L’affascinante universo di NieR: Automata torna con il prequel manga YoRHa: Assalto a Pearl Harbor. Il manga racconta una storia inedita, scritta e supervisionata da niente meno che Yoko Taro, il geniale creatore dei celebri videogiochi.
Edito in Italia da J-Pop (che ringraziamo per averci inviato il primo volume!), il manga parte dall’anno 11941 e racconta le vicende di una unità YoRHa inviata sulla terra per una missione speciale, che sembra rivelarsi catastrofica fin dai primi momenti dell’operazione.
Questa storia tutta al femminile risulta godibile anche per chi non è particolarmente avvezzo all’universo di NieR. Ovviamente si tratta di un prodotto dedicato principalmente ai fan che si sono gustati il pluripremiato Automata, ma conoscere alla perfezione il videogioco non è necessario per godersi la lettura. Già dalle prime pagine infatti il manga risulta chiaro e si prende il suo tempo per spiegare le dinamiche base del mondo inventato da Yoko Taro: la Terra è stata invasa da biomacchine aliene fuori controllo, l’umanità è quindi fuggita sulla Luna e ha creato degli androidi di sesso femminile (le unità YoRHa appunto) come nuova forza militare e ultimo baluardo di difesa.
Un gruppo composto da 16 unità YoRHa viene inviato sulla Terra, solo 4 di loro tuttavia sopravvivono giungendo sul pianeta. L’eroica N°1 è tra gli androidi caduti, il comando va quindi inaspettatamente alla N°2, inesperta e titubante per il nuovo compito. Ogni androide ha una sua personalità che viene esplicitata in dei box dedicati, così da comprendere meglio le dinamiche del gruppo.
Ben presto arrivano in scena altre sopravvissute appartenenti alla “resistenza“. Scoprire chi sono e il perchè si trovino sperdute sulla Terra è ciò che rende questo primo volume interessante: le quattro superstiti della squadra YoRHa riusciranno a collaborare con queste inaspettate nuove alleate contro le biomacchine o la tensione sfocerà in uno scontro?
Torna la narrazione intrigante di Yoko Taro, fatta di dolcezza e violenza, momenti drammatici e siparietti più distesi. Grazie alle diverse personalità dei personaggi, il suo inconfondibile stile narrativo traspare anche dal manga, particolarmente curato e piacevole nella storia e nei disegni di Megumu Soramichi. Il fanservice resta ma non diventa stucchevole, anzi, si tratta di uno stile che riesce ad avvicinare molto il manga al videogioco anche nelle scelte estetiche.
In conclusione, abbiamo tra le mani un prodotto da non perdere, che ci sentiamo di consigliare assolutamente agli amanti della serie di videogiochi, ma anche agli appassionati di manga grazie a un’edizione curata e a una storia godibile e ben contestualizzata fin dalle prime pagine.
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