A quanto pare l’ormai stantia vicenda relativa all’acquisizione da parte di Microsoft di Activision-Blizzard necessita di un nuovo attore. Dopo infatti l’approvazione dell’operazione da parte dell’agenzia antitrust sudafricana, l’FTC ha deciso di voler invece ampliare la vicenda, coinvolgendo addirittura Nintendo.
La Federal Trade Commission ha ufficialmente citato in causa la casa di Kyoto a seguito dell’accordo stretto con il colosso di Redmond per il brand di Call of Duty. Secondo quanto riportato, l’organismo di controllo avrebbe chiesto a Steve Singer, vice presidente di Nintendo of America, di comparire al fine di illustrare meglio il contratto decennale stipulato con Microsoft per portare il famoso sparatutto su Nintendo Switch.
Al momento il giudice ancora si deve esprimere sulla richiesta di comparizione avanzata dall’FTC nei confronti del dirigente della grande N. In caso infatti di mancato accoglimento, il tutto si esaurirebbe istantaneamente, e ciò potrebbe corrispondere effettivamente alla realtà dei fatti, dato il ritardo con il quale l’FTC ha introdotto questo nuovo “attore”.
Da quello che invece trapela in casa Nintendo, sembrerebbe che la major giapponese non avrebbe intenzione di apparire di fronte alla Commissione, presentando a sua volta una richiesta di cancellazione della citazione al giudice.
In attesa di sapere cosa accadrà in questo ulteriore sviluppo, vi riportiamo di seguito tutta la cronistoria della vicenda, così da riassumere le puntate precedenti.
Activision Blizzard King e Microsoft – La cronistoria
Un anno fa, a gennaio 2022, Microsoft ha annunciato di voler acquisire Activision Blizzard King per una cifra intorno ai 69 miliardi di dollari, dando il via a una catena di eventi che, com’era prevedibile, ha coinvolto le agenzie antitrust di tutto il mondo.
Il motivo è abbastanza evidente: con questa maxi-acquisizione, Microsoft entrerebbe in possesso di brand importantissimi come Call of Duty, Warcraft e Candy Crush, oltre ovviamente a tutte le altre IP dell’azienda americana.
La discussione prosegue da mesi e mesi, con Sony e Microsoft coinvolte direttamente dall’antitrust per cercare di delineare quali sono le potenziali conseguenze di questa acquisizione, e abbiamo assistito a dichiarazioni abbastanza clamorose in più occasioni. Sony aveva ad esempio rivelato di aver proposto PlayStation Plus su piattaforme Xbox, cercando poi di stabilire condizioni per dare il proprio ok all’acquisizione.
A gennaio 2023, secondo i report di Bloomberg, anche Nvidia e Google si sono orientate dalla parte della FTC esprimendo dubbi e perplessità in merito a questa colossale acquisizione, e anche l’Unione Europea sembra indirizzata a schierarsi contro le attuali condizioni dell’acquisizione. La CMA britannica, all’inizio di febbraio, ha poi diffuso una prima risposta ufficiale all’acquisizione, suggerendo a Microsoft che per avere l’ok dovrà limitare gli effetti di questo accordo – una delle possibilità suggerite è quella di vendere il franchise di Call of Duty.
A febbraio, dopo le prime analisi, l’ente del Regno Unito ha inoltre riferito che tre grandi aziende rivali di Xbox si sono ufficialmente espresse contro l’acquisizione. Jim Ryan, boss di PlayStation, ha specificatamente affermato di voler bloccare l’acquisizione, e Brad Smith ha affermato che i colloqui con Sony sono stati interrotti. Addirittura, Microsoft ha consigliato a PlayStation di trovare nuove alternative a COD.
Nel corso dello stesso mese, Microsoft ha però annunciato alcuni importanti accordi con Nintendo, Nvidia, Boosteroid e Ubitus, per portare i titoli Xbox e Activision su piattaforme e servizi di cloud gaming. Secondo gli analisti, questi accordi hanno portato una nuova ventata di ottimismo anche negli enti regolatori, che ora potrebbero accogliere con molta più accondiscendenza l’acquisizione. L’UE ha rinviato di alcune settimane la sua decisione finale.
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