Blasphemous 2 è il sequel dell’evocativo Metroidvania opera degli spagnoli The Game Kitchen che vi riporterà nel mondo immaginifico dal suggestivo tema religioso, Cvstodia. In questa landa maledetta, una terribile maledizione, chiamata Il Miracolo, si è abbattuta sulla terra e su tutti i suoi abitanti. Il protagonista, chiamato il Penitente, unico sopravvissuto della confraternita del Lamento Muto, un gruppo di guerrieri che indossa una maschera e un elmo composto da una corona di spine e un cappuccio di metallo, è intrappolato in un ciclo di penitenza in cui muore e risorge continuamente. Dopo il finale del primo gioco, in cui il Penitente sembrava riuscito ad avere la meglio sulla causa della maledizione, la storia ci aveva lasciato in sospeso con un cliffhanger nel DLC gratuito del capitolo precedente della saga, Wounds of Eventide, dove un gigantesco Cuore nel cielo era apparso annunciando il ritorno del Miracolo e la nascita di un nuovo bambino divino.
Risvegliatosi in una nuova e strana terra e lontano dal suo luogo di riposo finale, il Penitente viene spinto di nuovo nel ciclo infinito di vita, morte e resurrezione, senza altra scelta se non quella di esplorare questo nuovo mondo pericoloso e scoprirne i segreti a lungo dimenticati. Come nel primo capitolo, però, Blasphemous 2 non fa sconti. La difficoltà infernale ricorda a volte l’autoflagellazione, giusto per rimanere in tema, lasciandovi con i calli sulle dita come ricordo delle tetre avventure del Penitente attraverso scenari grotteschi e mozzafiato.
Di certo l’elevata difficoltà del gioco non è adatta a tutti e non ci si aspettava, sotto questo punto di vista, un cambiamento del sequel rispetto al capitolo precedente. Nonostante ciò, Blasphemous 2 presenta un’estetica che rimarrà impressa nella nostra memoria per molto tempo e, in termini di meccaniche, è un gioco realizzato meticolosamente con davvero pochi difetti.
Il Santo Peccato di Cvstodia
Questa volta il mondo è meno lineare e, fino alla fine, ci invita a esplorare e a tornare in vecchi luoghi che riveleranno i loro angoli segreti man mano che acquisiremo nuove abilità per attraversarlo. All’inizio del gioco, potremo scegliere tra un trio di armi: la spada e il pugnale, il massiccio incensiere a due mani e la lama seghettata. Ognuna di esse serve non solo a rendere inoffensivi i peccatori del mondo, ma anche a sbloccare vari meccanismi e ostacoli che impediscono i nostri progressi.
A poco a poco, tutti gli strumenti dell’empia giustizia entreranno a far parte del nostro sacro arsenale, quindi non dovremo preoccuparci di perdere qualcosa con la nostra scelta iniziale. La mia scelta, da fanatica del duel-wielding, è caduta proprio su Sarmiento e Centella, la spada e il pugnale.
La navigazione e lo sblocco graduale di nuovi percorsi, scorciatoie e stanze nascoste sono ovviamente elementi centrali del genere metroidvania e Blasphemous 2 svolge il compito in modo eccelso. A questo contribuisce anche la ben realizzata minimappa, che permette di vedere facilmente quali sono i percorsi ancora da scoprire e le arene da esplorare, anche grazie a dei segnalini che rendono evidenti i punti di interesse. È anche utile la possibilità di aggiungere dei marcatori personalizzati alla mappa, in modo da sapere dove si vuole tornare quando si sblocca un doppio salto o dove si è incontrato un PNG che potrebbe essere collegato a una missione secondaria.
Ho apprezzato molto la notevole riduzione dei passaggi platform che potevano facilmente uccidere rispetto al primo gioco. Nei metroidvania, in cui la morte comporta una notevole perdita di progressione nel gioco dato che tutti gli avversari respawnano, morire cadendo in un baratro o per qualche altra imprecisione mentre si salta è sicuramente considerato uno dei peggiori nemici. È quindi un bene che Blasphemous 2 abbia dato una sistemata a questo che era un tratto distintivo del suo prequel.
Per ogni errore la giusta penitenza
Il viaggio verso l’illuminazione e il perdono dei peccati è solo il primo dei versetti di questa Bibbia in pixel art. Le battaglie contro i nemici sono il secondo salmo. Prepariamoci dunque ad una difficile scalata della Montagna del Purgatorio che metterà alla prova le nostre abilità e la nostra pazienza. È evidente, come nel primo capitolo, quanto Blasphemous 2 si ispiri nel combat system a Dark Souls. Non si tratta solo dell’ottima costruzione della mappa, piena di scorciatoie per raggiungere le location precedenti, o della storia criptica, in cui spesso si apprende di più sul mondo dalle descrizioni degli oggetti che dalle conversazioni con gli altri personaggi. Anche l’atmosfera inquietante e tetra, piena di simbolismi, fa la sua parte.
Ogni morte significa una resurrezione in un checkpoint, una rinascita dei nemici e un nuovo tentativo di farsi strada tra le legioni di avversari corrotti dal Miracolo. Nonostante le sue abilità soprannaturali, il Penitente è solo una creatura in carne e ossa e non ha molta salute. Questo vale anche per le sue limitate scorte di pozioni curative, che si ricaricano solo riposando presso gli altari di preghiera che troveremo nel mondo. Ma, naturalmente, ogni riposo preannuncia anche la rinascita dei nemici.
Anche un avversario di basso rango può tormentare i giocatori disattenti e togliergli prontamente la vita. I mostri hanno attacchi devastanti che richiedono pratica e precisione per essere schivati o parati in tempo. Per non parlare delle parti del gioco in cui, per recuperare un oggetto per una quest o per sbloccare una scorciatoia, si devono affrontare ondate di diversi tipi di nemici cercando di portare a casa la pelle.
Se dovessimo perire, la nostra punizione saranno delle spine che bloccheranno la barra del mana. Per ripristinarla abbiamo due opzioni: recarci nel luogo in cui abbiamo perso la vita e interagire con la nostra lapide, oppure pagare il prezzo della nostra colpa del confessore nella Città del Nome Benedetto, che funge da hub del gioco.
Il combattimento si gestisce in modo eccellente e nella maggior parte dei casi è possibile identificare chiaramente quali errori hanno portato alla nostra morte. Ma manca un piccolo passo verso la perfezione. Sarebbe bastato un modo per cancellare le animazioni in corso, magari col pulsante dedicato alla schivata. Spesso mi sono trovata in situazioni davvero esasperanti per questo motivo: faccio partire un attacco quando credo che il nemico abbia esaurito la sua combo, ma ecco che parte un nuovo colpo, ed è troppo tardi. Non posso fare nulla per evitare la punizione devastante perché il mio personaggio sta finendo l’animazione di attacco.
Non nominate il nome di Dio invano
Blasphemous 2 ha due elementi in particolare in cui eccelle assolutamente. Il primo è rappresentato dalle battaglie con i boss. Dal design, alla meccanica, alla musica e alle arene, sono tutte colme di inventiva sotto ogni aspetto e sono certa che i suoi boss ci rimarranno impressi a lungo nella mente. Potrebbe anche darsi che la ragione sia che la maggior parte di esse richiede più tentativi per venirne a capo e rivelare tutte le mosse che ogni boss cela nelle sue fasi. Ci arrabbieremo, pregheremo, imploreremo gli dei del gioco, bestemmieremo e alla fine ci rallegreremo per la nostra meritata vittoria. Ogni tentativo ci insegnerà qualcosa di nuovo, faremo un po’ meglio di prima e quindi saremo invogliati a riprovare. Blasphemous 2 gode proprio della formula che crea dipendenza souls-like.
Fin dall’inizio, dopo il primo boss del tutorial, avremo tre obiettivi nel mirino: il Grand Precettore Radames, Orospina della Confraternita dei Ricamatori e Lesmes della Confraternita della Carne Incorruttibile. Che allegra combriccola!
Se questi simpaticoni fossero troppo per noi e volessimo calmare i nostri nervi con qualcos’altro, possiamo sempre correre a completare missioni secondarie nella Città del Nome Benedetto, trovare calici nascosti per aumentare la nostra salute, statuette di potenziamento per l’altare, amuleti per il rosario o potenziare le nostre armi. Il sistema di gioco, robusto ma semplice, si basa sugli oggetti trovati piuttosto che sul grinding per l’esperienza, per cui si è costantemente motivati a perlustrare ogni angolo e a tornare in luoghi vecchi per cercare zone non ancora scoperte sulla mappa.
L’empia profanazione della Pixel art
Ho già detto che le battaglie contro i boss sono una delle due parti più brillanti di Blasphemous 2. L’altra è il design del mondo stesso. Come nel capitolo precedente, è contorto, gioca in modo creativo con il simbolismo religioso e fa un ottimo lavoro con i temi cristiani. In un panorama videoludico dove si tende sempre di più verso l’omogeneizzazione dell’estetica, i giochi che riescono con efficacia a distinguersi dagli altri anche solo da un fotogramma si contando sulle dita di una mano, e Blasphemous 2 è uno di questi.
Ad esempio, è un’accolita in abito bianco che aumenta la salute, il numero e la potenza con delle fiale curative. Ad ogni calice che le viene portato, i paffuti putti che la accompagnano svelano con cura un pezzo di carne alla volta, mostrando come la sua pelle si sfaldi come una veste grottesca.
Le storie dei personaggi sono rivelazioni del peccato e dell’implacabile punizione eterna, che è così creativamente crudele da sembrare davvero inviata da qualche capriccioso potere superiore. La catechesi di Blasphemous 2 è spietatamente evocativa, ulteriormente arricchita da un’eccellente colonna sonora, in cui chitarre e nacchere a ritmo di flamenco si alternano a canti e cori più cupi ed epici.
Non c’è molto da dire sulla tecnica di Blasphemous 2: il gioco non ha altre opzioni oltre alla scelta tra modalità a schermo intero e finestra, e l’attivazione o meno del vsync. Gli schermi ultrawide non sono supportati nativamente (se non in una modalità che allarga l’immagine renderizzata tagliando parte della schermata, compreso l’hud). Blasphemous 2 risulta però verificato su Steam Deck.
Se vi è piaciuto il primo episodio, non potrete sbagliare con Blasphemous 2. Ancora una volta i The Game Kitchen ci offrono un gioco tosto, ma gratificante. Avrei forse preferito che il combat system fosse rifinito meglio, ma si tratta comunque di un titolo divertente e con una direzione ben precisa sotto ogni punto di vista.
PUNTI DI FORZA
- Estetica evocativa e ben riconoscibile
- Fasi platform migliorate rispetto al prequel
- Ottima colonna sonora
PUNTI DI DEBOLEZZA
- Combat system migliorabile
- Certi picchi di difficoltà vi faranno diventare piuttosto blasphemi
Blasphemous 2 ha tutto ciò che un vero metroidvania dovrebbe avere, e anche di più: difficoltà implacabile, stupore nella scoperta, epiche battaglie con i boss e un mondo immaginifico e ben caratterizzato. Non sarà forse una grande evoluzione rispetto al suo prequel, ma risulta ad ogni modo un titolo da consigliare caldamente.
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