Il responsabile della divisione gaming di Microsoft ha affermato che la proposta di acquisizione di Activision Blizzard da 69 miliardi di dollari non è un “fulcro” per il futuro di Xbox, e che Xbox continuerà a esistere anche se l’accordo verrà bloccato dalle autorità di regolamentazione del mercato.
Phil Spencer ha partecipato questa settimana ai colloqui con la CMA del Regno Unito per parlare della potenziale acquisizione di Activision Blizzard King, che porterebbe nelle mani di Microsoft brand come Call of Duty, Overwatch, Warcraft e molti altri ancora. L’incontro è avvenuto a seguito di un’audizione della Commissione europea in cui lo stesso Spencer ha difeso l’accordo proposto, e durante il quale Brad Smith di Microsoft ha ufficializzato importanti accordi con Nintendo e Nvidia.
In questo momento, dopo l’annuncio di questi accordi, sembra che le autorità antitrust siano maggiormente orientate a dare l’ok all’acquisizione, ma c’è un interessante interrogativo da porsi: cosa accadrà se la CMA, l’UE o chi per loro decideranno di bocciare l’affare?
Il Times ha fatto questa domanda a Spencer, il quale ha candidamente spiegato che l’acquisto del pacchetto ABK non è fondamentale per il futuro di Xbox. Spencer spiega (riportato da VGC):
Si tratta di un’acquisizione importante per noi. Non è un fulcro a lungo termine: Xbox esisterà anche se questo accordo non andrà a buon fine.
Se l’accordo non dovesse andare a buon fine, insomma, Xbox non subirebbe conseguenze (e certamente non sarà venduto a Sony, come un giornalista di Metro ha provocatamente scritto la settimana scorsa), e probabilmente indirizzerebbe parte dei fondi coinvolti nell’acquisizione per inglobare altri team o addirittura publisher – un esempio è Ubisoft, che secondo recenti report sta facendo di tutto per farsi acquisire da aziende più grandi.
Del resto, Xbox non è l’unico settore importante per i ricavi di Microsoft, che guarda invece anche a molti altri ambiti, dal cloud gaming ai software per computer.
Activision Blizzard King e Microsoft – La cronistoria
Un anno fa, a gennaio 2022, Microsoft ha annunciato di voler acquisire Activision Blizzard King per una cifra intorno ai 69 miliardi di dollari, dando il via a una catena di eventi che, com’era prevedibile, ha coinvolto le agenzie antitrust di tutto il mondo.
Il motivo è abbastanza evidente: con questa maxi-acquisizione, Microsoft entrerebbe in possesso di brand importantissimi come Call of Duty, Warcraft e Candy Crush, oltre ovviamente a tutte le altre IP dell’azienda americana.
La discussione prosegue da mesi e mesi, con Sony e Microsoft coinvolte direttamente dall’antitrust per cercare di delineare quali sono le potenziali conseguenze di questa acquisizione, e abbiamo assistito a dichiarazioni abbastanza clamorose in più occasioni. Sony aveva ad esempio rivelato di aver proposto PlayStation Plus su piattaforme Xbox, cercando poi di stabilire condizioni per dare il proprio ok all’acquisizione.
A gennaio 2023, secondo i report di Bloomberg, anche Nvidia e Google si sono orientate dalla parte della FTC esprimendo dubbi e perplessità in merito a questa colossale acquisizione, e anche l’Unione Europea sembra indirizzata a schierarsi contro le attuali condizioni dell’acquisizione. La CMA britannica, all’inizio di febbraio, ha poi diffuso una prima risposta ufficiale all’acquisizione, suggerendo a Microsoft che per avere l’ok dovrà limitare gli effetti di questo accordo – una delle possibilità suggerite è quella di vendere il franchise di Call of Duty.
A febbraio, dopo le prime analisi, l’ente del Regno Unito ha inoltre riferito che tre grandi aziende rivali di Xbox si sono ufficialmente espresse contro l’acquisizione.
Nel corso dello stesso mese, Microsoft ha però annunciato alcuni importanti accordi con Nintendo e Nvidia per la pubblicazione dei giochi Xbox e Activision sulle rispettive piattaforme. Secondo gli analisti, questi accordi hanno portato una nuova ventata di ottimismo anche negli enti regolatori, che ora potrebbero accogliere con molta più accondiscendenza l’acquisizione.
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