenziale della console di casa Sony.
Con PS1 Kojima poté infatti creare un gioco in terza persona mettendo a frutto tutte le sue idee di gameplay, precedentemente non applicabili a causa delle limitazioni sopra citate.
In ogni caso, la risposta positiva del pubblico portò Konami a puntare sul brand, pubblicando una serie di seguiti diretti e spin-off che, ahinoi, si sono conclusi con Metal Gear Solid V.
Capitolo che, come ricorderete, fu vittima di un pesante taglio di contenuti causato dal litigio tra Kojima e Konami, sancendo la fine del mondo dedicato a Snake e compagni.
ATTENZIONE: Proseguendo con la lettura troverete diversi spoiler sugli avvenimenti
MMMetal Geeeear
Prima di addentrarci nei singoli capitoli è bene sapere che la saga di Metal Gear si incentra principalmente sul tema della deterrenza nucleare.
Gli avvenimenti di ogni titolo hanno infatti come obiettivo finale quello di distruggere armi nucleari, i Metal Gear per l’appunto.
Lo scopo ultimo è quello di evitare che ogni Nazione possa armarsi a livello nucleare per mantenere stabili gli equilibri mondiali.
Ed ecco allora che la serie creata da Hideo Kojima ha a che fare con intrighi politici e giochi di potere di ogni genere, in cui Snake e compagni non sono altro che pedine di un disegno molto più grande di loro.
Big Boss
Per rendere meglio comprensibile l’universo creato da Kojima, inizieremo a parlarvi di Metal Gear Solid 3: Snake Eater (2004), terzo capitolo della serie che rappresenta però l’incipit dell’intera saga a livello di trama.
Il gioco è ambientato durante la Guerra fredda (1964). In questo contesto, il protagonista John ( Naked Snake) ha il difficile compito di salvare uno scienziato russo costretto a lavorare su un’arma capace di lanciare testate nucleari.
Durante la missione John viene però tradito da The Boss, sua mentore che si è apparentemente alleata con il generale russo Volgin, un esaltato ufficiale della GRU che vuole spodestare il governo russo costruendo un’arma di distruzione di massa (lo Shagohod).
La donna mette K.O John, causando il fallimento della missione che, a questo punto cambia di obiettivo: uccidere The Boss.
Ad aiutare Snake troveremo Eva, spia che si spaccia amante di Volgin per poter raccogliere importanti informazioni. Insieme ad Eva troviamo anche Ocelot, spia del KGB e, segretamente della CIA. Quest’ultimo sembra essere un rivale di John salvo poi rivelarsi un alleato.
Dopo aver sconfitto il Cobra Team, squadra d’élite di Volgin e lo stesso colonnello, John si scontra con la sua mentore, uscendone vincitore.
Volati via dalla Russia a bordo di un aereo, John ed Eva si rilassano davanti ad un camino, in una casupola dell’Alaska, dove le due spie cadranno l’una nelle braccia dell’altro.
Al risveglio però, Jack si trova da solo con una registrazione lasciata da Eva.
La donna era una spia cinese incaricata di rubare un CD-Rom contenente l’eredità dei filosofi, una grossa somma di denaro che lo stesso Volgin aveva usato per finanziare lo Shagohod e che il nome Eva era in realtà il nome in codice di una spia che aveva ucciso e di cui aveva preso l’identità.
Tornato negli USA, Snake viene premiato dal Presidente degli Stati Uniti come eroe della patria, ottenendo il titolo di “Big Boss”.
Un riconoscimento che John non accetterà mai del tutto dopo aver scoperto la verità su The Boss.
La donna non era una disertrice ma una vera e propria eroina della patria. Per evitare un’ escalation tra USA e URSS, The Boss aveva deciso di prendersi la colpa per le azioni di Volgin consapevole del fatto che il governo USA avrebbe mandato qualcuno per ucciderla, così da tenere buono il Presidente Russo.
Stealth Portatile
Il successo di MGS3 convinse Konami a sviluppare degli spin-off per PSP, la console portatile di mamma Sony che in quel momento aveva bisogno di giochi di spessore per piazzare quante più vendite possibile.
È in questo modo che nel 2007 e nel 2010 arrivarono, rispettivamente MGS: Portable Ops e Peace Walker.
Nel 1970 (Portable Ops), Naked Snake si trova in Sud Amercia per reprimere una rivolta fatta scoppiare dai membri della FOX, gruppo di cui anche Snake fece parte. La missione primaria è quella di sconfiggere Gene, leader attuale della FOX, intenzionato a costruire un nuovo Metal Gear (Roxa) che avrebbe potuto incrinare nuovamente i rapporti tra USA e Russia. Snake riesce nel suo intento e, una volta tornato a casa, fonda la FOXHOUND.
La storia riprende nel 1974 con Metal Gear Solid: Peace Walker. In Costa Rica, Big boss e Miller, suo compagno d’armi, sono contattati dalla scienziata, Paz per liberare il paese dall’invasione della CIA.
Ben presto si scopre che gli interessi dell’organizzazione americana vanno oltre la semplice occupazione.
Il territorio controllato è infatti utilizzato come luogo di test per la costruzione dell’ennesima arma nucleare che, ancora una volta, Big Boss si troverà a dover sabotare.
Un epilogo amaro
Anche se Peace Walker rappresenta uno spin-off della saga, con Metal Gear Solid V: The Phantom Pain, il titolo è diventato uno dei capitoli più importanti.
Questo perché The Phantom Pain è un seguito diretto del gioco PSP, raccontando eventi del tutto collegati ad esso.
Il titolo avrebbe potuto rappresentare il perfetto epilogo per Snake e compagni, chiudendo definitivamente il cerchio degli eventi. Purtroppo, a distanza di anni, il titolo è ancora molto discusso a causa di uno sviluppo complicato che ha rovinato il prodotto finale.
MGS V è infatti vittima degli attriti tra Konami e Kojima, che vide la software house nipponica tagliare i finanziamenti allo sviluppatore.
Ma non finisce qui perché, non contenta, Konami decise anche di pubblicare MGS V: Ground Zeroes, gioco di una manciata di ore che rappresentava a tutti gli effetti il prologo di The Phantom Pain.
Insomma, una mossa di marketing davvero fuori di testa che causò la furia dei fan storici. Ciò nonostante, Metal Gear Solid V risulta forse il miglior MGS mai realizzato, almeno per quanto riguarda il gameplay.
Il gioco era diventato a tutti gli effetti un sandbox. Ogni missione si svolgeva in una mappa molto vasta permettendoci di attuare decine di strategie diverse.
Oltre a ciò il titolo era caratterizzato da un’IA adattiva in cui i soldati cambiavano comportamento ed equipaggiamento a seconda del nostro stile di gioco. Per fare un esempio, un alto numero di colpi alla testa avrebbe portato i soldati nemici ad usare dei caschi protettivi.
Ma non finisce qui perché l’aspetto ludico si arricchiva anche con una serie di supporto che potevano venire in nostro aiuto durante la missione. Insomma, con The Phantom Pain, Kojima si era decisamente superato.
In ogni caso, le vicende di questo quinto capitolo vedono Big Boss alle prese con un colpo di stato da parte di Skull Face, leader di Cipher, compagnia estremista della XOF.
Dopo un attacco alla propria Mother Base, Big Boss subisce grossi danni, cadendo in coma. A nove anni di distanza, Snake si risveglia e, con l’aiuto dei compagni Ocelot e Miller, ricostruisce una nuova Mother Base.
Dopo aver ricostruito un proprio esercito, l’uomo decide di vendicarsi di Skull Face che, nel frattempo, aveva dato inizio alla produzione di un nuovo Metal Gear. Big Boss riesce nel suo intento ma non è questo il vero finale del gioco, che nasconde una realtà ancora più sconcertante.
Il Big Boss protagonista di The Phantom Pain V era infatti il medico personale del vero Snake (John). Durante gli anni di coma l’uomo aveva subito un trapianto facciale e un’ipnosi da parte di Ocelot così che lo stesso potesse davvero credere di essere il vero Big Boss.
Ciò ha permesso quindi a John di muoversi nell’ombra, lontano da occhi indiscreti, così da dedicarsi alla creazione di Zanzibar Land. In altri termini, il Big Boss di Outer Heaven, nonché antagonista del gioco del 1987, era lui.
Les Enfants Son Terrible
Per rendere più comprensibile il proseguo della storia è importante fare riferimento al progetto “Les Enfants Son Terrible”. Lo Snake protagonista dei giochi NES/MSX2, di Metal Gear Soli 1 e Metal Gear Solid IV non è infatti Big Boss, anche se ne condivide i geni.
“Les enfants son terrible” è il nome di un progetto nato dalla FOXHOUND, il cui scopo era quello di creare il soldato perfetto sfruttando i geni di Big Boss (John).
Dal progetto nacquero 3 cloni quasi perfetti: Solid Snake, Liquid Snake e Solidus Snake (la cui presenza verrà tenuta nascosta fino al secondo capitolo). I geni dominanti dovevano essere impiantati in Liquid mentre quelli recessivi in Solid. Per tutta la durata del primo Metal Gear, Liquid crede di aver quei geni, fin quando non scopre la cruda verità: i geni dominanti vennero in realtà impiantati nel corpo di Solid. Un odio infinito nacque nel cuore di Liquid che, da quel momento, divenne la nemesi del fratello.
In ogni caso, per evitare che i cloni potessero prendere il sopravvento, i geni degli stessi furono modificati per causare un invecchiamento precoce e per bloccare la loro riproduzione.
Nome in codice: Solid Snake
Nel 1995 si svolgono i fatti relativi a Metal Gear, il primo gioco assoluto rilasciato su NES e MSX2. Solid Snake viene inviato dalla FOXHOUND nella nazione di “Outer Heaven” per salvare il compagno Gray Fox, fatto prigioniero mentre cercava di infiltrarsi all’interno dello stato. Oltre a questo Snake ha i compiti di mettere in salvo il Dr. Pettrovich e di distruggere un’arma nucleare.
Una volta compiuti i tre obiettivi Snake si trova di fronte al leader di Outer Heaven che si rivela essere il Big Boss di MGS V riuscendolo a sconfiggere dopo una lunga battaglia.
Dopo 4 anni, Solid viene mandato a Zanzibar Land con l’obiettivo di mettere in salvo il Dr. Marv, catturato poiché in grado di produrre petrolio grazie all’invenzione di un nuovo batterio.
Una volta giunto sul posto, però, Snake scopre che Marv è stato ucciso, sempre a causa dello sviluppo di arme nucleari segrete.
Ad interrompere le indagini del protagonista è l’ex compagno Gray Fox, alleatosi con Big Boss. Nonostante ciò Snake riesce a sconfiggerli entrambi.
Incipit: Solid e Liquid
Il capitolo arrivato su PS1 risulta probabilmente il gioco più iconico dell’intera saga. Il salto generazionale di PS1 permise a Kojima di creare uno stealth puro, inserendo meccaniche che per l’epoca sembravano irraggiungibili.
Oltre a ciò il titolo era caratterizzato da una storia profonda e ricca di colpi di scena che veniva raccontata fin nei minimi dettagli grazie alle iconiche frequenze radio.
Il gioco si svolge nell’isola di Shadow Moses nel 2005. Qui, gli ex componenti di Foxhound sono capeggiati da Liquid e tengono in ostaggio il direttore della struttura.
Il loro scopo è infatti quello di ottenere il DNA di Big Boss. Se non accontentato, il gruppo è pronto a lanciare una testata nucleare.
Il colonnello Roy Campbell chiede a Solid Snake di recarsi sul posto per impedirne il lancio della testata nucleare e salvare i prigionieri, tra cui si trova anche la nipote Maryl.
Durante la missione, Snake scopre che all’interno della struttura è stato progettato il Metal Gear Rex, arma con cui Liquid aveva intenzione di lanciare le testati nucleari.
Con il supporto del Dr. Hal Emmerich (Otacon), riesce però a distruggere il Gear, anche grazie a Gray Fox, tornato sotto forma di cyborg ma in cerca di redenzione dopo gli eventi del primo Metal Gear.
Lo scontro più importante è però quello con Liquid che si conclude con la vittoria di Snake. Dopo una battaglia epica, infatti, Liquid si accascia a terra, perdendo la vita. Ben presto si scopre infatti che la Dott.ssa Naomi aveva iniettato a Snake il virus FoxDie, che avrebbe dovuto infettare tutti i super-guerrieri, tra cui si trovava il fratello Liquid.
Quella della spia era quindi una missione suicida, considerando che anche Snake stesso era un super soldato.
La Teoria dei Meme
Nel secondo capitolo siamo nel 2007, due anni dopo Shadow Moses, quando Snake insieme a Otacon partecipa a un programma dell’ONU per rimuovere tutti i progetti derivanti dal Rex.
La missione di Snake è quindi quella di sabotare una petroliera nella quale si trova il Metal Gear Rex. Purtroppo, la missione fallisce in quanto Ocelot affonda la nave dopo essersi trapiantato il braccio di Liquid che ha preso il controllo della sua mente.
Due anni dopo il naufragio della petroliera viene costruita la Big Shell, una piattaforma per la ripulitura e la depurazione dell’acqua contaminata. La struttura viene però conquistata da Dead Cell, un gruppo di terroristi che, tra le altre cose, tiene in ostaggio il Presidente degli Stati Uniti d’America.
In assenza di Snake, la missione di salvataggio viene affidata a Raiden, il vero protagonista di questo secondo capitolo. Ad aiutarlo dalla distanza si trova Iroquois Pliskin, un misterioso uomo di cui non si conosce molto.
Dopo aver sconfitto vari esponenti di Dead Cell, Raiden raggiunge il presidente e trova Solidus, terzo clone di Big Boss.
E’ a questo punto che si rivela anche Snake, sopravvissuto all’attacco del Ray e che fino a quel momento aveva assunto le sembianze di Pliskin.
In questo momento, Raiden scopre di essere stato una cavia e di aver partecipato ad un programma militare di simulazione.
Molte delle situazioni vissute, infatti, erano state simulate per vedere come la spia avrebbe reagito. Quando Raiden trova il presidente avvengono delle rivelazioni difficili da credere: Solidus si era alleato con i terroristi perché voleva il possesso del Ray e della Big Shell.
La piattaforma contiene infatti l’Arsenal Gear uno strumento che Solidus avrebbe potuto controllare per avere il controllo sulle informazioni.
Alla fine Solidus viene però sconfitto da Raiden e con lui l’interfaccia dell’Arsenal Gear, disattivato tramite un virus.
A differenza degli altri capitoli, Metal Gear Solid 2 si incentra sul tema delle informazioni, lasciando in secondo piano la deterrenza nucleare.
Tale ambito è stato poi soprannominato Teoria dei Meme, teoria secondo cui le informazioni, una volta rese pubbliche, si diffondono senza controllo.
Proprio come un meme, anche le informazioni, una volta rilasciate, sono incontrollabile e spesso è difficile trovare la vera fonte, non riuscendo a capire se si tratta di una vera notizia o di qualcosa di falso. In questo secondo capitolo la manipolazione delle informazioni diventa quindi il vero modo per controllare l’umanità.
War has changed
Nel 2014 si svolgono gli eventi di Metal Gear Solid 4: Guns Of The Patriots che conclude la linea temporale della saga.
Protagonista del gioco è un vecchio Solid Snake, invecchiato precocemente a causa dei geni che gli sono stati impiantati durante il processo di clonazione da Big Boss..
Il mondo non è più quello di prima, così come la guerra. Tutti i soldati sono ora potenziati con delle nanomacchine che migliorano le loro abilità. Questo sistema è controllato da un sistema informatico chiamato “Sons Of The Patriots“.
Lo scopo di Snake è quello di sconfiggere definitivamente il gemello Liquid, che si è impossessato totalmente della mente di Ocelot e che vuole controllare Sons of The Patriots. In questo modo Liquid potrebbe infatti controllare il mondo intero.
Oltre al solito Otacon, Snake è aiutato da Drebin 893, un commerciante di armi che, per permettere a Snake di usare le armi, gli inietta le nanomacchine.
Durante il primo incontro con Liquid, quest’ultimo riesce a violare parte del sistema informatico, causando uno state di malessere ai militari e allo stesso Snake.
In suo aiuto interviene Naomi, poco prima di venire catturata da Liquid. La nuova missione di Snake è quindi quella di portare in salvo la scienziata, che sembra si trovi in Perù. Una volta trovata, quest’ultima rivela a Solid che il suo corpo è un’arma biologica.
Ciò nonostante il nuovo obiettivo di Snake diventa quello di recuperare il corpo di Big Boss il cui DNA, a quanto pare, risulta fondamentale per attivare il Sons of The Patriots.
Durante il cammino l’uomo incontra Big Mama, che ben presto si rivela essere Eva, colei che aveva aiutato Big Boss in MGS3.
La donna è anche la madre surrogata di Snake e dei suoi due cloni, oltre ad essere una delle componenti dei Patriots, gruppo di oligarchi che aveva lo scopo di governare il mondo da dietro le quinte e di cui faceva parte anche Big Boss (John).
Dopo questa rivelazione, gli uomini di Liquid attaccano l’avamposto di Eva che, dopo una fuga in moto con Snake, perde la vita. Nel frattempo il corpo di Big Boss prende fuoco e Liquid fugge a Shadow Moses per recuperare il cannone elettromagnetico del Rex che avrebbe usato come arma nucleare.
Dopo varie peripezie Snake e Liquid si trovano a bordo della Outer Heaven, una grossa nave nel quale si trovano i server dei Patriots che Snake vuole definitivamente disattivare.
Dopo aver disattivato il sistema informatico, i due fratelli si scontrano per un’ultima volta in una battaglia epica. Uscitone vincitore, Snake incontra Big Boss che gli confida che il corpo che aveva preso fuoco era quello di Solidus.
Oltre a ciò si scopre che Ocelot non era mai caduto sotto il controllo di Liquid. Si trattava solo di un modo per raggirare i Patriots.
Il gioco si conclude con Big Boss che rassicura Snake affermando che le sue cellule non si trasformeranno in un’arma biologica e che quindi non dovrà uccidersi.
Una licenza da sfruttare
Quando una serie raggiunge il successo è facile aspettarsi che il publisher voglia sfruttare il più possibile la sua licenza per creare progetti secondari.
Ovviamente anche Konami non è stata di meno rilasciando due spin-off: Metal Gear Solid: Revengeance e Metal Gear: Survive.
Il primo, affidato ai ragazzi di Platinum Games, era un action con Raiden. Non si tratta però dello stesso protagonista di Sons of Liberty in quanto in Revngeance è nella sua forma cyborg.
Il gameplay era infatti un hack and slash puro, abbandonando completamente il gameplay stealth caratteristico della Metal Gear Saga. Ciò nonostante, Revengeance era un gioco davvero ben fatto, rimanendo ancora oggi un titolo iconico all’interno del mondo creato da Kojima.
Purtroppo non possiamo dire lo stesso di Metal Gear: Survive, un surival action-adventure con elementi da tower defense. Il titolo era infatti un chiaro modo per sfruttare gli assets di MGSV e creare un gioco low budget.
Il protagonista di Survive è un soldato della Mother Base, personalizzabile tramite un editor costruito ad hoc.
La stessa trama risulta di circostanza, vedendo il protagonista risucchiato in un worm hole e finire in una zona popolata da zombie. Lo stesso gameplay vedeva l’unione di caratteristiche dei capitoli canonici ed elementi survival. A tutto ciò si aggiungeva anche una modalità sopravvivenza da giocare in co-op in cui l’obiettivo è quello di difendere la base dalle orde di zombie.
Insomma un gioco anche divertente ma che con Metal Gear condivide solo il titolo.
Una serie in continua evoluzione
Come abbiamo sottolineato più volte, Metal Gear è stato uno dei primi giochi ad aver inserito nel proprio gameplay degli elementi stealth; lo scopo del gioco non era più quello di uccidere il nemico, ma quello di evitarlo.
Una delle armi più utilizzate nella saga era infatti la pistola a tranquillanti, utile per addormentare i nemici nel silenzio più totale senza essere scoperti dagli altri soldati.
Altro elemento di gameplay iconico riguarda la presenza dei punti interrogativi ed esclamativi sulle teste dei nemici che servivano a capire se fossero ìn allerta. Come non parlare poi dei tanti accessori a disposizione di Snake, tra i quali non possiamo non menzionare la scatola.
Uno strumento che, se equipaggiato, vedeva Snake nascondersi sotto una scatola per evitare di essere scoperto. Insomma, come avrete capito il gameplay di Metal Gear offriva al giocatore una moltitudine di possibilità. Cosa che con MGSV: The Phantom Pain ha raggiunto il suo punto massimo.
Tra l’altro, ogni capitolo aveva una sua peculiarità che lo rendeva unico da tutti gli altri. Ad esempio, in Metal Gear Solid 3 Kojima ha inserito la possibilità di curare fratture e contusioni di Snake, di utilizzare uniformi e pitture facciali per mimetizzarsi o, ancora, la possibilità di mangiare gli animali catturati nella jungla per aumentare la barra della salute.
MGS4 è invece il gioco in cui è stata inserita per la prima volta la personalizzazione delle armi, caratteristica ripresa e migliorata nel quinto capitolo.
Un altro elemento interessante presente nella serie riguardava la gestione di psiche e stress, che influivano in modo negativo sulla concentrazione e sui riflessi di Snake. Una bassa psiche e un alto livello di stress potevano causare una mira imprecisa. Anche l’esposizione al troppo caldo o al troppo freddo poteva influire negativamente sulla psiche del soldato.
Easter Eggs ovunque
Pur trattando temi molto seri e profondi, la Metal Gear Solid Saga aveva anche un senso dell’umorismo molto marcato. Nel corso dei vari capitoli, infatti, il buon Kojima si è divertito ad inserire Easter Eggs davvero esilaranti.
Tra le stranezze più iconiche troviamo le seguenti:
- Nel primo Metal Gear, affrontando Psycho Mantis, dovevamo staccare il joystick e riattaccarlo nell’ingresso del secondo controller per fare in modo che egli non potesse leggerci la mente;
- Durante il periodo di prigionia in MGS1, per evadere dalla cella, potevamo buttare del ketchup sul pavimento in modo che la guardia aprisse la cella credendoci morti. In alternativa avremmo potuto nasconderci sotto al letto in modo che la guardia pensasse che fossimo fuggiti;
- In Metal Gear Solid 3, se si spengeva la console dopo la scena della tortura, era possibile avviare una sezione di gameplay che si sarebbe rivelato poi un incubo fatto da Snake;
- Sempre in MGS3, il boss The End poteva morire di vecchiaia se avessimo acceso la nostra PS3 dopo una settimana senza accedere al gioco. In alternativa, potevamo cambiare l’orario interno della console per raggiungere lo stesso finale;
- In Metal Gear Solid 4, ad un certo punto dell’avventura, Otacon ci chiederà di inserire il CD 2. Dopo qualche secondo di attesa lo scienziato si correggerà confermando che PS3 supportava i dischi blu ray. Si tratta di un chiaro rimando al primo Metal Gear, in cui a metà avventura eravamo costretti a cambiare CD.
- Sempre nel quarto capitolo della saga, mentre Snake si sta dirigendo a Shadow Moses, potremo rivivere alcuni momenti del giovane Snake. La particolarità è che le fattezze di Snake sono ricreate con la grafica del primo Metal Gear;
- Se invece di uccidere i boss in MGS4 li addormentavamo con una pistola tranquillante, potevamo appropriarsi di alcuni dei loro oggetti;
- In tutti i titoli, fumando una sigaretta, perderemo parte della vita.
Quella di Metal Gear è una saga davvero unica nel suo genere, che ha regalato momenti iconici a tutti i videogiocatori che hanno avuto la fortuna di giocarla. La sua vera potenza è stata quella di costruire una trama ricca di dettagli e di aver avuto la capacità di rinnovare meccaniche di gameplay ad ogni nuovo capitolo.
corregete su Stile di gioco nelle ultime righe avete messo che il prossimo capitolo uscira nel 2010
Correggo subito, grazie per la segnalazione
clap clap hideo kojima <3
la mia saga preferita in assoluto