Che siate utenti assidui o spettatori occasionali, avrete ormai tutti sentito parlare di Twitch. La piattaforma di streaming di proprietà Amazon, infatti, ha iniziato a spopolare sempre più negli ultimi mesi, e oltre ai videogiochi troviamo oggi molti altri tipi di contenuti condivisi da milioni di utenti in tutto il mondo. Ma una domanda che spesso sorge spontanea è: cosa significare fare lo streamer su Twitch, nel 2021? I big di questo mondo spesso lasciano trasparire incassi di diverse migliaia di dollari e una vita che all’apparenza rasenta la perfezione. Oh che bello fare lo streamer!
La dura realtà di Twitch: in pochi superano i 3 spettatori
“Eh ma questi non fanno un c***o, non lavorano, stanno dietro ai videogiochi e guadagnano ingiustamente un sacco di soldi.” Quante volte abbiamo sentito frasi del genere? E a volte la risposta ci esce spontanea: “fallo tu allora”. Poi il dibattito continua con scuse sul non avere tempo etc., ma la realtà dei fatti ci dice un’altra cosa: fare lo streamer su Twitch non è per tutti. Chi ha provato a fare qualche live, o sta iniziando a farlo, si sarà reso conto di quanto è difficile arrivare ad avere anche solo un paio di spettatori. Se siete già stati in questa situazione, tranquilli che non siete i soli. Andiamo a vedere subito dei dati per chiarire com’è la situazione sul sito viola.
Kilian Arjona, attuale CTO di Flexxible, ha rivelato tramite Twitter i risultati di un’analisi statistica effettuata su Twitch tra i primi due mesi di quest’anno. Secondo i dati raccolti da Arjona, su circa 800.000 streamer il 90% di essi aveva una media di 3 spettatori o meno. Solo il 5% degli utenti supera i 6 spettatori, mentre un gruppo molto ristretto dell’1% supera i 29 spettatori.
https://twitter.com/karjona/status/1368701108965814273
I dati sottolineano come poco meno del 5% degli utenti non ha nemmeno uno spettatore durante le proprie live. Ancora più curioso è notare come il 25% circa degli streamer analizzati ha registrato un solo spettatore durante le proprie trasmissioni: vale a dire, in molti casi erano loro stessi a vedersi. Tutto ciò non deve comunque scoraggiare chi decide di intraprendere questa strada, ma deve anzi motivare i nuovi streamer a trovare la continuità e la forza necessarie per superare i momenti più difficili, ma soprattutto l’originalità, caratteristica imprescindibile per cercare di scalare la montagna del successo su Twitch.
Solo l’1% ce la fa, vediamo come
Tra tutti i casi studiati da Kilian Arjona e colleghi, solo 400 circa sono entrati nella categoria dei canali di successo, cioè quelli che trasmettono in 20 giorni diversi durante il mese, superando le 160 ore e raggiungendo i 300 spettatori. Questi numeri possono iniziare a essere sufficienti per diventare dei full-time streamer, con un guadagno di qualche centinaia di euro (molto variabile). Come abbiamo visto, è una vera e propria sfida distinguersi e farsi un nome su Twitch. Ma è possibile, se si seguono 4 punti principali che proviamo a riassumere così:
- La voglia di condividere e divertirsi. Senza questa non si va da nessuna parte, all’inizio non si può pensare ai guadagni ma bisogna cercare il piacere fine a sé stesso.
- Idee originali. L’ambiente di Twitch non è più quello di qualche anno fa, dove chi arrivava prima si prendeva una buona fetta di pubblico: ora bisogna puntare su contenuti originali per distinguersi.
- Un setup adeguato. Si possono avere le idee migliori del mondo, ma senza il giusto sostegno è impossibile condividerle nel modo giusto: non serve investire tanto, ma serve farlo nel modo adeguato e mirato in base ai propri contenuti.
- Buona conoscenza degli strumenti. È inutile iniziare a streammare se non si sanno usare i programmi adatti, come OBS Studio o Streamlabs OBS. Bisogna prima studiarseli e capire a pieno le diverse funzionalità che essi offrono, per garantire il massimo livello di immersione agli spettatori e il giusto grado di comfort nel momento in cui si va in live.
I numeri non sono dalla nostra, ma il successo arriva se ci si impegna davvero e si propone un qualcosa di diverso, di nuovo e se lo si fa nel modo giusto. E, a volte, anche un po’ di fortuna e di opportunismo (positivo) non fanno male. Ma l’importante è partire sempre da sé stessi.
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