L’affaire Activision Blizzard King regala ogni giorno nuove perle, da un lato e dall’altro. Se Sony ha praticamente smontato il franchise di Battlefield, Microsoft ha sostanzialmente fatto la stessa cosa con The Elder Scrolls, arrivando poi a parlare direttamente di Xbox Game Pass per ridimensionarlo.
Come saprete, negli ultimi giorni sono stati resi pubblici i documenti presentati da Sony e Microsoft in merito alla vicenda Activision Blizzard King, un vero e proprio campo di battaglia che sta facendo emergere il lato non proprio migliore dei videogiochi.
La CMA britannica ha pubblicato i documenti presentati dalle due aziende nelle ultime settimane in merito alla possibile acquisizione di Activision Blizzard King, da cui sono emersi alcuni interessanti dettagli. Microsoft ha ad esempio rivelato quello che dovrebbe essere l’anno di uscita di Grand Theft Auto 6.
Come ormai sappiamo da tempo, il vero perno della discussione non è tanto l’acquisizione di ABK da parte del colosso di Redmond, quanto il fatto che il franchise di Call of Duty, definito “senza rivali” dalla stessa Sony, finirà di conseguenza nell’orbita degli hardware verdecrociati.
E mentre Sony spiega alle agenzie che, una volta acquisito il brand di COD, il servizio di Xbox Game Pass finirà con l’essere straordinariamente ricco e potente, Microsoft ritiene invece che il suo attuale abbonamento, sul quale ha costruito la strategia degli ultimi cinque anni, non sia poi così influente.
Un passaggio curioso dei documenti della CMA riguarda proprio il servizio in abbonamento di Redmond, che dietro costo mensile fornisce centinaia di giochi a chi decide di iscriversi. Sony, nella sua lettera alle agenzie, ha stimato il conteggio di abbonati a Game Pass a quota 29 milioni di utenti, mentre Microsoft ha smentito tale cifra dichiarando che gli iscritti oggi sono 25 milioni. Inoltre, l’azienda ricorda che Xbox Game Pass non ha saputo mantenere le aspettative di Microsoft, che puntava a raggiungere i 35 milioni di iscritti nel 2022 secondo le aspettative iniziali.
Proprio da queste premesse parte un altro passaggio decisamente curioso della vicenda, attraverso il quale sostanzialmente Microsoft dichiara che il suo Game Pass non sia una potenza del mercato, almeno attualmente:
La realtà è che ad oggi il Game Pass non ha potere sul mercato. La CMA dovrebbe dimostrare che non solo i contenuti di Activision e nello specifico Call of Duty (…) abbiano la capacità di far crescere il servizio come mai accaduto in precedenza, ma anche che quest’unico fattore andrà a indebolire tutti gli altri abbonamenti (…) che peraltro al momento non includono giochi Activision.
Microsoft spiega poi che “non ci sono evidenze che indichino che gli abbonamenti diventeranno il modello di monetizzazione predominante oppure, ancora più importante, che la disponibilità di Call of Duty su Game Pass possa determinare questo cambiamento.”
Parlando a proposito di Xbox Game Pass, il servizio ha da pochi giorni accolto nel suo catalogo Battlefield 2042, in cerca di rilancio. Si tratta di una delle tante novità del mese di novembre, in attesa di sapere quali saranno le sorprese di dicembre.
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