In seguito alle sempre più insistenti voci circa una grossa perdita di utenza, e soprattutto dopo l’assenza del gioco dall’E3 2019, Anthem sembra aver imboccato l’inesorabile strada che dirige al fallimento totale. Le complicità sono tutte da ricercare per lo più nei contenuti troppo scarsi, come vi avevamo accennato nella nostra recensione completa, e non di certo a livello di gameplay dove il divertimento sembrava essere assicurato.
Una carenza di contenuti che, se al lancio poteva essere tollerabile e in qualche modo pronosticabile, lasciava però spazio alle speranze dei giocatori di ricevere un degno supporto sul lungo periodo. A conti fatti, va ammesso che il supporto al titolo non è mancato: sono stati rilasciati periodicamente eventi, sfide et similia, ma nulla di così convincente da coinvolgere nel profondo l’utenza. Lo testimonia l’ultimo evento degno di nota, Cataclisma, che rappresentava in qualche modo un tentativo di rilancio del titolo da parte della software house e che invece ha permesso di decretare un’ulteriore perdita di giocatori, o per lo meno una buona occasione per darne prova al grande pubblico.
Proviamo ad analizzare i possibili destini di Anthem, come suggerito dai numerosi forum, thread e discussioni circa l’ultima fatica di EA e BioWare.
La prima ipotesi: il lento declino di un gioco abbandonato a sé stesso
Anthem è nato quasi irrimediabilmente sotto un pessimo segno e il suo destino sembra tutt’altro che roseo. All’E3 vi sono stati dedicati soltanto un paio di minuti di intervista e niente di più. Per un gioco che ambisce a rilanciarsi sul grande mercato dei tripla A non sono sufficienti un paio di chiacchiere: si prenda l’esempio di Bethesda con Fallout 76, pienamente al centro dell’attenzione della casa produttrice e soprattutto destinato a ricevere degli importantissimi aggiornamenti nei prossimi mesi.
A dirla tutta non è stata una grossa delusione l’assenza di Anthem, dal momento che la stragrande maggioranza degli utenti sembra essersi quasi dimenticata del titolo. Ma per rilanciare un titolo come Anthem serve costanza e capacità di ascoltre i feedback dei giocatori, motivo per cui sarebbe stato opportuno annunciare nuove campagne, espansioni ed eventi realmente convincenti, al contempo sistemando i problemi di loot e l’eccessiva scarsità di contenuti che ancora oggi segnano in negativo il gioco.
Così non è stato, almeno nel corso dell’E3 che rappresenta l’occasione più ghiotta in assoluto per fare nuovi annunci. Sotto questo punto di vista è lecito pronosticare un futuro grigio e annebbiato per Anthem: EA e BioWare potrebbero aver deciso di supportare il meno possibile il gioco, interiorizzando l’ormai certo fallimento e lasciando decorrere il destino del titolo verso la sua fine naturale.
La seconda ipotesi: una “operazione Sea of Thieves 2.0”
Il buon Sea of Thieves di Microsoft è diventato praticamente un metro di paragone quando si parla di titoli che puntano a risorgere dalle proprie ceneri. Ed in merito sono davvero interessanti le recenti parole di Andrew Wilson, CEO di EA proprio riguardo ad Anthem.
Wilson in particolare ha affermato che l’azienda è ben conscia della pessima reputazione di Anthem sul mercato, dicendo di riconoscere che il gioco non sta funzionando come dovrebbe. Non è funzionato in particolare il tentativo di unire le componenti narrative tipiche di BioWare a quelle action-adventure che più si addicono ai titoli multiplayer, finendo per creare un qualcosa di controverso e decisamente spoglio.
Il CEO di EA però parla di un supporto sul lungo periodo, suggerendo addirittura un periodo di 7-10 anni e che dunque andrebbe ad incastrarsi con la cross-generazionalità garantita dalle console next-gen. E’ quindi molto probabile che Anthem sia ancora un gioco prematuro e che l’assenza all’E3 sia in qualche modo giustificata da questo fattore. Forse EA ha progettato di rilasciare gradualmente contenuti durante tutto il prossimo anno videoludico e tenere i futuri eventi – chiaramente, non solo l’E3 – per ogni nuovo annuncio.
La terza ipotesi: la conversione nel dualismo free-to-play/Game as a Service
Seguendo la seconda ipotesi sorge spontaneo il dubbio riguardo il prezzo, che chiaramente non potrà restare lo stesso ancora per molto sia a causa del naturale andamento discendente sul mercato, sia a causa della stessa natura del titolo che, quasi per forza di cose, potrebbe arrivare a necessitare un cambiamento.
Una prospettiva condivisa da moltissimi utenti suggerisce per Anthem un futuro già visto per altri titoli multiplayer, vale a dire un dualismo tra la componente free-to-play e quella di Game as a Service, ossia di un gioco che prevedere un canone mensile per poter essere giocato in cambio di contenuti.
Si tratta comunque di un’ipotesi difficile da pensare. Anzitutto perché la stessa EA ha confermato di non voler proporre Season Pass o servizi simili, ma di richiedere soltanto l’acquisto del gioco e tutti i contenuti futuri in maniera gratuita. I possibili scenari in materia di pagamenti restano dunque soltanto due: il titolo proposto ad un prezzo basso (al fine di raggiungere più utenti) oppure il titolo sempre acquistabile ad un prezzo basso ma anche una componente free-to-play parallela, chiaramente limitata per contenuti e utile soltanto per avere una panoramica sul gioco. Secondo noi quest’ultima resta la strada maggiormente percorribile, ma non ci resta che attendere le future manovre di EA per averne conferma.
E voi state giocando ad Anthem? Quali sono le vostre aspettative per questo titolo?
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