La giornata dell’11 luglio 2023 è destinata a passare alla storia, perché Microsoft, dopo un lungo processo, ha vinto contro la Federal Trade Commission americana nell’ambito dell’acquisizione di Activision Blizzard King.
L’azienda americana, a meno di colpi di scena, riuscirà quindi a completare l’acquisizione entro la fine dell’anno, e a quel punto gli equilibri di potere saranno messi a dura prova. Uno degli aspetti in particolare più chiacchierati riguarda il futuro di Call of Duty, uno dei più importanti franchise in circolazione.
Cerchiamo quindi di dare qualche risposta ad alcune delle domande più ricorrenti sul futuro di COD, anche se, come potrete vedere, la situazione è ancora fumosa circa alcuni ambiti tra Game Pass e altre piattaforme.
Call of Duty 2023 (aka Modern Warfare 3)
Il prossimo capitolo della serie, a meno che tutti gli insider e i giornalisti del settore non abbiano preso un abbaglio, sarà Modern Warfare 3. Ormai è trapelato in mille modi, è stato addirittura mostrato recentemente ad alcuni giocatori dell’NBA che, si sa, sono tra i più grandi esperti di FPS. Scherzi a parte, attendiamo il reveal nelle prossime settimane, che secondo la tradizione degli ultimi anni dovrebbe arrivare ad agosto.
Se tutto andrà secondo i piani, Call of Duty: Modern Warfare 3 (o COD 2023, ecco) sarà lanciato quando l’acquisizione sarà ormai completata, considerando che Microsoft si è detta pronta a rinegoziare con la CMA del Regno Unito per trovare un accordo comune e chiudere la faccenda. Anche in questo scenario, tuttavia, la situazione non cambierà di una virgola rispetto a oggi: MW3 è ancora peraltro legato ad accordi contrattuali di marketing con PlayStation, e il gioco uscirà ovviamente anche su console Sony e PC.
Per quest’anno, insomma, non ci saranno sorprese. Le cose invece cambieranno a partire dal 2024, quando ne vedremo delle belle.
Call of Duty 2024, 2025, 2026… anche su PlayStation?
I documenti depositati da FTC, Microsoft, Sony e così via nel corso di tutti questi mesi, così come anche le dichiarazioni ufficiali dei vari nomi interessati, hanno evidenziato un dettaglio non da poco: l’accordo tra Sony e Activision per Call of Duty sta scadendo. E non parliamo solo dell’accordo relativo alla pubblicità e agli interessi commerciali, ma anche proprio alla distribuzione della serie su piattaforme PlayStation.
Le prime informazioni riferivano che l’accordo sarebbe scaduto nel 2024, e ciò indicava che COD 2025 sarebbe stato a rischio. Recentemente, però, è emerso che in realtà l’accordo potrebbe scadere proprio con il prossimo gioco in uscita in autunno, e questo fa di Modern Warfare 3 l’ultimo gioco della serie di cui è sicura la pubblicazione su PlayStation. Da quel punto in poi, quindi da quel COD 2024 di Treyarch in sviluppo, tutto è ancora avvolto nel mistero.
Esistono vari scenari, a questo punto, e nessuno è particolarmente chiaro. Premesso che questo discorso varrà quasi certamente a partire da Call of Duty 2024, Microsoft (ma anche Sony) potrebbe agire in vari modi.
L’azienda di Redmond ha prima di tutto stipulato una serie di importanti accordi decennali con aziende come Nintendo e fornitori di servizi come Nvidia, ma anche Boosteroid e Ubitu. L’intento è quello di portare non solo Call of Duty ma anche altri giochi di Activision (e forse Xbox) su queste piattaforme, per ampliare il bacino d’utenza del brand e dei suoi prodotti. L’accordo con Nintendo è quello senza dubbio più curioso, perché Spencer ha giurato che anche su Switch (o meglio, la console che verrà dopo Switch) Call of Duty sarà esattamente uguale alla versione su tutte le altre piattaforme. Ce la faranno? Impresa ardua, a meno che non si scelga il cloud.
PlayStation, invece, è nei guai. Forse non subito, ma presto o tardi lo sarà. Jim Ryan dovrà per forza scendere a patti con Spencer, per assicurarsi che Call of Duty 2024, 2025 e 2026 possano uscire su PlayStation: il franchise ha una community gigantesca sulle piattaforme Sony, e garantisce troppi profitti utili all’azienda per rinunciarci. Eppure, il colosso nipponico è ora di fronte a un bivio, e lo stesso Ryan ha sottolineato un punto molto interessante nel corso del processo.
Per i prossimi 3/4 anni, la situazione dovrebbe ancora essere calma: PlayStation 5, così come Xbox Series, è in circolazione da meno di tre anni, e ha ancora tanta strada davanti a sé. Il problema vero arriverà quando le software house esterne, tra cui anche gli studi di Activision, dovranno ricevere i devkit di PlayStation 6. E a quel punto la cosa sarà molto curiosa, perché come Ryan ha sottolineato Sony non intende dare in mano ad Activision (e quindi a Microsoft, la sua diretta rivale) le specifiche di PS6 prima del tempo. Ciò implica che gli sviluppatori di Call of Duty non avranno a disposizione tutte le caratteristiche della piattaforma Sony, e che quindi le versioni PS6 e Xbox next-gen saranno differenti, cosa che invece Phil Spencer non vuole.
Sì, quello che ora Call of Duty ha di fronte a sé è un paradosso, almeno su PlayStation. Sony può sorridere da un lato, poiché Microsoft non vuole dire addio agli incredibili introiti del franchise sulle console rivali (in questo momento almeno); dalle parti di Redmond si starà invece discutendo su come gestire il problema sollevato da Jim Ryan, che in effetti è assolutamente sensato.
E il Game Pass?
Bella domanda: Call of Duty arriva su Xbox Game Pass, ora che l’acquisizione è (quasi) completata? La risposta a tutto ciò è ancora complessa e poco chiara.
Premesso che questo discorso non vale per tutti i giochi Activision Blizzard, molti dei quali potrebbero arrivare su Xbox Game Pass già entro la fine dell’anno (Diablo 4 è un indiziato, e sarebbe davvero clamoroso), la situazione che riguarda Call of Duty è ancora indecifrabile.
Secondo gli accordi ancora in vigore tra Sony e Activision, i giochi della serie non possono approdare nel catalogo di Game Pass (proprio come altri franchise come Crash Bandicoot e Spyro), ma come ricordavamo poco fa questi accordi sono in fase di scadenza. A quel punto, molto probabilmente, Xbox Game Pass accoglierà non solo Call of Duty al day one come tutte le altre produzioni degli Xbox Game Studios, ma anche alcuni se non addirittura tutti i capitoli precedenti.
A tal proposito, tuttavia, ci permettiamo di segnalare quelle che potrebbero essere due problematiche da non sottovalutare. La prima riguarda la frammentazione della community, che Activision ha sempre cercato di evitare: lanciare una ventina di Call of Duty su Game Pass significa suddividere nello stesso momento la fanbase tra Modern Warfare, Black Ops, Ghosts, Advanced Warfare e tutti gli altri giochi pubblicati negli anni.
La seconda problematica riguarda la gestione dei server su console – che nei casi più remoti non sono neppure server, in quanto la serie adottava il sistema di host e lobby. Oggi la maggior parte dei videogiochi della serie è popolata da cheater, modder e quant’altro, rendendo del tutto ingiocabile il comparto multigiocatore. Activision dovrebbe mettere al lavoro molti dei suoi sviluppatori per aggiustare e monitorare in continuazione questi server, e in alcuni casi parliamo di videogiochi che hanno sulle spalle quasi 20 anni. Siamo davvero sicuri che il publisher americano sia interessato a ciò?
Scrivi un commento