Mindcop | Recensione

Una ragazza è stata uccisa a coltellate. Questo è un caso per il leggendario Mindcop, che combatte il crimine grazie alle sue ammirabili doti intuitive e alla sua soprannaturale capacità di viaggiare nel “mare dei pensieri”.

Mindcop è un gioco indie d’investigazione, caratterizzato da uno stile dark e cartoonish allo stesso tempo, per un mix piuttosto originale tra divertimento e tematiche oscure.

Vediamo di cosa si tratta in questa recensione priva di spoiler.

Versione provata: PC.

Nessuno è come sembra, in questa piccola comunità…

Mindcop, sviluppato da Andre Gereis ed edito da Dear Villagers, inizia con il nostro eroe che giunge sulla scena del delitto insieme alla sua algida collega Linda, una donna arguta, alta e silenziosa (utilissima, anche perché può trasportare il piccolo ma potente Mindcop in giro per la mappa). Se questa premessa vi sembra giocosa, sappiate che lo è: Mindcop infatti riesce a unire elementi comici a temi più seri. Abbiamo alcuni trigger warning a inizio avventura: non mancheranno omicidi efferati, violenza, abusi, droghe.

Tutto inizia dall’assassinio di Rebecca

Ma chi è morto a Merrylin Crater Camp? Si tratta della sfortunata Rebecca, una ragazza che, come presto scopriremo, aveva un animo forte e combattivo, nonché… alcuni scheletri nell’armadio. Come un po’ tutti gli abitanti di Merrylin Crater Camp del resto. Non vi facciamo spoiler, visto che il fulcro di Mindcop è proprio parlare con le persone, unire i puntini, investigare, ma sappiate che il cast di questo titolo è vario e presenta personaggi ben caratterizzati. Entrare nella psicologia di ciascuno non è semplice, come il gioco stesso avverte: non sentitevi scoraggiati se, giunti per la prima volta ai titoli di coda, non avrete colto nel segno. Probabilmente vi mancano degli elementi per ricostruire l’intero quadro, o vi serve riascoltare alcuni dialoghi, trovare nuovi oggetti, analizzare meglio alcuni punti dell’intreccio. Una cosa è certa: qui praticamente tutti nascondono qualcosa.

Incalzare i vari sospettati attraverso i dialoghi permette di scoprire nuovi topic di conversazione

Mindcop: surfare nella mente dei sospettati

Il gameplay di Mindcop fa il suo dovere. L’indagine si svolge in 5 giorni (ci vogliono circa 7 ore per finire una prima run, anche se dipende tutto da voi e da quanto tempo vorrete prendervi per ragionare). Ogni volta che decideremo di interrogare qualcuno, esplorare un luogo, esaminare un oggetto o surfare la mente di un sospettato, consumeremo minuti preziosi. Una volta terminato il tempo a nostra disposizione, la giornata finirà e dovremo interrompere le nostre azioni per riprendere il giorno dopo, tra nuovi personaggi e colpi di scena.

Mindcop può tuffarsi nella psiche delle persone, scoprendone segreti e timori

Questo elemento di time management è importante e aggiunge un po’ di difficoltà al tutto: il gioco infatti ci lascia piena libertà di movimento e di scoperta. Nessuno ci dirà dove andare, con chi interagire o in che modo. Oltre a incalzare i vari personaggi durante gli interrogatori, potremo decidere di arrestare un sospettato (questo farà finire la giornata) o di usare i poteri paranormali del nostro Mindcop per surfare nella sua mente. Questo ci permetterà, attraverso un minigioco, di accedere a tre diverse scene che lo riguardano: una scena che rappresenta la verità, una scena che invece risulta incerta e, infine, una scena che sapremo essere falsa. Sta a noi interpretare ciò che vedremo e trarre le nostre conclusioni.

Il minigioco del “mind surfing” è la meccanica meno interessante

Pregi e difetti dell’indagine

Mindcop è divertente e intrattenente. Scoprire sempre più dettagli e dipanare la complessa matassa di questo delitto è un passatempo spremi-meningi non da poco, tuttavia già dalla seconda run potremmo incappare in un po’ di noia e ripetitività: è vero che possiamo muoverci in libertà, ma recuperare gli argomenti di discussione già sbloccati ed eventuali oggetti per continuare l’indagine potrebbe risultare frustrante (di fatto, ripartiamo sempre da zero, anche se possiamo andare avanti rapidamente nel tempo).

Se le atmosfere e la narrazione ci hanno stupiti positivamente, non possiamo dire la stessa cosa dell’unico minigioco presente: quello del surf nella mente dei sospettati. Si tratta di una meccanica semplice, strutturata come il gioco del tris, e poco dinamica. Davvero nulla di che (anche lo sviluppatore sembra esserne consapevole, infatti c’è una opzione per disattivare il minigioco).

Dopo aver effettuato alcuni test, siamo rimasti un po’ delusi anche dall’assenza di vere e proprie variabili di trama dipendenti dalle nostre azioni: non è un gioco a bivi, nonostante i vostri sforzi vi accorgerete che alla fine della fiera non cambia molto, ci sono solo due finali possibili.

Nonostante queste imperfezioni, abbiamo apprezzato Mindcop per lo stile curato e le animazioni efficaci, per la scrittura interessante e per la meccanica della gestione del tempo. Il titolo, purtroppo, non presenta traduzione italiana al momento, quindi vi consigliamo di approcciarlo solo se avete una buona conoscenza dell’inglese.

7.4
Riassunto

Mindcop è un gioco che sa intrattenere e porta il giocatore nel clou dell’attività investigativa. Nonostante si tratti di un titolo minuto sia come durata che come contenuti, la vicenda risulta essere interessante e il gameplay semplice ma soddisfacente. Peccato per l’unico minigioco un po’ svogliato, che comunque può essere disattivato all’occorrenza. Il gioco risulta invece ben curato per lo stile grafico, le animazioni e le atmosfere.

Pro
L’intreccio è complesso e ben congegnato Dover gestire il tempo mette la giusta pressione C’è totale libertà di investigazione
Contro
Il minigioco del surfare la mente è davvero basic Non ci sono concrete variabili narrative a seconda delle scelte del giocatore
  • Concept e Trama7.5
  • Gameplay7
  • Comparto artistico7.5
  • Comparto tecnico7.5
Scritto da
Chiara Ferrè

Ciao, sono Chiara. Cresciuta a pane, Harry Potter e Final Fantasy, ho da sempre una grande passione per la narrazione in tutte le sue forme. Cerco campi di battaglia, magici cappelli, lucertoloni volanti. Ho una penna e non ho paura di usarla.

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