Quando si tratta di pura qualità, ci sono pochi nomi nel settore videoludico che suscitano costantemente rispetto e riverenza. Senza troppi dubbi uno di questi è rappresentato da Rockstar Games che, nel corso di oltre due decenni, è stata in grado ripetutamente di realizzare giochi capaci di ridefinire il genere di appartenenza.
Dal franchise capofila chiamato Grand Theft Auto all’altrettanto adorato Red Dead Redemption, la casa della grande R è riuscita a sviluppare anche perle meno “conosciute” ma che tuttavia hanno abbracciato milioni di utenti, come ad esempio Bully e l’ormai da troppo tempo assente Midnight Club. Insomma, il curriculum dell’azienda americana è un tripudio sempre più nutrito di successi.
Confronto tra passato e presente
Proprio in merito a questo ultimo punto, molto spesso ci si chiede il motivo per il quale la frequenza con cui lo sviluppatore ha rilasciato i propri giochi è diminuita drasticamente nel tempo. Per fare un rapido esempio, come ben sappiamo (e speriamo) Grand Theft Auto 6 uscirà durante l’autunno del 2025, periodo nel quale saranno passati ben sette anni dall’uscita di Red Dead Redemption 2, che a sua volta ha visto la luce cinque anni dopo Grand Theft Auto 5. Premesso questo, va di conseguenza considerato che dal 2013 al 2025, Rockstar vedrà al suo palmares solo tre titoli di punta, e questo supponendo che Grand Theft Auto 6 non subisca insperati ritardi.
Bene, confrontiamo questo con la produzione dell’azienda negli anni precedenti. Durante gli anni di Xbox 360, ad esempio, abbiamo visto Grand Theft Auto 4, le sue numerose espansioni, Grand Theft Auto 5, Red Dead Redemption, Red Dead Redemption: Undead Nightmare, Midnight Club: Los Angeles, LA Noire e Max Payne 3. Oltre a tutti questi titoli per console, la software house ha anche pubblicato giochi come Grand Theft Auto: Chinatown Wars, Grand Theft Auto: Vice City Stories, Grand Theft Auto: Liberty Stories e altri ancora. Si tratta di una quantità folle di prodotti in meno di un decennio e la stragrande maggioranza di questi hanno scalato le vette delle classifiche di vendita.
Guardando quell’elenco si nota poi anche un’altra cosa a cui spesso non si dà troppo peso: Rockstar ha ridotto notevolmente il suo portfolio di IP. Laddove in precedenza la società sfornava titoli diversi in termini di generi e piattaforme, ora pare proprio che il colosso stellato abbia deciso di focalizzarsi unicamente su Grand Theft Auto e Red Dead Redemption, ed unicamente sulle piattaforme più performanti. Non solo quindi la società ha ridotto il numero di pubblicazioni, ma ha anche diminuito sensibilmente i franchise, in modo da concentrarsi solo sui più grandi successi, a discapito della varietà.
Fatturato online
Ci sono, ovviamente, delle ragioni legittime dietro a questo comportamento. La prima risponde al nome di Grand Theft Auto Online. La componente multigiocatore iniziata come poco più di un’aggiunta a GTA 5, è riuscita nel corso degli anni a trasformarsi in un colosso senza pari. Grazie a GTA Online, GTA 5 ha superato la cifra esorbitante di 200 milioni di unità vendute e continua a generare una quantità assurda di denaro per la software house e la società madre Take-Two Interactive attraverso le microtransazioni. Anche per un’azienda storicamente di successo e influente come Rockstar, GTA Online ha portato un successo senza precedenti.
Considerando il tipo di denaro che incassa, non sorprende quindi che gran parte di Rockstar si sia concentrata su GTA Online. Questo prodotto è tuttavia responsabile da solo del fatto che la casa della grande R non lavori più su giochi più piccoli e sperimentali? Forse no, ma sarebbe sicuramente un suicidio economico togliere persone e risorse da GTA Online in modo che possano lavorare, ad esempio, su un nuovo Midnight Club (si, lo vogliamo tantissimo).
Oltre a ciò, la componente multigiocatore di Grand Theft Auto è anche responsabile della completa e totale mancanza di DLC per giocatore singolo nell’ultimo decennio. Né GTA 5 né Red Dead Redemption 2 hanno infatti ottenuto espansioni per la storia, a differenza dei loro predecessori, che ne hanno ottenute di incredibili (Undead Nightmare fa tuttora scuola di come si sviluppano dei contenuti aggiuntivi).
La dura realtà
Ovviamente, GTA Online non è l’unica ragione della significativa diminuzione della frequenza delle uscite Rockstar. Se avete seguito l’industria dei videogiochi negli ultimi anni, saprete molto bene che i costi e le tempistiche di sviluppo sono aumentati in modo drammatico (così come i licenziamenti, purtroppo). Un “normale” AAA al giorno d’oggi richiede difatti in media tra i 4 e i 6 anni per vedere gli scaffali. Se a questo aggiungiamo poi le dimensioni, l’attenzione ai dettagli e il livello di qualità che vanta un gioco che porta la R stellata sulla copertina, persino la tempistica media di sviluppo di AAA risulta stretta a dir poco.
Rockstar è, bisogna ammetterlo, un’azienda molto più grande persino di alcuni dei più ampi studi AAA in circolazione. Grazie a migliaia di dipendenti e ad un sostegno finanziario che pochi altri team del settore possono eguagliare, la software house è capace di investire cifre folli nei suoi giochi e godere di in un periodo di sviluppo più lungo rispetto a chiunque altro. Anche con questo, tuttavia, non sorprende che prodotti come Grand Theft Auto 6 richiedano tantissimo tempo per essere realizzati, e ciò non fa altro che suggerire il livello di precisione e di attenzione che la casa americana intende instillare in ogni suo ultimo progetto.
Ovviamente tale ideologia ha anche un costo “umano” e non sorprende quindi apprendere che Rockstar abbia attirato di recente polemiche su questioni relative al carico eccessivo di lavoro dei dipendenti (che però sembrano ora rientrate a seguito di un intervento da parte della dirigenza).
Da grandi poteri…
A fronte della sua storia quindi, l’azienda americana deve per forza di cose rendere conto alle glorie passate, e ciò rappresenta indubbiamente una pressione non indifferente da parte di critica, pubblico, ma soprattutto azionisti. Per onorare quindi l’impegno a cui sovente è chiamata, ossia sconvolgere e rivoluzionare l’industria, Rockstar necessita oggigiorno di milioni di dollari e svariati anni di tempo. Il livello raggiunto dall’azienda non pone da tempo alcun alibi in termini di mancata qualità, ed a quanto pare la multinazionale ne è ben conscia nell’ultimo periodo.
In definitiva, le decisioni di Rockstar saranno guidate principalmente da ciò che ritiene essere il miglior uso delle sue ampie risorse. Ovviamente ci piacerebbe vedere un non troppo lontano ritorno di IP storiche o addirittura nuovi franchise, ma non si può negare che farlo richiederebbe alla software house di distogliere le energie da questioni che hanno reso l’azienda il colosso che è oggi, il che significa che è estremamente che ciò avvenga, perlomeno nel breve-medio periodo.
Le entrate costanti che GTA Online genera consentono a Rockstar di prendersi il tempo necessario per le varie produzioni, il che la mette in una posizione praticamente unica per il settore. Anche qualora il flusso positivo dovesse arrestarsi, il prossimo Grand Theft Auto 6 e la sua componente online sono pronti ad accompagnare la casa della grande R verso nuovi anni di successo, cristallizzando ulteriormente la sua posizione di assoluta rilevanza nel settore.
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