Tanto tempo fa una persona abbastanza importante disse: “Chi è causa del suo mal, pianga sé stesso”. Ecco, non vi è citazione più calzante per riassumere le ultime settimane del colossale brand PlayStation, ormai in balia del vento.
Partiamo da un presupposto commerciale non di secondo piano: PS5 sta vendendo più o meno allo stesso ritmo della sua straordinariamente riuscita sorella, e questo, ovviamente, è ciò che alla fine interessa di più a Sony. Ma al di là di questa metrica cruciale per il successo, questa generazione di console è stata piuttosto caotica dal punto di vista di PlayStation. Negli ultimi anni, la major giapponese ha infatti collezionato diversi fallimenti, figli molto spesso di una serie di decisioni discutibili che hanno portato il pubblico affezionato ad un’irritazione non indifferente.
Se PS4 ha rappresentato difatti un’età dell’oro per il marchio nipponico (in alcuni casi paragonabile ai fasti dell’epoca PS2), i recenti anni targati PS5 sono stati parecchio incostanti e poco memorabili. Intendiamoci, PlayStation continua ad essere un successo; questo è indiscutibile considerando le impressionanti vendite della console e dei suoi giochi, che hanno garantito profitti più che considerevoli per la multinazionale. Tuttavia, nonostante l’hardware valido ed il solido supporto dell’industria sono riusciti (per ora) ad evitare la catastrofe, Sony sembra voler continuare ad incappare negli stessi errori.
Giochi Dead Service
L’ultimo capitolo nella lunga serie di disastri di Sony riguarda la cancellazione di due progetti in sviluppo da anni. Come vi abbiamo infatti precedentemente raccontato, la major nipponica ha soppresso il titolo open world live service di Bend Studio e l’altrettanto misterioso progetto su cui Bluepoint Games stava lavorando da diversi anni dopo il lancio del remake di Demon’s Souls, ossia uno spin-off live service di God of War.
Queste azioni rappresentano un duro colpo per entrambi gli studi. Bend Studio, noto ai più per aver realizzato Days Gone, ha avuto un destino sfortunato sin dall’uscita del gioco nel 2019. Dopo che l’avventura di Deacon St. John non ha ricevuto l’acclamazione che Sony desiderava, ogni altro progetto dedicato al brand è stato cassato, nonostante le vendite abbastanza buone. Successivamente, lo studio è stato assegnato ad un progetto su Uncharted, anch’esso cancellato. Infine, nel 2021, Bend ha annunciato un nuovo gioco open world basato sulla a stampo fantascientifico, che come ben sappiamo è stato terminato pochi giorni fa.
La situazione di Bluepoint è ancora più emblematica della confusione che alberga in Sony. Dopo aver acquisito lo studio noto per eccellenti remake single-player (Shadow of the Colossus, Demon’s Souls), la multinazionale di Tokyo ha deciso di fargli sviluppare… un live service. E non uno qualsiasi, ma uno dedicato a God of War, che diciamolo, rappresenta un’idea discutibile sotto ogni punto di vista (e che non poteva che portare all’epilogo noto).
Sony ha assicurato che né Bluepoint né Bend Studio verranno chiusi, ma non ha potuto garantire l’assenza di licenziamenti. Inoltre, entrambi gli studi hanno perso anni di lavoro e ora devono ripartire da zero, il che significa che probabilmente non vedremo alcun loro gioco per tutta la generazione PS5.
Tutto da rifare
Questa crisi nasce dall’ossessione di Sony (e di Jim Ryan) per i GaaS. Nel 2023, la compagnia annunciò infatti con orgoglio l’intenzione di lanciare ben 12 giochi su servizio nei successivi tre anni. Tuttavia, l’unico successo è rappresentato da Helldivers 2, visto che:
- The Last of Us Online: cancellato
- Project Payback di Bungie: cancellato
- Il reboot di Twisted Metal di Firesprite: cancellato
- Spider-Man: The Great Web di Insomniac: cancellato
- Il gioco live service di London Studio: cancellato, con chiusura dello studio
- Il misterioso progetto di Deviation Games: cancellato, con chiusura dello studio
- Lo spin-off live service di God of War: cancellato
- Il gioco open world di Bend: cancellato
Se volete saperne di più, qui abbiamo raccolto tutti i dettagli. Ma poi c’è anche Concord, il più grande fallimento di sempre per un prodotto first-party PlayStation. Dopo solo due settimane di vendite disastrose, Sony ha deciso di chiudere il gioco e lo studio. Secondo il giornalista Jeff Grubb, il flop del titolo targato Firewalk ha portato il colosso a rivedere la sua strategia live service, causando tutto quello di cui vi abbiamo parlato poco sopra.
Ora restano solo pochi giochi live service in sviluppo (di nuovo, qui maggiori dettagli): Horizon Online, Marathon, Project Gummy Bears e Fairgames. Tuttavia, le prospettive non sono rosee. Fairgames ha ricevuto un’accoglienza molto negativa e potrebbe fare la stessa fine di Concord, mentre Marathon di Bungie sembra essere in difficoltà, con lo sviluppo in alto mare.
Un’intera generazione sprecata
Moltissimi giocatori e analisti possono ora dire “ve l’avevamo detto”. Il mercato dei giochi live service è già saturo e pieno di fallimenti, e molte aziende hanno fatto la stessa fine prima di Sony, ma quest’ultima credeva di poter fare meglio, vista l’enorme quantità di IP e di studi eccelsi.
Per un po’, molti hanno dato il beneficio del dubbio all’azienda, considerando appunto il suo enorme successo nei giochi single-player. Ma ora la realtà è chiara e chi non la condivide mente un po’ a sé stesso: Sony ha sprecato gran parte della generazione PS5 per inseguire una moda in declino.
L’inevitabile retromarcia dai giochi live service significa che Sony tornerà probabilmente a concentrarsi su ciò che l’ha resa un colosso: i blockbuster single-player. Ma è un vero peccato che si sia dovuta sacrificare un’intera generazione di console solo per scoprire quello che era già ovvio.
L’aiuto arriva… da Microsoft
Per quanto ironico possa sembrare, l’unica che può aiutare PlayStation ad avere un parco titoli interessante nel prossimo periodo è proprio Microsoft. Grazie infatti alla politica multipiattaforma attivata dalla casa di Redmond, i giocatori dell’ammiraglia nipponica possono meglio sopportare questa carenza di produzioni proprietarie.
È di pochi giorni fa la conferma dell’arrivo di Forza Horizon 5 sulla rivale di Xbox, ma come ben sappiamo in primavera arriverà anche Indiana Jones e l’Antico Cerchio. Nelle ultime ore si sono poi moltiplicate le indiscrezioni secondo le quali le altre due colonne verdicrociate, ossia Halo e Gears of War, potrebbero sbarcare al porto Sony.
Naturalmente vi sono ancora produzioni PS Studios in sviluppo, tra cui progetti altisonanti che rispondono al nome di Ghost of Yotei, Death Stranding 2: On the Beach e Marvel’s Wolverine, ma è fuori dubbio che mai come ora alla multinazionale giapponese occorre un nuovo corso comunicativo. Che sia convogliato in uno Showcase o in uno State of Play più che emozionante, la divisione capitanata ora da Hideaki Nishino deve rispondere al pubblico ed a sé stessa, cercando di ritrovare una via maestra smarrita ormai da troppo tempo.
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