È di sole poche ore fa la notizia che Fortnite Battle Royale inizierà presto una collaborazione con Netflix per alcuni contenuti legati a Stranger Things.
Il gioco è sulla cresta dell’onda da quasi due anni, e sembra davvero non conoscere momenti di stanca. Pensiamo agli eventi recenti legati ad Avengers: Endgame e Godzilla II: King of the Monsters, ma anche alla quantità esorbitante di giocatori che ogni giorno, ancora oggi, si riversano in massa su Fortnite. Alcuni giochi hanno provato nel corso del tempo a scalfirne il successo, come il dirompente Apex Legends a febbraio 2019, ma la verità è che solo e sempre Fortnite ne è uscito vincitore.
Eppure, parliamo di un gioco che avrebbe potuto non vedere mai la luce del Sole. Game Informer ha avuto modo di parlare con Rod Fergusson, oggi boss di The Coalition (impegnati a lavorare su Gears 5, in uscita il 10 settembre) e che fino all’agosto 2012 è stato un dipendente di Epic Games. Tra i giochi ai quali ha avuto modo di lavorare c’era proprio Fortnite, che se fosse stato per lui non esisterebbe nemmeno.
Fergusson ha infatti descritto il problematico sviluppo iniziale della modalità Salva il Mondo (unica modalità a pagamento di Fortnite), e dei suoi continui tentativi di chiudere il progetto quando era alle dipendenze di Epic Games:
Quando era solo Salva il Mondo, Fortnite aveva solo alcune sfide, e io come direttore della produzione del gioco in quel momento non avrei dato il mio via libera allo sviluppo.
Ciò comunque non significa che Fergusson sia un odiatore di Fortnite, anzi. Il boss di The Coalition ha avuto modo di affermare, nella stessa intervista, che si congratula enormemente con Epic Games per il grande successo di Fortnite, e che lasua permanenza nella compagnia avrebbe solamente danneggiato il titolo.
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