Microsoft e Nintendo hanno firmato ufficialmente un contratto per portare Call of Duty sulle console nipponiche per 10 anni. Chiaramente l’accordo entrerà in vigore solo nel momento in cui l’acquisizione di Activision Blizzard King andrà a buon fine.
Microsoft ha annunciato per la prima volta i suoi piani per un accordo decennale con Nintendo nei mesi scorsi. Questi piani specificavano che Microsoft si era impegnata a portare la serie Call of Duty su Nintendo Switch, a condizione che la fusione con Activision Blizzard fosse approvata.
Brad Smith, VP di Microsoft, ha confermato tramite Twitter che le due aziende hanno finalizzato il contratto, e che quindi l’accordo che riguarda Call of Duty è in vigore. Il contratto vincolante di 10 anni porterà la serie Call of Duty ai giocatori Nintendo, “nello stesso giorno di Xbox, con funzionalità complete e parità di contenuti”.
Microsoft ha anche spiegato di essere “impegnata a fornire un accesso paritario a lungo termine a Call of Duty ad altre piattaforme di gioco”.
Il breve annuncio di Brad Smith non entra troppo nei dettagli, a parte il fatto che si tratta di un accordo vincolante di 10 anni. Non c’è una data precisa su quando Call of Duty arriverà su Nintendo Switch e sulle future console di casa Nintendo (la next gen è già stata avvistata), ma chiaramente si tratta di un accordo che entrerà in vigore solo nel momento in cui la fusione tra Activision Blizzard King e Microsoft andrà a buon fine.
https://twitter.com/BradSmi/status/1627926790172811264?s=20
Per il momento possiamo quindi escludere che Call of Duty 2023, di cui si è tanto vociferato negli ultimi giorni, arriverà su Nintendo Switch, o comunque piattaforme Nintendo. Il gioco uscirà alla fine di quest’anno, e quasi certamente non ci saranno i tempi tecnici per l’approdo del gioco su console Nintendo, poiché il discorso dell’acquisizione di ABK andrà ancora per le lunghe.
Activision Blizzard King – Le ultime novità
Un anno fa, a gennaio 2022, Microsoft ha annunciato di voler acquisire Activision Blizzard King per una cifra intorno ai 69 miliardi di dollari, dando il via a una catena di eventi che, com’era prevedibile, ha coinvolto le agenzie antitrust di tutto il mondo.
Il motivo è abbastanza evidente: con questa maxi-acquisizione, Microsoft entrerebbe in possesso di brand importantissimi come Call of Duty, Warcraft e Candy Crush, oltre ovviamente a tutte le altre IP dell’azienda americana.
La discussione prosegue da mesi e mesi, con Sony e Microsoft coinvolte direttamente dall’antitrust per cercare di delineare quali sono le potenziali conseguenze di questa acquisizione, e abbiamo assistito a dichiarazioni abbastanza clamorose in più occasioni. Sony aveva ad esempio rivelato di aver proposto PlayStation Plus su piattaforme Xbox, cercando poi di stabilire condizioni per dare il proprio ok all’acquisizione.
Da alcune settimane, secondo i report, anche Nvidia e Google si sono schierate dalla parte di Sony e della FTC esprimendo dubbi e perplessità in merito a questa colossale acquisizione, e anche l’Unione Europea sembra indirizzata a schierarsi contro le attuali condizioni dell’acquisizione. La CMA britannica, da pochi giorni, ha poi diffuso una prima risposta ufficiale all’acquisizione, suggerendo a Microsoft che per avere l’ok dovrà limitare gli effetti di questo accordo – una delle possibilità suggerite è quella di vendere il franchise di Call of Duty.
A febbraio, dopo le prime analisi, l’ente del Regno Unito ha inoltre riferito che tre grandi aziende rivali di Xbox si sono ufficialmente espresse contro l’acquisizione.
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