Lo strepitoso successo della beta di Tom Clancy’s Ghost Recon: Wildlands (6.8 milioni di download tra le varie piattaforme) è al centro di un’infuocata polemica internazionale. Infatti il governo boliviano si è lamentato ufficialmente con l’ambasciata francese per le modalità impietose con cui Ubisoft avrebbe dipinto la nazione sudamericana: un paese in preda all’anarchia e succube di un cartello della droga messicano.
Il ministro degli interni Carlos Romero, oltre a ribadire l’eventuale possibilità di un’azione legale contro lo sviluppatore francese, ha affermato che la Bolivia, per ora, preferisce proseguire per vie diplomatiche, sollecitando il governo francese ad intervenire sulla questione.
A sua discolpa Ubisoft sostiene che il gioco sia un’ “opera di finzione” e che la Bolivia è stata scelta come ambientazione del titolo solamente per i suoi paesaggi magnifici e per la sua ricchezza culturale. La reazione del governo boliviano pare alquanto esagerata, soprattutto se si considera l’attenzione certosina con cui i creativi di Ubisoft tendono sempre a sottolineare la natura fittizia delle vicende narrate nelle varie produzioni.
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