Negli ultimi anni, il tema dell’inclusività e della diversità ha suscitato ampi dibattiti all’interno dell’industria videoludica. Mentre alcune aziende come Sweet Baby hanno ottenuto successi significativi nel promuovere l’integrazione di questi valori, molte case di produzione stanno riconsiderando la propria posizione sulla questione. Tra queste, Square Enix ha recentemente ridimensionato i propri investimenti nel campo della Diversity, Equity and Inclusion (DEI). Tuttavia, PlayStation sembra seguire una strada diversa, intensificando il proprio impegno verso questi temi.
Un recente annuncio di lavoro pubblicato da PlayStation dimostra la volontà dell’azienda di potenziare la sua attenzione sulla diversità e l’inclusione, specialmente nei suoi team di sviluppo interni. Il nuovo ruolo sarà specificamente dedicato ai team first-party, il che significa che i giocatori possono aspettarsi un’integrazione ancora più marcata di questi principi nei futuri titoli degli studi interni di PlayStation.
Un aspetto significativo è che il nuovo assunto dovrà collaborare strettamente con il Diversity, Equity and Inclusion Manager di PlayStation Studios, indicando che la promozione della diversità non sarà solo una questione superficiale, ma piuttosto un pilastro fondamentale della cultura aziendale. Il candidato ideale dovrà inoltre lavorare a stretto contatto con i team globali impegnati nell’ambito della giustizia sociale e dell’inclusione, ampliando così le collaborazioni tra PlayStation e realtà esterne, come Sweet Baby Inc.
Vale la pena notare che PlayStation ha già dimostrato un forte impegno verso l’inclusività in alcuni dei suoi titoli più recenti. Giochi di grande successo come God of War: Ragnarok e Spider-Man 2 hanno beneficiato della consulenza di Sweet Baby Inc., e il nuovo annuncio di lavoro suggerisce che tali collaborazioni diventeranno sempre più frequenti.
Con l’industria videoludica che investe sempre più risorse nella promozione della Diversity, Equity and Inclusion, è probabile che altre aziende seguiranno la stessa direzione. Coloro che resistono a questa tendenza, come lo studio Game Science, che è stato recentemente criticato per la presunta mancanza di diversità nel suo gioco Black Myth: Wukong, rischiano di trovarsi in una posizione difficile e di creare un precedente rischioso per chi sceglie di andare controcorrente.
Il futuro dei videogiochi sembra dunque destinato a essere plasmato da un’inclusività sempre maggiore. Sarà interessante osservare come questo cambiamento influenzerà non solo la produzione dei titoli, ma anche la percezione e l’accoglienza da parte dei giocatori e del mercato. PlayStation, con il suo rinnovato impegno, si pone all’avanguardia di questo movimento, e il suo esempio potrebbe rivelarsi decisivo per l’intero settore.
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