Ha fatto molto discutere un report di Jason Schreier pubblicato da Kotaku alcune ore fa, nel quale il giornalista, che ha avuto modo di parlare con alcuni dipendenti di Rockstar Games, ha sostanzialmente fatto emergere che lo sviluppo di GTA 6 sia iniziato da poco e che il progetto non sarà, almeno all’inizio, colossale come le ultime produzioni della software house americana. Ve ne abbiamo parlato approfonditamente qui, in una notizia che ha ovviamente fatto discutere e ha fatto il giro del mondo.
GTA 6, insomma, a differenza di quanto pensavamo e di quanto ipotizzato per mesi se non addirittura anni, potrebbe non essere vicino, e potrebbe non essere una priorità assoluta per Rockstar, ancora impegnata attivamente ad ampliare i mondi di Red Dead Online e GTA Online. I due kolossal, del resto, continuano a far registrare ottimi numeri ed entrate, ed è difficile pensare ad una loro imminente chiusura, questo anche se il comparto multiplayer di GTA 5 ha ormai sulle spalle quasi 7 anni di vita.
Tutto questo, a quanto pare, è frutto della nuova filosofia che Rockstar Games vuole adottare per modificare il proprio approccio al mondo dei videogiochi e del lavoro. Più volte, in passato, la software house americana è finita al centro di numerose polemiche legate al crunch – in sintesi, la pratica di costringere i dipendenti a massacranti turni di lavoro per rispettare le scadenze, per la quale sono finite nell’occhio del ciclone anche molte altre grosse case di sviluppo – ma dopo il lancio di Red Dead Redemption II i dirigenti si sono convinti a modificare radicalmente il modo di agire e pensare dell’azienda.
Jennifer Kolbe, dirigente di Rockstar, ha infatti diffuso in un’email inviata ai dipendenti dell’azienda e finita anche sulle pagine di Kotaku, quelle che sono le nuove filosofie che spingeranno la software house nei prossimi anni: meno pressione, carichi di lavoro più leggeri e giochi definiti sostenibili, pur senza rinunciare alla qualità e all’ambizione che da sempre contraddistinguono i creatori di GTA, Bully e Red Dead.
Vi riportiamo un estratto di questa email, nel quale la Kolbe spiega la rinnovata visione di Rockstar Games:
Abbiamo fissato step per migliorare il nostro approccio di sviluppo di videogiochi e al contempo ridurre il bisogno di fare straordinari. Abbiamo realizzato che abbiamo ancora molto da fare in questo settore, e continueremo a prendere misure utili per prevedere e fissare giochi e DLC in un modo che sia più sostenibile per i dipendenti, ma senza rinunciare alla flessibilità creativa degli incredibilmente ambiziosi e complessi videogiochi che creiamo.
Schreier ha poi avuto modo di scambiare qualche parola con alcuni dipendenti di Rockstar Games, che hanno parlato di un rinnovamento non solo a livello di filosofie, ma anche di vere e proprie persone coinvolte. Negli ultimi mesi, infatti, sono cambiate diverse cose a livello dirigenziale: Dan Houser, co-fondatore dell’azienda, ha detto addio a Rockstar, mentre i direttori delle divisioni di San Diego e Lincoln sono stati sostituiti. I dipendenti lasciano proprio intendere che, nel caso delle ultime due figure, l’allontanamento sia legato ai comportamenti ostili nei confronti degli sviluppatori e della riduzione dei carichi di lavoro, filosofie che ora invece fanno parte della nuova mentalità di Rockstar Games.
Come vi abbiamo già raccontato, il report si focalizza anche su GTA 6, dando indicazioni su quello che potrebbe essere il progetto. Sebbene lo sviluppo sia iniziato da poco (Schreier e Rockstar non hanno dato indicazioni precise, ma possiamo ipotizzare che non sia passato più di un anno dall’inizio dello sviluppo), GTA 6 sarà comunque ambizioso, anche se forse non da subito: secondo il giornalista, il gioco sarà infatti più contenuto rispetto a GTA 5, e si espanderà nel tempo proprio come accaduto a GTA Online nel corso degli anni. In linea, in effetti, con le nuove linee guida fissate da Rockstar Games: meno pressione, meno preoccupazioni, più pianificazione a lungo termine.
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