La notizia del nuovo accordo tra Microsoft e Boosteroid è l’occasione per Brad Smith, presidente della compagnia di Redmond, per rivelare che i colloqui con Sony si sono ormai interrotti, e che le due società non stanno più cercando un accordo per Call of Duty.
Parlando con il Wall Street Journal, Smith ha commentato il nuovo accordo siglato con il gigante del cloud gaming Boosteroid, arrivato poche settimane dopo le partnership con Nintendo e Nvidia.
Con questo accordo, così come i precedenti, Smith spiega che la società vuole dimostrare che il piano di acquisizione di Activision Blizzard King, attualmente al vaglio di importanti autorità antitrust del pianeta, migliorerà l’accesso degli utenti a Call of Duty, vero pomo della discordia dell’intero affare.
“Se l’unico argomento è che Microsoft rimuoverà Call of Duty da altre piattaforme, e ora abbiamo stipulato contratti che lo porteranno su molti più dispositivi e molte più piattaforme, questa non è più una preoccupazione da portare in tribunale”, ha detto Smith. In questo articolo trovate anche le parole di Boosteroid, che ha commentato il nuovo accordo.
Queste nuove partnership non sono finite, spiega Smith, e nelle prossime settimane scopriremo altri accordi che Microsoft sta stipulando con aziende – sicuramente non Google, che ha chiuso da pochi giorni anche gli ultimi resti di Stadia. Una prospettiva di accordo con Sony, tuttavia, sembra ormai da escludere.
Nel corso della stessa intervista, Smith ha ricordato che l’accordo decennale proposto a Sony per mantenere Call of Duty su PlayStation è stato respinto dalla società nipponica (tra le opzioni c’era anche l’inserimento su PS Plus), e ora le trattative sono interrotte. Microsoft e Sony, ammette Smith, non hanno trovato un accordo formale, e i colloqui si sono arrestati.
Le dichiarazioni di Smith arrivano pochi giorni dopo la testimonianza di Lulu Cheng Meservey, la quale ha riferito che Jim Ryan, capo di PlayStation, ha apertamente ammesso che l’unica volontà di Sony è quella di bloccare l’acquisizione.
Activision Blizzard King e Microsoft – La cronistoria
Un anno fa, a gennaio 2022, Microsoft ha annunciato di voler acquisire Activision Blizzard King per una cifra intorno ai 69 miliardi di dollari, dando il via a una catena di eventi che, com’era prevedibile, ha coinvolto le agenzie antitrust di tutto il mondo.
Il motivo è abbastanza evidente: con questa maxi-acquisizione, Microsoft entrerebbe in possesso di brand importantissimi come Call of Duty, Warcraft e Candy Crush, oltre ovviamente a tutte le altre IP dell’azienda americana.
La discussione prosegue da mesi e mesi, con Sony e Microsoft coinvolte direttamente dall’antitrust per cercare di delineare quali sono le potenziali conseguenze di questa acquisizione, e abbiamo assistito a dichiarazioni abbastanza clamorose in più occasioni. Sony aveva ad esempio rivelato di aver proposto PlayStation Plus su piattaforme Xbox, cercando poi di stabilire condizioni per dare il proprio ok all’acquisizione.
A gennaio 2023, secondo i report di Bloomberg, anche Nvidia e Google si sono orientate dalla parte della FTC esprimendo dubbi e perplessità in merito a questa colossale acquisizione, e anche l’Unione Europea sembra indirizzata a schierarsi contro le attuali condizioni dell’acquisizione. La CMA britannica, all’inizio di febbraio, ha poi diffuso una prima risposta ufficiale all’acquisizione, suggerendo a Microsoft che per avere l’ok dovrà limitare gli effetti di questo accordo – una delle possibilità suggerite è quella di vendere il franchise di Call of Duty.
A febbraio, dopo le prime analisi, l’ente del Regno Unito ha inoltre riferito che tre grandi aziende rivali di Xbox si sono ufficialmente espresse contro l’acquisizione. Jim Ryan, boss di PlayStation, ha specificatamente affermato di voler bloccare l’acquisizione.
Nel corso dello stesso mese, Microsoft ha però annunciato alcuni importanti accordi con Nintendo e Nvidia per la pubblicazione dei giochi Xbox e Activision sulle rispettive piattaforme, seguiti da una partnership decennale con Boosteroid. Secondo gli analisti, questi accordi hanno portato una nuova ventata di ottimismo anche negli enti regolatori, che ora potrebbero accogliere con molta più accondiscendenza l’acquisizione.
Scrivi un commento