L’industria dell’intrattenimento nell’ultima decade è progredita in maniera assai singolare, tra passi falsi dei produttori e cocciutaggine dell’utenza si sono visti vari capitomboli più o meno eclatanti da parte di tutti. Si pensi al giusto “bodyshaming” da parte dell’utenza nei confronti del modello di Sonic nel film di prossima uscita o del review bombing sul videogioco Astral Chain la cui colpa era quella di essere esclusiva per Nintendo Switch. Questi sono solo due esempi ma, sono sicuro che non vi verrà difficile trovare altre situazioni perlomeno analoghe.
In questo contesto che assomiglia sempre di più ad un campo minato, una software house è riuscita a barcamenarsi uscendo da una situazione critica divenendo, almeno per il sottoscritto, quasi una salvatrice. Parliamo di Capcom che agli scorsi VGA2019 candidava una serie di titoli davvero interessanti. Tuttavia la concorrenza di opere mastodontiche come “Death Stranding”, ultima fatica del designer Hideo Kojima, è stata spietata rubando di fatto la scena alla software house giapponese; però come minimo un plauso ai ragazzi di Capcom va assolutamente fatto.
La storia recente dello studio del sol levante non è costellata di soli successi, il processo di outsourcing avviato da Capcom in questi ultimi dieci anni non ha portato ai risultati sperati facendo rivedere al ribasso le aspettative di vendita dei prodotti, soprattutto dei suoi cavalli di battaglia. Sia chiaro, le vendite non sono disastrose ma, Capcom si aspettava risultati più rosei, soprattutto da brand blasonati come Resident Evil e Devil May Cry.
Questi risultati mancati hanno dato all’azienda il giusto impulso per riprendere le redini delle proprie IP ed avviare un lento processo di rinnovamento che la sta rendendo una delle software house più apprezzata dal pubblico generalista. Parlo di pubblico generalista perché molti appassionati hanno sempre visto in Capcom un rifugio sicuro nel quale trovare titoli per di nicchia soddisfacenti e appaganti, il mio pensiero va sicuramente alla saga di Monster Hunter, nato originariamente su console Sony non ha mai vissuto un periodo di boom grande come quello visto nel 2018 con Monster Hunter ed amplificato con l’espansione Iceborne.
MH e Resident Evil forse sono gli esempi perfetti del rinnovamento messo in atto da Capcom negli ultimi anni, con grande maestria e coraggio la software house ha preso i suoi brand più celebri e li ha rivisitati secondo un’ottica più moderna e fresca. I cambiamenti apportati a questi titoli sono tangibili e significativi ma, nonostante questo rimangono fedelissimi alla loro anima originale. Nell’ultimo anno nelle case dei videogiocatori sono entrati 3 titoli magnifici: Resident Evil 2 Remake, Devil May Cry 5 e Monster Hunter Wolrd Iceborne (la mole di contenuti di questa espansione è tale che può essere annoverato come gioco a se stante).
Questa voglia di rinnovamento lascia ben sperare per il futuro, il remake del terzo capitolo di Resident Evil ha già creato un grande hype in tutta la community di appassionati ed il successo commerciale è quasi annunciato, il pericolo però rimane dietro l’angolo perchè non sarà possibile andare avanti riciclando solamente vecchi giochi ma, quello che abbiamo visto ormai due anni fa con RE 7 ci rasserena nuovamente. In conclusione Capcom in questo momento è una delle software house che più sta trainando l’industria videoludica nell’ultimo periodo e da parte dell’utenza ad oggi merita solo riverenze. Nella speranza che questa ondata di rinnovamento influisca su tutte le altre ip meno in vista come Dragon’s dogma e Megaman.
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