Esistono videogiochi che sono opere, sono pietre miliari, mattoni di una storia, quella videoludica, che nonostante sia tra le più recenti forme d’arte, è stata in grado di fare passi da gigante in pochi anni. E spesso, per queste opere, la prova del tempo è tutto.
Provate oggi a giocare a Super Mario 64, quello che ritengo essere ancora uno dei più grandi platform tridimensionali mai realizzati e anzi il padre di tutto quello che oggi abbiamo in questo campo: la telecamera grida vendetta a ogni singolo, dannato cambio di direzione. Oltre a questo, però, il tutto si ridurrebbe alla ricerca del proverbiale pelo nell’uovo, e la verità è che Super Mario 64 era, è e resterà per sempre incredibile. Proprio come Metroid Prime.
Con Metroid Prime 4 ormai scomparso da tempo (e ora si fa sempre più largo l’ipotesi che il progetto sia stato dirottato sulla prossima console Nintendo, che potrebbe arrivare nel 2024), la grande N non ha fortunatamente dimenticato quella che è una delle sue IP di maggior rilievo. E, grazie al cielo, nel Direct di febbraio ecco che viene annunciato e lanciato poco dopo Metroid Prime Remastered, perfetta per rispolverare quella Switch ferma da un po’ di tempo (insieme anche al DLC di Mario + Rabbids: Sparks of Hope, non dimentichiamolo). Un tuffo nei ricordi, un balzo indietro nel tempo, per riscoprire un videogioco ancora oggi semplicemente perfetto.
Metroid Prime fu un passo in avanti gigantesco, la riuscita impresa di prendere un videogioco bidimensionale, Metroid, e portarlo nella terza dimensione senza snaturarne l’essenza ma abbracciando invece le nuove tecnologie. In effetti, per tornare a un altro big del passato già citato, Metroid Prime nel 2003 replicò ciò che Nintendo aveva già fatto alcuni anni prima proprio con Super Mario 64, ma anche la serie The Legend of Zelda, dimostrando che le grandi IP non solo potevano sopravvivere al passaggio alla terza dimensione, ma ne avrebbero anche giovato. E la remastered da poco immessa sul mercato anche in formato fisico (approfittatene prima che le copie finiscano!), realizzata con precisione da Retro Studios, dimostra che forse Metroid Prime è invecchiato ancor meglio di altri grandi classici Nintendo di quegli anni.
La remastered ripropone in maniera ovviamente meticolosa il gioco che già conoscevamo, ponendosi come un ottimo upgrade grafico che non è propriamente un remake ma risulta essere comunque più corposo di una classica remastered che troppo spesso viene accomunata ai porting. Tallon IV, il pianeta nel quale si svolge l’avventura di Samus, è più vivo, fresco, luminoso e dettagliato, e questo non può che far bene all’occhio del giocatore in un titolo che pone l’accento sull’esplorazione.
Sebbene la visuale in prima persona con tanto di bocca da fuoco faccia pensare a uno sparatutto, Metroid Prime è prima di tutto quello che è sempre stato: un metroidvania, ossia un videogioco che racconta se stesso attraverso l’esplorazione, che spinge il giocatore a percorrere anfratti e vie secondarie alla ricerca di segreti, e “costringe” a un backtracking ricorrente che non nasconde la pigrizia o la ricerca di longevità, come troppo spesso accade in molti videogiochi, bensì l’esaltazione della progressione di armamenti ed equipaggiamenti che il giocatore sente direttamente sulla propria pelle. Un classico Metroid, appunto, portato vittoriosamente nella terza dimensione, con lunghe fasi di esplorazione tra un’adrenalinica e grandiosa boss fight e l’altra. Perché sì, in Metroid Prime si combatte poco, ma quando si combatte le cose si fanno davvero serie.
Forse l’unica seria mancanza che si può imputare a Metroid Prime Remastered, a conti fatti, è la mancanza di un elemento che in effetti già mancava nel gioco originale: il salvataggio automatico. Perché non implementarlo? Vero è che siamo diventati più pigri in tutti questi anni, e riscoprire il passato non fa mai male, ma una feature di questo tipo non avrebbe certo snaturato l’essenza del titolo, rendendolo invece maggiormente adatto al mondo di oggi.
Oh beh, poco male, perché Metroid Prime è una piacevolissima sorpresa in quello che ha tutta l’aria di essere l’ultimo anno di Switch, accanto al peso massimo The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom che arriverà a maggio. L’opera di Nintendo non sembra invecchiata di un giorno, grazie anche e soprattutto all’ottimo lavoro di restauro che non si è limitato al classico porting. Non possiamo fare altro che goderci questo atteso ritorno, anche se stiamo già incrociando le dita per il futuro: proprio come gli sviluppatori della remastered, anche noi speriamo che la grande N dia il via libera alla rimasterizzazione degli altri due capitoli, in attesa che l’attesa, scusate il gioco di parole, per Metroid Prime 4 finisca.
Metroid Prime Remastered è disponibile su Nintendo Switch.
- La prima avventura in 3D di Samus.
- L'intrepida eroina affronta una nuova missione in solitaria… ma scoprirà che non è affatto sola.
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