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No More Room In Hell 2 | Anteprima

Il progetto No More Room in Hell viene pubblicato nel 2011 come una delle tante mod di Half-Life 2. Divenuto in breve tempo molto popolare su Steam, si trattava di uno sparatutto di sopravvivenza cooperativa online in prima persona, caratterizzata dal tema zombie e dal ritmo lento e compassato.

Otto giocatori dovevano collaborare per sopravvivere in un mappa colma di morti viventi di vario tipo, dal classico zombie Romeriano agli infetti “corridori” introdotti nel film 28 Giorni Dopo, dovendo completare diversi obbiettivi prima di riuscire a scappare e portare in salvo la pelle.

Il suo sequel quindi, preso in mano da Torn Banner Studios (divenuti noti per la saga di Chivalry), riprende la medesima formula divenendo un gioco standalone. Non più mod di Half-Life ma progetto (non ancora) completo realizzato in Unreal Engine 5.

Distribuito in accesso anticipato su Steam, No More Room in Hell 2 si preannuncia come ambizioso, seppur non particolarmente innovativo, e abbiamo avuto modo di provarlo nel suo rilascio al pubblico. Di seguito la nostra esperienza nelle prime ore del nuovo zombie-shooter.

“Quando non ci sarà più spazio all’inferno…”

“…i morti cammineranno in early-access.” È bene precisare subito questo: No More Room in Hell 2 è ancora in una fase estremamente acerba del suo sviluppo, e malgrado l’uscita per il grande pubblico al momento è marcato da limiti evidenti.

Parliamo prima del suo concept e di cosa prevede una partita tipica. Si viene introdotti in un menù con un personaggio casuale precostruito (che non è possibile personalizzare) che partirà da livello 1, con una pistola e un’arma corpo a corpo.

Da qui ci si può tuffare direttamente nel matchmaking online (non è presente una modalità single player) con altri 7 giocatori. I sopravvissuti vengono quindi spawnati in punti casuali della mappa, muniti di una torcia e una bussola.

A questo punto la voce di Elias Toufexis (Adam Jensen di Deus Ex) ci comunica via radio l’obbiettivo della nostra missione, fornendo così alcuni stralci di trama. Milioni di vite sono a rischio e insieme ai nostri compagni di squadra saremo gli unici in grado di salvare l’umanità sistemando qualche quadro elettrico.

Niente di così difficile se non fosse per le centinaia di zombie che infestano la mappa (molto grande e variegata). Da stazioni di servizio, bar abbandonati e un piccolo ospedale da campo, fino ad arrivare alla grande centrale elettrica.

Nella mischia

Durante la missione riceveremo diversi obbiettivi semi-casuali, come sistemare un generatore, aprire lucchetti e porte blindate o disattivare un cancello elettrificato per recuperare risorse in un edificio abbandonato.

Con le risorse molto limitate, dovremo collaborare con gli altri giocatori tramite l’utilizzo della chat vocale di prossimità. Oltre ad essere rapidi e silenziosi, la chiave del successo sarà infatti nell’unione tra le parti. Mentre un giocatore cercherà di scassinare una serratura, gli altri dovranno essere impegnati a coprirgli le spalle dai morti viventi, oppure ottimizzare i tempi cercando risorse nei paraggi.

Fino a qui tutto bene. Le meccaniche di base sono solide e la grandezza della mappa, unita al livello di difficoltà, può restituire una discreta rigiocabilità già da queste prime fasi. I tanti problemi emergono nella realizzazione dei componenti e nella pulizia generale.

Un’esperienza acerba

Al netto di prestazioni non soddisfacenti, che sarebbe anche lecito aspettarsi visto la status di accesso anticipato, al momento è presente una quantità di bug (di ogni genere) un po’ troppo alta per riuscire a godersi una partita completa.

Parliamo soprattutto di animazioni degli zombie rotte, insieme a collisioni delle armi a corpo a corpo decisamente non all’altezza (cosa che sorprende vedendo il passato dello studio su Chivalry), che vanno a distogliere dall’immedesimazione.

Capita non di rado di trovare punti di interazione non funzionanti, insieme a qualche bug dell’interfaccia. Il problema più grande che ci è capitato di riscontrare è una zona della mappa dove siamo rimasti softlockati insieme ad altri 2 giocatori. Non si trattava di un errore di collisione che ci ha portato fuori dai limiti di gioco, bensì una recinzione (facilmente accessibile) dalla quale una volta dentro era impossibile uscire.

A completare il tutto una serie di bug visivi che rendono l’esperienza, al momento, fin troppo aleatoria, impedendo di godere degli elementi positivi presenti nel concept di gioco. La nota positiva è che, col tempo, sarà tutto risolvibile, ma richiederà un gran lavoro da parte del team di sviluppo, che al contempo dovrà anche dedicarsi alla produzione di nuovi contenuti. Non sarà facile.

I contenuti in arrivo

Come detto sopra, al momento il gioco comprende una sola mappa e modalità di gioco, con giusto un piccolo abbozzo di storia. Durante i prossimi mesi gli sviluppatori hanno in programma di implementare un sistema di infezione (probabilmente qualcosa di simile a quanto visto nel primo capitolo dove una volta morsi partiva una corsa contro il tempo prima di zombificarsi), nuovi tipi di nemici e nuove armi, insieme ai quanto mai necessari bug fix, miglioramenti nelle performance e nell’interfaccia.

Tra le idee attualmente in fase concettuale invece ci sono nuove mappe (che manderanno avanti la storia del mondo di gioco), nuove modalità di gioco e l’introduzione di un sistema di personalizzazione del personaggio, oltre a tante altre cose come la modifica delle armi e miglioramenti al sistema di combattimento.

Al momento quindi non resta che attendere con pazienza gli aggiornamenti, oppure partecipare in questa fase di sviluppo consci dei suoi limiti tecnici e strutturali.

Ringraziamo Torn Banner Studios per il codice fornitoci per questa anteprima.

Scritto da
Matteo Filigheddu

Giocatore PC di vecchia data, appassionato di avventure grafiche ed RPG. Tra un gioco e l'altro mi interesso di cinema, fitness, calcio e letteratura.

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