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[Recensione] Biomutant

Dopo un’attesa durata anni, Biomutant acquista finalmente concretezza nelle nostre mani; il gioco presentato da THQ si mostra agli occhi del pubblico con l’obiettivo di imporsi con tutta la naturalezza e spensieratezza del mondo successivamente ai numerosi rinvii e alla carenza di informazioni, dal primo avvistamento del 2017 ad oggi.

Parliamo, per chi non lo conoscesse, di un action RPG con un’ambientazione in uno scenario post-apocalittico open-world; l’ambizione di questo titolo sta nel ricreare una trama che colleghi una storia avvincente ad una situazione molto realistica: il mondo è stato colpito da un disastro naturale che ha causato l’inquinamento del pianeta tramite l’Albero della vita, grande pianta che sovrasta tutto e che consente di diffondere energia tramite le sue radici; le scelte e azioni del protagonista porteranno alla sua salvezza o alla sua distruzione.

Scopriamo insieme la recensione a cui ci ha condotto l’esperienza di Biomutant.

Versione provata: PC (Steam)

IL MONDO E’ “MUTATO”

Il narratore parte con un discorso che ci fa riflettere su ciò che la natura offre e come sia facile spezzare un equilibrio così importante, è con lui che l’avventura comincerà e proseguirà per tutto il tempo.

In un tempo non specificato, il mondo è diviso a metà in un’epoca post-apocalittica: da un lato c’è chi vuole preservare il corso naturale delle cose e salvare l’albero della vita dagli attentati dei nemici del lato oscuro, dall’altro troviamo coloro che preferiscono guardare avanti e assecondare i mangiamondo, gli aggressori che ricercano l’ordine a discapito del mondo vecchio.

Il nostro personaggio, figlio dei capi della propria tribù, percorrerà un viaggio alla ricerca dei ricordi perduti e di uno scopo da seguire, dovrà infatti schierarsi dalla parte della luce o dell’oscurità (scelta che sarà affidata al giocatore) e, di conseguenza, fare certe azioni che condurranno il mondo ad un riscatto o una fine.

Gli alleati saranno molti, quasi quanto i nemici, eppure le sorti del pianeta incomberanno in gran parte sul giovane protagonista e le sue doti di combattimento e strategia: tra una conquista e l’altra, il nostro obiettivo primario sarà quello di conquistare avamposti (che sia per unificare tribù o per distruggerle).

Il Sifu della tribù che sceglieremo di aiutare ci farà molte domande per capire la nostra indole e guidarci al meglio sul nostro destino, ma i dubbi, a prescindere dalla fazione scelta, si presenteranno spesso per metterci alla prova sulla convinzione delle scelte che abbiamo preso da inizio gioco: il percorso che percorriamo è giusto o nasconde dei lati negativi?

Aspetto di grande importanza e che varierà drasticamente la trama e la scelta della strada da prendere è l’equilibrio interiore del protagonista: indole di oscurità o di luce; le strade sono diverse e cambiano in pieno l’esperienza di gioco, comprendendo i rapporti con gli NPC e le abilità che si sbloccheranno nel corso del gioco (scelte che si susseguiranno e che porteranno a differenti finali).

La trama può riassumersi nel concetto di “lezione di vita“, difatti tra una missione e l’altra troveremo degli accenni sul mondo prima del disastro che portò ad un inquinamento globale e il narratore stesso ci mostrerà ciò che la natura può offrire al suo massimo potenziale.

Nel complesso parliamo di una storia degna di essere raccontata e ascoltata dall’inizio alla fine e che lascia davvero qualcosa, una serie di racconti che ci hanno stupito in positivo!

LA NATURA IN TUTTO IL SUO SPLENDORE

Il primo aspetto che sicuramente merita di essere esposto è il sistema di personalizzazione iniziale; prima di tutto dovremo selezionare la specie: primal, dumdon, rex, hyla, fip o murgel, a seguito della scelta varieranno i parametri relativi a vitalità, forza, intelligenza, agilità, carisma e fortuna; poi sarà il turno della mutazione genetica da attribuire al personaggio, qui vi sarà la scelta degli attributi, seguita dalla distribuzione in percentuali della resistenza: calore, radioattività, freddo e bio-rischio.

Infine, dopo aver deciso lo stile di pelliccia e il colore, toccherà a selezionare la classe base preferita: tiratore, commando, psicofolle, sabotatore o sentinella, dopodiché avremo il nostro personalissimo personaggio, pronto ad entrare in azione.

Parlando del gameplay vero e proprio, troviamo un combattimento molto fluido e intuitivo, che combina attacchi corpo a corpo e con armi da fuoco assieme a combo sbloccabili nel menù livellando e giocando; facendo ciò otterremo anche dei potenziamenti a scelta sugli attributi del personaggio e attacchi speciali.

Otterremo oggetti esclusivi e apriremo nuove strade anche grazie alla risoluzione dei rompicapi, che avranno un numero limitato di mosse a seconda del parametro intelligenza che avremo in quel momento.

Il mondo di gioco è davvero vasto e ci metterà in contatto con una gran quantità di NPC (dal linguaggio incomprensibile, spiegato dal narratore), tra prigionieri negli avamposti e non, con cui interagire per ottenere punti PSI (sblocco poteri psionici, richiede un certo tipo di equilibrio di luce o oscurità); dopo aver conquistato tutte le fortezze nemiche potremo, prima di decidere cosa farne in base al nostro orientamento, affrontare il relativo Sifu, il capo tribù e quindi accaparrarci le sue ricchezze e armi/oggetti utili da utilizzare non appena raggiunto il livello minimo richiesto.

Anche le risposte che daremo nei dialoghi e le azioni che faremo influenzeranno l’equilibrio interiore, ogni azione genera un’aura totale che varierà i dialoghi successivi; il tutto porta alla decisione principale del gioco: salvare l’albero della vita o appoggiare la sua distruzione nella guerra tra le tribù (fazione dei mangiamondo), ma la cosa importante, come il gioco ci ricorda, è rimanere il più coerenti possibili con le scelte fatte in ogni istante.

Oltre ad acquisirle esplorando e conquistando, le armi potranno essere ricondizionate sfruttando pezzi di ricambio trovati in giro: creare attrezzature da zero o potenziarle, un altro aspetto di questo titolo che ci è piaciuto davvero per come è stato realizzato.

A contornare il paesaggio, in parte distrutto, vi sarà una musica di sottofondo che richiama uno stile orientale molto rilassante che potremo goderci nel frattempo che giriamo in lungo e in largo cavalcando, camminando o a bordo di un robot corazzato; le strade percorribili in modo diverso in Biomutant sono davvero tante.

PUNTI DI FORZA

  • Trama profonda e coerente
  • Gameplay intuitivo e accattivante
  • Sistema di scelte ben fatto e non ripetitivo
  • Personalizzazione del personaggio ampia e di alto livello
  • Buon livello di sfida anche a difficoltà più basse (per giocatori esigenti)

PUNTI DI DEBOLEZZA

  • Gameplay “non a terra” a tratti macchinoso
  • Danni troppo importanti inferti dai nemici più grossi, dovrebbero venir leggermente ridotti

Senza giri di parole: nonostante alcuni chiari difetti, Biomutant ci ha convinto, la scaletta di aspettative che si era generata negli ultimi mesi attorno a questo atteso titolo è stata rispettata e il gioco non si dimostra ripetitivo o monotono, come titoli del genere, il che lo rende tranquillamente giocabile più volte per poter vedere i finali diversi e intraprendere strade opposte ogni volta, oltre che provare i poteri offerti dalle classi disponibili nella personalizzazione iniziale, che non lascerà di certo scontenti i giocatori.

Ricordiamo che Biomutant uscirà ufficialmente su PC, PlayStation 4 e Xbox One dal 25 maggio.

Ringraziamo THQ Nordic per il codice download del gioco.

Scritto da
Marco "Connor" Corazza

Videogiocatore dall'infanzia, dalla fine degli anni '90, fino ad arrivare ai titoli più recenti. Dal PC alla console, una vita basata su questo mondo, appassionato di trame fitte e giochi in team.

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