Durante il Milano Games Week, che si è tenuto lo scorso week-end, abbiamo avuto l’occasione di mettere le mani su un titolo indie decisamente impensabile e fuori dal normale ma al contempo “azzeccato” e “fenomenale”. Stiamo parlando di Long Island Simulator.
Quello che vi chiediamo è: vi siete ma sbronzati? Si o no non fa differenza. In questo gioco, ebbene si, saremo letteralmente sbronzi, e il nostro unico obiettivo sarà quello di arrivare, sempre se ce la faremo, in bagno nel più breve tempo possibile evitando di sboccare nel mentre. L’idea, se ci pensate, è veramente azzeccatissima, sia nella teoria che nella pratica ovviamente. Partiamo col presupposto che, da quanto dichiaratoci dagli sviluppatori, il gioco è ancora in una fase molto embrionale, avendo avuto solo un mese per mettere insieme tutto quello che hanno portato qui in fiera. Però, sebbene il tempo non sia stato molto, hanno mostrato al pubblico una porzione di gameplay veramente buona.
Appena prendiamo in mano il controller e iniziamo a camminare, notiamo subito la difficoltà nel muoverci nella direzione in cui vogliamo andare, il tutto reso possibile da un forte contrasto dato dagli analogici verso la direzione in cui siamo diretti. Questa demo, molto basilare, iniziava in un corridoio, e il nostro scopo era quello di aprire la porta del nostro appartamento, con una chiave, entrarci, superare la cucina, salire le scale e arrivare in bagno. In tutto questo, nell’angolo superiore destro, ci viene indicata una sagoma a forma umana dove, man mano che il tempo passa, sale il livello di sbocco.
Non esagero assolutamente a dire che, per livello di difficoltà, per quante imprecazioni abbiamo tirato giù, si può avvicinare a un Dark Souls. A parte gli scherzi, durante questa demo ci siamo imbattuti in alcuni momenti veramente degeneranti: un esempio è quando abbiamo aperto la porta del nostro appartamento e, con una camminata degna di un equilibrista, abbiamo tentato di varcarla. Ma, e qui non stiamo mentendo, ci abbiamo messo ben un minuto per superare una semplicissima porta. Puntando continuamente l’analogico nella direzione della porta, il nostro character continuava a muoversi a destra e a sinistra, senza mai mirare l’unica apertura aperta di fronte a lui. A rendere le cose ancora più difficili, una volta raggiunte le scale, dovevamo premere al momento giusto alcuni tasti che apparivano in schermata, il tutto mentre tentavamo di salire con nonchalance uno ad uno i gradini che ci dividevano dal nostro traguardo. Insomma, non è per nulla facile.
La domanda che ci è sorta spontanea è se, in futuro, verrà implementato un supporto per i sistemi VR, e subito siamo stati accontentati con una risposta positiva. Il titolo porterà con sé tantissimi livelli e tutti diversi da loro, con meccaniche sempre più complesse e divertenti. I ragazzi di Smoking Mirror hanno fatto veramente un ottimo lavoro, e non vediamo l’ora di poter mettere le mani su una versione più ricca di livelli e magari, perché no, su una versione VR, dove sicuramente ci darà filo da torcere.
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