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Call of Duty potrà entrare in un ciclo di produzione biennale?

Ricordate l’intervista di Josh olin, ex Community Manager di Treyarch, che parlò del futuro di Call of Duty ai microfoni di Charlie Intel? Se ve la foste persa, vi invito caldamente a prendervi una ventina di minuti per leggere la prima e la seconda parte dell’intervista, non ve ne pentirete. Il soggetto intervistato non cambia, si tratta sempre di Josh Olin, invitato a parlare di un possibile ciclo di produzione biennale della saga di Call of Duty.

Si tratta di un argomento alquanto interessante per i fan della saga, che potrebbero trovarsi a giocare un nuovo titolo ogni due anni. Sicuramente comporterebbe una vera e propria rivoluzione, dato che le principali software house che si occupano dello sviluppo del gioco (Treyarch, Infinity Ward e Sledeghammer), da una parte avrebbero ancora più tempo per creare un franchise più innovativo e che possa (si spera) piacere alla maggior parte degli utenti, cosa che oggi, non è per niente scontata. Dall’altra, tuttavia, i giocatori vedrebbero un drastico cambiamento di abitudini ormai radicate dal lontano 2007, con il “boom” di Call of Duty: Modern Warfare.

È un argomento molto delicato di cui parlare, direi quindi di lasciare la parola a Josh Olin per capire cosa ne pensa l’ex CM di questa possibile rivoluzione.

D: Siamo abituati, ormai, all’uscita di un nuovo capitolo di Call of Duty ogni novembre, e l’anno prossimo sarà il turno di Sledgehammer, che non ha saputo conquistare il pubblico con la sua ultima produzione, Advanced Warfare. Sono tanti coloro che si lamentano di un’eccessiva produzione del franchise, facendosi sostenitori dell’idea che CoD debba essere rilasciato ogni due/tre anni. A tal proposito, sarei curioso di conoscere il tuo pensiero su un probabile cambiamento nel ciclo di produzione del franchise.

R: Non sarò sorpreso se un giorno Call of Duty entrerà in un ciclo di produzione biennale, dato l’andazzo di questi ultimi tempi. Vorrei prendere come esempio un altro franchise targato Activision, sto parlando di Guitar Hero. Guitar Hero è stato un gioco che, come ha velocemente conquistato una sua fanbase, l’ha anche persa altrettanto velocemente. È stato un gioco che in alcuni casi è stato rilasciato anche più di una volta all’anno, quindi adesso vediamo come Activision gestirà la situazione di CoD, che ritengo alquanto delicata. Sai, loro hanno dei buoni motivi per pubblicare un nuovo titolo ogni anno. Partendo dall’amatissima modalità zombie, che può portare novità interessanti come è successo con Infinte Warfare. Il multiplayer, se gestito come si deve, può anch’esso portare degli ottimi frutti. Penso sinceramente che Activision possa continuare a produrre con un ciclo annuale Call of Duty, soprattuto grazie al mondo dell’eSport, che ha un impatto molto positivo sul franchise.

D: Torniamo indietro nel 2014, quando Sledgehammer Games ha avuto la prima occasione di produrre un proprio capitolo della saga, data l’intromissione nel ciclo di produzione che ha permesso ad ogni software house di avere tre anni per produrre il proprio capitolo, anziché due. Questo non ha fatto altro che portare benefici nella produzione di ogni capitolo, poiché ogni sviluppatore ha a disposizione un anno di tempo in più per produrre un gioco più completo, dato che la possibilità di avere più tempo garantisce una qualità maggiore del prodotto. Pensi che gli sviluppatori debbano prendersi più responsabilità durante la creazione di un nuovo titolo?

R: Come hai giustamente detto, ora le software house leader hanno tre anni a disposizione per mettere le mani sul proprio lavoro. Questo è sicuramente un beneficio per gli sviluppatori, che hanno la possibilità di valutare i successi e gli errori del capitolo precedente tentando di replicare le gesta positive ed evitare quelle negative. Una cosa è certa, qualcosa di brutto sta succedendo alla community di Call of Duty ed alla salute stessa del gioco, quindi Activision deve stare attenta soprattutto nei prossimi anni e valutare bene ogni minima strategia di produzione del gioco. 

D: Quest’anno abbiamo assistito alla prima rimasterizzazione di un vecchio Call of Duty, sto parlando del primo capitolo della trilogia di Modern Warfare che nel 2007 è stato sviluppato da Infinity Ward, mentre la versione aggiornata è stata rilasciata da Raven Software. A tal proposito, dato che la remastered sta giocando un ruolo fondamentale quest’anno, pensi che dovranno continuare a portare edizioni di vecchi Call of Duty? Come per esempio Modern Warfare 2 tra un paio d’anni? Pensi sia una giusta strategia per guidare il franchise al successo? 

R: Sicuramente la remastered ha portato un maggior numero di preordini, considerando che gli amanti del gioco vecchio stile hanno avuto piacere di rimettere mano su un vecchio capolavoro, come fu Modern Warfare nel 2007. Tuttavia, secondo la mia opinione, Raven Software ha ucciso Modern Warfare. Sai, la nostalgia ha avuto una forte influenza, basta pensare quanto la saga sia ormai “vecchia e matura”. Secondo me le remastered sono un’arma a doppio taglio, poiché distolgono l’attenzione su quello che è il franchise moderno ed attuale. Sinceramente sarei contento nel vedere un’altra remastered in futuro, però è molto difficile dire quale sia la cosa giusta da fare, cioè se continuare a fare remastered o meno. Dipende molto da come il franchise si trasforma nei prossimi anni, ribadisco comunque che le remastered possono giocare un ruolo fondamentale all’interno del franchise.

 

Scritto da
Mauro "Ryuk" Barone

Studente di Scienze della Comunicazione, grande appassionato di sport e videogiochi, in particolar modo degli sparatutto. Con Call of Duty: Modern Warfare 2 è stato amore a prima vista, da allora ama divertirsi con CoD ogni anno, sin dal quarto capitolo della saga. Negli anni ha imparato ad apprezzare giochi di vario genere, come Kingdom Hearts, Bioschock, Gran Theft Auto, Assasin's Creed e tanti altri titoli. Ama tenersi informato sul mondo tecnologico, videoludico e sportivo.

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