Molto spesso, ci troviamo sommersi da una marea di titoli sviluppati in Unreal Engine 5, ma non sempre ciò che viene dichiarato dagli sviluppatori si presenta degno di nota. Tra i titoli che fanno affidamento su questo motore c’è Pneumata, che ha fatto la sua comparsa al Guerrilla Collective, uno degli eventi della Summer of Games di due anni fa. Questo titolo, un incrocio tra horror psicologico e sparatutto in prima persona con elementi survival, sembrava promettente. Noi abbiamo avuto la possibilità di provarlo in anteprima per vedere se fosse all’altezza delle aspettative o se si trattasse solo di un’altra delusione da lasciar finire nel dimenticatoio.
Nel buio di Clover Hill
La breve demo in anteprima sulla quale abbiamo messo mano ci ha fatto entrare all’interno del gioco all’incirca al 60% dello svolgimento dell’avventura e, per questa ragione, è veramente difficile capire la storia e ciò che sta accadendo al nostro protagonista. Sappiamo soltanto di trovarci all’interno di un carcere dove troveremo strane creature al posto dei detenuti. Grazie ad alcuni resoconti e diari che troviamo sparsi nel penitenziario ci rendiamo conto che, all’interno dello stesso, vi fossero in corso degli esperimenti: all’interno di alcune celle riposano dei maiali le cui parti sono utilizzate per creare gli esseri terrificanti che si aggirano nel carcere. Il nostro protagonista è un detective incaricato di indagare sulle inquietanti mura di Clover Hill, il carcere in questione. Non sappiamo molto di più, ma visto che il nostro segmento di gioco ci conduce in seguito in una sorta di manicomio, pieno di pericolosi esseri umani scheletrici, ragni succhiasangue e tante altre simpatiche aberrazioni, pare che il nostro detective si sia cacciato proprio in un bel pasticcio.
L’atmosfera di Pneumata è disturbante. Abbiamo provato una tensione costante ogni qual volta dovevamo esplorare gli ambienti di gioco, nel timore di cosa ci avrebbe aspettato dietro l’angolo. Il design sonoro ci ha tenuti sulle spine per tutta la durata del gioco; rumori inquietanti vi perseguiteranno, convincendovi di essere seguiti dalle bieche creature che popolano ogni anfratto. Ma fortunatamente non è sempre così, e il gioco è studiato in modo da farvi saltare sulla sedia grazie ad effetti sonori più alti e qualche nemico che sbuca da un armadietto o da dietro una porta che fino pochi secondi prima era sigillata. Si tratta dei classici momenti jump scare, un trucchetto registico che spaventa chi gioca senza troppi sforzi, ma che rivela come questi frangenti di gioco siano scriptati.
Puzzle in ogni dove
Come i classici giochi survival horror, Pneumata propone una buona quantità di enigmi. Dovremo cercare indizi, rintracciare combinazioni e codici di accesso per sbloccare porte e reperire oggetti importanti. Ad esempio, in un’e-mail che abbiamo rintracciato in un computer di un ufficio abbiamo scoperto che i numeri scritti sugli orinatoi del bagno avrebbero fornito l’accesso alla stanza in cui dovevamo entrare. Un’altra nota ci ha detto in che ordine leggere quei numeri. D’altronde in quale altro luogo vorremmo scrivere un promemoria della combinazione per accedere alla nostra stanza preferita, se non il bagno degli uomini?
Naturalmente abbiamo assaggiato solo una parte degli enigmi, ma finora ci hanno lasciato una discreta impressione: non sono così tanto difficili da farci bloccare per troppo tempo, ma richiedono un po’ di impegno, di memoria e delle gambe in forma, perché ci ritroveremo a fare il giro delle ambientazioni più volte per capire cosa abbiamo trascurato. Il gioco completo promette molti altri indovinelli, ma attenzione… sappiate che i rompicapo sono decisamente la parte più semplice di Pneumata.
Ettolitri di sangue
È il combattimento contro i terrificanti nemici che ci aspettano dietro ogni angolo che sarà la parte più difficile. Le munizioni scarseggiano, quindi dovremo sparare con parsimonia e con criterio. La maggior parte dei nemici sembra poter essere eliminata con un solo colpo, a patto che sia ben assestato alla testa. Altri potrebbero richiedere qualche proiettile in più. Abbiamo a disposizione anche un’arma da mischia e, in mancanza di questa, possiamo semplicemente tirare calci per tenere a bada i nemici.
Ma non siamo fatti d’acciaio: al contrario siamo piuttosto fragili e un paio di attacchi sbagliati ci faranno cadere a terra. Se vogliamo rimanere in vita, dovremo conservare una scorta di oggetti per la salute, che possiamo trovare nelle varie location o creare tramite il crafting. Ma non sarà facile ottenere le medicine, quindi sarà meglio usarle con la massima parsimonia.
Tuttavia, l’esperienza non è stata priva di difetti. Il sistema di mira e sparo risultano scomodi, e il movimento del protagonista appare goffo e poco fluido, specialmente durante gli scatti, che sono limitati dalla barra della stamina. Attraversando ambienti claustrofobici, abbiamo trovato delle lettere che fornivano indizi su come sfuggire dal labirinto sotterraneo, insieme a un’arma da mischia rudimentale, una mazza da baseball. Ma il vero problema è emerso quando ci siamo scontrati con creature mostruose.
Contrariamente alle aspettative, fuggire non era sempre un’opzione valida, dato l’incedere lento del protagonista. I combattimenti con le creature si sono rivelati deludenti, privi di fluidità e incapaci di dare soddisfazione, con un combat system corpo a corpo poco coinvolgente e macchinoso: i nemici possono fare paura soltanto all’inizio, ma con il procedere dell’avventura ci rendiamo conto che sono robotici, lenti e molto legnosi.
“È come film di orrore!”
Se il gameplay di Pneumata ha deluso, il comparto tecnico non è stato da meno. L’utilizzo dell’Unreal Engine 5 non è garanzia di una grafica eccezionale, come dimostra questo titolo. Le creature e le ambientazioni presentano problemi di animazioni e di intelligenza artificiale, compromettendo l’immersione nell’esperienza di gioco. Difatti, le promesse degli sviluppatori riguardo a un’IA avanzata si sono rivelate esagerate, con nemici che si comportavano in modo prevedibile e spesso poco realistico.
In alcune occasioni non abbiamo potuto fare a meno di notare come il caricamento delle textures fosse lento, così da lasciare i poligoni coperti da textures pixellose per qualche secondo.
In conclusione, il nostro primo approccio con Pneumata ci ha lasciati scettici. Speriamo che nella versione finale del gioco, prevista per PC e PlayStation 5, vengano risolti i difetti e si possano apprezzare meccaniche di gioco più rifinite e situazioni più coinvolgenti.
Pneumata uscirà su PC, PS5 e Xbox Series X/S nel corso dell’anno.
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