In attesa del ritorno di Nuketown sul prossimo capitolo della serie, vediamo quali e quante versioni di questa mappa hanno caratterizzato la storia di COD.
Call of Duty: Black Ops 6 proporrà ai suoi giocatori una nuova Nuketown, ennesima iterazione di una mappa creata da Treyarch nel lontano 2010 e che è diventata uno dei marchi di fabbrica della serie di Call of Duty.
Riproposta in tantissime occasioni, Nuketown ha sempre simboleggiato il concetto di partita rapida, fulminea e con tanta azione dello sparatutto di Activision, tanto che gli sviluppatori della software house capitanata da David Vonderhaar l’hanno sfruttata in più e più occasioni, ripensata, adattata e riproposta, tutto per un semplice motivo: Nuketown è già di per sé perfetta, e la perfezione piace.
In occasione dell’uscita di Nuketown su Black Ops 6, abbiamo così deciso di aggiornare lo speciale già realizzato ai tempi di Cold War e fare una sorta di breve retrospettiva di questa storica location di Call of Duty, e siamo sicuri che anche voi esperti veterani del franchise potreste rimanere sorpresi da alcune apparizioni a sorpresa della mappa. Diamo dunque il via al nostro viaggio nel tempo, per riscoprire la storia di Nuketown nel corso degli anni.
Call of Duty: Black Ops (2010)
Nuketown
Si può dire che la lunga storia di Nuketown abbia inizio proprio qui, nel 2010, su Call of Duty: Black Ops. Il level designer Adam Hoggat era in cerca di una mappa per i test interni del gioco, che sarebbe servita solamente per gli sviluppatori e per i beta tester per capire cosa funzionava e cosa no nelle armi e nel bilanciamento delle classi. Hoggat costruì quindi una mappa relativamente molto semplice: due edifici a due piani, uno di fronte all’altro, con un giardino ciascuno sul retro e un’area, sempre di dimensioni ristrette, che le separava con qualche ostacolo. Per l’occasione, decise di omaggiare la città per i test nucleari vista in Indiana Jones e il Regno del Teschio di Cristallo, nella tristemente famosa sequenza del frigorifero utilizzato dal protagonista per sopravvivere all’esplosione.
Così nacque la mappa “privata” che venne proprio chiamata Nuketown. Curiosamente, ci fu un piacevole imprevisto: era riuscita sotto ogni aspetto, piaceva a tutti all’interno del team e dei tester. Il level design era sorprendente e aveva attirato sin da subito tutti coloro che ne erano entrati in contatto, e così Treyarch si decise a inserirla all’interno della modalità multigiocatore di Black Ops con i risultati che conosciamo tutti: da subito, Nuketown diventò una delle ambientazioni più celebri della serie con il suo stile anni ’50, il camion dei traslochi e l’autobus giallo nel mezzo della mappa che dividevano gli scontri all’interno delle due case. I problemi più grossi di questa mappa furono naturalmente quelli relativi ai punti di spawn in alcune modalità, che erano semplicemente sbagliati.
Call of Duty: Black Ops II (2012)
Nuketown 2025
Con Nuketown 2025, la seconda interazione dell’ambientazione che arrive su Black Ops II, Treyarch non decide solamente di sistemare i famosi problemi con gli spawn – anche se l’eccessiva potenza di alcune scorestreaks continuava a essere un problema per i malcapitati che entravano in un match già avviato – ma anche di dare una bella rinfrescata allo stile artistico dell’originale mappa, che questa volta si ispirava nelle forme e nei colori a una sorta di futuristici anni ’60, un po’ come ciò che i giocatori della modalità Zombies vedevano su TranZit. Il level design, invece, non venne modificato di una virgola, del resto Black Ops II, in quanto a meccaniche, non si discostava da quelle del primo capitolo della serie. Nuketown funzionava prima, e funzionò anche questa volta. Una miscela passato-futuro davvero intrigante, e il risultato fu una delle mappe, di nuovo, più iconiche di sempre.
Curiosità: la chicca di Nuketown 2025 arrivava solo nel finale della partita multigiocatore, quando la bomba nucleare esplodeva e spazzava via l’area e tutti i giocatori.
Nuketown Zombies
A sorpresa, su Black Ops II arrivò anche un’ulteriore interazione di Nuketown, questa volta con un design inedito e ripensata per la modalità Zombies. Una mappa estremamente classica nelle dinamiche – niente easter egg, nessuna missione da completare, solo sopravvivenza vecchio stile – il cui stile e colori vennero ripensati per adattarsi ovviamente al contesto più horror e cupo dei non-morti che invadevano il sito nel quale la bomba atomica era già esplosa, a differenza della mappa multiplayer – il perché ci è stato spiegato solamente in Black Ops 4 Zombies su Alpha Omega.
Alcune aree della mappa originale vennero precluse, come il garage della casa gialla per come viene universalmente riconosciuta, e altre ripensate, come il giardino dell’altra abitazione che presentava alcuni detriti di grandi dimensioni. Inoltre, ricordiamo una delle dinamiche più amate/odiate dalla community: in Nuketown Zombies, che presentava alcuni collegamenti con il resto della modalità come il bunker nel quale si trovava Marlton, i perk e il Pack-a-Punch venivano infatti lanciati sulla mappa solamente una volta ogni 5 round. Potenzialmente interessante, certo, ma c’era il rischio di ritrovarsi al round 25 senza la fondamentale Juggernog Soda…
Call of Duty: Black Ops Declassified (2012)
Nukehouse
Nuketown arrivò anche sul capitolo dimenticato della serie – a ragion veduta: Black Ops Declassified, di Nihilistic Software, era un capolavoro di rara bruttezza nonostante sfruttasse la potenza di una console portatile di tutto rispetto come PS Vita, e non è un caso che la software house abbia terminato la sua esistenza dopo questo obbrobrio.
La mappa, chiamata Nukehouse, era sostanzialmente una versione ridottissima della già piccola mappa originale: era presente solamente la casa gialla, e l’area giocabile si interrompeva al furgoncino in strada. Così come l’intero gioco, anche Nukehouse fu un disastro: la mappa era talmente piccola che i giocatori venivano generati uno di fianco all’altro, con risultati che potete immaginare. I (pochi) video gameplay che potete recuperare su YouTube vi faranno capire perché non ne abbiamo più sentito parlare, così come per quale motivo BO Declassified non abbia avuto alcun successo.
Call of Duty: Black Ops III (2015)
Nuk3town
Nuk3town, apparsa su Black Ops 3, è senza dubbio la rivisitazione più importante dell’originale mappa, ma ovviamente c’è un motivo dietro. Il design generale resta sulla solida scia che i giochi precedenti avevano fissato, ma stavolta Treyarch decide, o meglio è costretta, ad applicare alcune sostanziali modifiche, tutto questo a causa delle nuove dinamiche di Black Ops III. Il gioco accolse infatti a braccia aperte gli esoscheletri, che consentivano di correre sui muri, eseguire doppi salti e boost per raggiungere luoghi sopraelevati, e la piccola Nuketown originale si sarebbe trovata ad avere troppi exploit e zone aperte con queste novità, che rischiavano di rompere il fragile equilibrio della mappa.
Ridisegnando e ripensando l’esperienza come una simulazione virtuale per i soldati, gli sviluppatori resero decisamente futuristica la mappa – forme più dolci, palette cromatica nella quale dominavano il bianco, il blu e l’arancione – e cambiarono radicalmente alcune aree, come la sezione centrale che venne dotata, nella parte nord, di una parete sopraelevata per permettere la corsa sui muri.
Su questa particolare iterazione di Nuketown, arrivò anche un divertente easter egg della mappa: colpendo tutti i manichini, si dava inizio a una vera e propria epidemia di Zombie. Un simpatico omaggio, che è stato ripreso anche nel gioco successivo.
Call of Duty: Black Ops 4 (2018)
Nuketown 2018
Si tratta probabilmente di una delle iterazioni più controverse della storia di questa mappa. Riproposta su Black Ops 4 con estetica sovietica e ambientazione innevata, Nuketown 2018 aggiungeva un curioso tunnel che collegava i due giardini delle abitazioni ma che era percorribile soltanto dagli RC-XD, che nel passaggio potevano anche osservare da vicino i missili che si trovavano al di sotto della mappa. Se l’estetica cambiava, il design della mappa restava tale e quale a quello dell’originale Nuketown, ed è qui probabilmente che Treyarch ha sbagliato. Diverse meccaniche di gameplay, come ad esempio il rampino, hanno cambiato radicalmente il modo di giocare su questa mappa, col risultato che per tanti giocatori Nuketown 2018 è considerata un pessimo esperimento.
L’isola Nuketown su Blackout
Qualche parola anche sull’isola di Nuketown nella modalità battle royale Blackout, ambientazione sicuramente iconica e che è risultata interessante e riuscita da subito. L’intera area di Nuketown, o meglio ciò che ne resta dopo l’esplosione della bomba, venne presa e infilata all’interno della grande mappa di Blackout, permettendoci non solo di uscire dai soliti confini della mappa ma anche di esplorare il famoso bunker sotterraneo che sin dai tempi di Black Ops II stuzzicava le teorie dei fan. In effetti, tutto ciò venne anche realizzato in previsione della modalità Zombies…
Alpha Omega
La penultima mappa di Black Ops 4 Zombies, Alpha Omega, fu un remake ampliato proprio di Nuketown Zombies, che apriva finalmente le porte al bunker sotterraneo e ai misteri del programma americano di Broken Arrow, fino ad allora un grande mistero della lore della modalità e finalmente esplorato più a fondo.
Ambientata cronologicamente nel 2025, poco prima di TranZit, la mappa proseguiva il cammino di Ultimis e Primis intenzionati a recuperare il Frammento Elementale dal sito abbandonato di Camp Edward (che poi è proprio Nuketown, per come la conosciamo noi) e a fermare Avogadro, una vecchia conoscenza. Se l’ambientazione è anche carina, in fondo, la mappa non ha mai lasciato veramente il segno sui giocatori, ma questo è probabilmente anche dovuto al fatto che i fan di Zombies si sono ritrovati di fronte al solito, ennesimo remake di un’ambientazione già conosciuta. L’espansione dell’originale Nuketown con nuove aree non è stata particolarmente apprezzata, nonostante gli sforzi degli sviluppatori.
Call of Duty Mobile (2019)
Nuketown
Come parte di un titolo mobile che celebra le glorie del passato della serie Call of Duty, Nuketown non poteva certamente mancare all’appello. Riproposta esattamente come nel primo gioco della serie Black Ops, Nuketown è divenuta rapidamente anche su mobile una delle ambientazioni più amate, come era lecito aspettarsi.
Call of Duty: Black Ops Cold War (2020)
Nuketown’84
Con sorpresa di pochi, Nuketown è tornata anche in occasione del quinto capitolo principale del franchise di Black Ops, e anche stavolta la mappa va a rispecchiare l’ambientazione storica. La Nuketown ’84 di Cold War era infatti praticamente identica nello stile e nel level design a quella che tutti già conoscevamo, ma stavolta la palette cromatica diventava più vivace e il tono si spostava più verso una sorta di zona abbandonata à la Mad Max, con le case in rovina e imbrattate dai graffiti. Treyarch diede anche una motivazione narrativa a tutto ciò: la Nuketown di Cold War è esattamente quella del primo Black Ops, solo 30 anni dopo. Il governo abbandonò il progetto nucleare, e così nel tempo questa finta cittadina è diventata il rifugio di alcune persone che nel tempo l’hanno abitata e personalizzata.
Tornava anche l’easter egg dei manichini (con risvolti però differenti), e come in molti i remake di Nuketown da Black Ops II in poi, c’è un filmato riprodotto dopo la fine della partita. Questa volta in Nuketown ’84 è presente una console arcade con GAME OVER e una voce elettronica che pronuncia le parole sullo schermo, a cui segue poi un’esplosione della bomba nucleare.
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