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[Recensione] Bramble: the Mountain King

Se dovessimo presumere qual è l’obiettivo della direzione artistica di Bramble: The Mountain King, diremmo che è un tentativo di combinare una fiaba nordica con un horror simile a Little Nightmares, ma tenendo sempre ben presente i classici giochi dell’era PS2. Meno ambientazioni claustrofobiche, più spazi e terreni apparentemente aperti, che si rivelano percorsi lineari. Ma questa scelta di gameplay può risultare infine un limite? Scopriamolo insieme!

Un racconto nordico inquietante

Bramble racconta la storia di un bambino, Olle, che esce di nascosto dalla casa di famiglia nel cuore della notte per ritrovare la sorella maggiore scomparsa. Ed è proprio questo viaggio il motore principale dell’intera storia, in cui assistiamo alla straordinaria trasformazione che il nostro giovane protagonista è costretto a subire. Come dicevamo, in termini di gameplay, non si tratta di nulla di rivoluzionario, e i collaudati schemi platform sono combinati con dei semplici puzzle. Il gioco è bilanciato tra una presentazione veramente cinematografica, volta a fornire al giocatore un’esperienza d’atmosfera, e fasi più improntate all’azione in cui il nostro tempo di reazione, la nostra precisione o il nostro sangue freddo determinano la vita e la morte del nostro piccolo protagonista. Peccato che gli enigmi citati siano eccessivamente semplici e siano limitati a specifici segmenti di gioco. Ad esempio, ci troveremo ad esplorare la casa di una strega nelle paludi, e in quel frangente dovremo preparare la pozione appropriata. In un altro frangente dovremo giocare a nascondino con degli gnomi, per poi farci aprire da loro una porta altrimenti sbarrata.

Qualche problema di troppo

Sono anche presenti delle fasi stealth, che richiamano in un certo qual modo gli scontri con lo Spaventapasseri del mitico Batman: Arkham Asylum: quando incontreremo dei nemici in un villaggio abbandonato, dovremo sfruttare l’ambiente per nasconderci alla luce della loro torcia, ed evitare in questo modo lo scontro. Purtroppo si tratta di elementi di gameplay che non riescono ad accattivare il giocatore, specialmente quello esperto, perché si tratta di situazioni prive dell’originalità che dovrebbe contraddistinguere un titolo indie nel 2023. Non giovano nemmeno i controlli fin troppo imprecisi per un platform, le situazioni trial and error, e un protagonista tutt’altro che reattivo: troppe volte ci è capitato di dover riprovare una sequenza di gioco perché Olle non si muoveva abbastanza in fretta, correva troppo lentamente e gli ostacoli che gli si paravano di fronte erano quasi invisibili. Purtroppo non si tratta di situazioni isolate, e quando queste problematiche divengono fin troppo frequenti è sintomo di poca pulizia a livello di sviluppo.

La potenza dell’atmosfera

Dove Bramble: The Mountain King eccelle è nel presentare il folklore nordico che pervade tutta la sua narrazione. Dalle creature specifiche di questa mitologia, alle rune e alle leggende, tutto contribuisce a rendere il viaggio di Olle intrigante, ed il mondo presentato ancora più affascinante. Talvolta le atmosfere si fanno persino oniriche, e richiamano in un certo qual modo le produzioni cinematografiche di Ari Aster. Si passa dalle foreste oscure, alle paludi colme di minacce, dai giganteschi funghi agli antri di creature mostruose. È un vero peccato che proprio le sequenze di gioco dove dobbiamo interagire di meno siano quelle più riuscite, anche grazie alla colonna sonora che contribuisce positivamente alla nostra immedesimazione all’interno del mondo di gioco. A nostro parere, anche l’intervento della narratrice è persino superfluo, e un racconto muto avrebbe reso l’atmosfera ancora più perturbante.

Un’opera originale, ma non priva di difetti

Bramble: The Mountain King è un gioco senz’altro unico, e che osa andare per la sua strada. Racconta una storia fortemente ispirata alle leggende e al folklore nordici, e riempie il suo mondo delle creature proprie di questa mitologia. Le sue atmosfere sono potenti, impressionanti e non mancano di solleticare la nostra fantasia. Bramble, sotto questo aspetto, dimostra senz’altro la capacità del media videogioco di evocare visioni se non anche incubi veri e propri. È un gioco oscuro, cupo, ma anche colmo di speranza. Ma Bramble: The Mountain King è pur sempre un videogioco e come tale va valutato. Non eccelle senz’altro per le sue meccaniche solide e il suo gameplay superbo. È goffo, pieno di buone idee non sempre ben realizzate e offre una componente ludica che già dieci anni fa sarebbe stata giudicata ampiamente fuori dal tempo. Bramble: The Mountain King manca di quella raffinatezza necessaria per creare le migliori esperienze di gioco, e ci auguriamo che il Dimfrost studio tragga il meglio da esso per realizzare la sua prossima opera.

6.5
Riassunto
Riassunto

È un vero peccato che Bramble: The Mountain King soffra di problematiche di game design tanto limitanti, in quanto compromettono la narrazione della sua favola oscura e inquietante. Dal lato del gameplay non fa molto per distinguersi dalla massa, ma l’atmosfera che lo sostiene lo salva dall’essere una delusione totale.

Pro
Atmosfera inquietante Ottimo uso delle leggende nordiche Buona colonna sonora
Contro
Controlli goffi Protagonista poco reattivo Enigmi troppo semplici
  • Concept & Trama8
  • Gameplay5
  • Comparto Artistico8
  • Comparto Tecnico5
Scritto da
Silvia SiL Mannu

Nel lontano 1990 entro in una sala giochi e scopro i cabinati arcade. Da quel momento, la passione per i videogames non mi ha mai abbandonata. Oggi sono una PC Gamer legata soprattutto a titoli action, giochi di ruolo, stealth e picchiaduro.

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