H. P. Lovecraft è stato probabilmente il miglior scrittore di libri horror. Nonostante si tratti di un autore vissuto tra fine 800 ed inizio 900 infatti, ancora oggi i suoi testi vengono utilizzati come spunto per la realizzazione di film, serie tv e videogiochi. Specialmente nel mondo videoludico, Lovecraft è stato fonte di ispirazione per giochi del calibro di Bloodborne, Amnesia ed Alone in the Dark (il capitolo del 1992), ognuno dei quali ha ripreso molto delle tematiche lovecraftiane. Il gioco di cui vi parleremo oggi però, non utilizza i testi di Lovecraft come semplice fonte di ispirazione, ma come base fondamentale su cui costruire storyline e gameplay. Per chi ancora non lo avesse capito, ci stiamo riferendo a Call of Cthulhu, titolo in prima persona sviluppato da Cyanide e Focus Home Interactive. A dirla tutta, il gioco si basa prevalentemente sul libro intitolato il “Richiamo di Cthulhu” e sull’omonimo gioco da tavola.
Questa dunque la recensione di Call of Cthulhu; preparatevi a sconfinare nella follia.
Nota: La versione provata è quella PS4.
LA GRANDE PESCA
La Storia del titolo ci mette nei panni di Edward Pierce, un ex veterano della Prima Guerra Mondiale. L’uomo, ora un investigatore privato, affoga gli orrori vissuti in guerra tra alcool e sonniferi. Purtroppo, anche il lavoro non sta andando nel migliore dei modi. Edward sta infatti rischiando di perdere la licenza da investigatore, a causa dei pochi casi portati a termine. Ciò fino a quando un vecchio signore non bussa alla porta del suo ufficio per offrirgli un nuovo caso: scoprire cosa si cela dietro la morte della famiglia Hawkins, deceduta dopo un incendio decisamente sospetto. Pierce decide di accettare il caso e di recarsi a Darkwater, un’isola abitata da pescatori di balene e in cui risiedeva la stessa famiglia Hawkins. Una volta giunto sul posto, i pescatori della zona gli parlano de “la grande pesca“, leggenda folkloristica che narra la cattura di una balena di dimensioni mai viste prima. Un cetaceo così grande da non essere di questo mondo forse? Bè di più non possiamo dirvi perchè è proprio da questo punto che avranno inizio una serie di eventi decisamente “folli”. In ogni caso la storia, della durata di circa 7-8 ore, vi terrà incollati allo schermo per riuscire a capire cosa stia succendo a Darkwater e, se conoscete Lovecraft, saprete già che non si tratta di nulla di buono. Ciò che probabilmente vi state chiedendo però, è sapere come vengono trattati e ripresi i temi lovecraftiani e quali sono i riferimenti al gioco da tavolo. E’ per questo motivo che abbiamo deciso di dedicare a tale aspetto un paragrafo a sè stante.
AMORE PER L’OCCULTO
Fin dal suo annuncio sapevamo che Call of Cthulhu si sarebbe basato sui racconti di Lovecraft e sull’omonimo gioco da tavolo. Iniziamo con lo spiegare brevemente il funzionamento base di quest’ultimo. Ogni giocatore deve creare il proprio personaggio e assegnargli una biografia. Potrebbe trattarsi di un investigatore, di un bibliotecario o, ancora, di uno scienziato o ricercatore. Dopodiché bisogna assegnare al proprio personaggio alcune caratteristiche, il cui valore sarà assegnato dal lancio dei dadi. Oltre alle caratteristiche ci sono anche le abilità in cui spicca l’Educazione, fondamentale per assegnare un punteggio alle altre abilità. Una volta iniziata la partita il personaggio si ritrova ad affrontare situazioni di vario genere, che potrebbero incidere sulla Sanità Mentale, vero fulcro del gioco. Ogni volta che il giocatore ha a che fare con l’occulto, perde punti Sanità Mentale (il numero dipende dalla quantità di occultismo). Una volta che la Sanità Mentale arriva a zero, il personaggio diventa folle, mettendo fine alla partita. Call of Cthulhu ricalca alla perfezione le meccaniche del gioco da tavola grazie alla presenza di abilità, caratteristiche e Sanità Mentale. Anche nel videogioco infatti, ogni qual volta che Edward avrà a che fare con miti, libri e riti occulti, dei punti Sanità Mentale andranno a sommarsi, aumentando la follia dell’investigatore. Ovviamente sono presenti anche tutti i temi trattati da Lovecraft nei suoi libri: i Grandi Antichi, gli incubi, i Miti di Cthulhu, la follia, i libri proibiti, la ricerca dell’occulto. Insomma Call of Cthulhu rappresenta un perfetto tributo a Lovecraft.
TRA RAGIONE E FOLLIA
Per muoversi a Darwater, il nostro Edward deve far uso di tutto il suo carisma per ottenere maggiori informazioni sul caso Hawkins. Call of Cthulhu possiede infatti un sistema di dialoghi multipli, alcuni dei quali sbloccabili solo avendo determinate abilità (che approfondiremo nel paragrafo successivo). Starà a noi decidere, ad esempio, se utilizzare la forza per estorcere informazioni ad un cittadino o se sfruttare le nostre doti di eloquenza per risolvere la questione in tutta tranquillità. In alcuni casi, le scelte prese dialogando incideranno sulla proseguo della storia mentre, in altri casi, non si verificheranno ripercussioni degne di nota. Ed è proprio su questo punto che vogliamo soffermarci. Call of Cthulhu è un gioco che non sfrutta a pieno le proprie potenzialità. Cerchiamo di spiegarci meglio. La possibilità di sbloccare dialoghi speciali in base alle nostre abilità è di per sé una meccanica fantastica. Peccato che ai fini della storyline ciò non comporti grosse differenze. Il gioco rimane cioè troppo lineare e guidato senza dare mai al giocatore la sensazione di poter decidere il proprio destino. Non fraintendete; Call of Cthulhu contiene finali alternativi ma le scelte che incideranno veramente sono meno di quelle che ci aspettavamo. Ciò che invece abbiamo amato è la possibilità di interrogare praticamente ogni cittadino per indagare su Darkwater. In questo modo verremo a conoscenza del background della storia, scoprendo molto più di quello che avremmo conosciuto semplicemente proseguendo con la trama principale.
INDIZI, ENIGMI…
Call of Cthulhu basa il suo gameplay sulla risoluzione di enigmi e sul ritrovamento di indizi. Edward possiede infatti diverse abilità da poter potenziare fino ad un livello massimo di 5. Investigazione, Fiuto, Forza, Eloquenza, Psicologia, Occultismo e Medicina; questi i potenziamenti a disposizione del detective. Mentre le ultime due abilità aumentano di livello trovando libri e oggetti vari, le altre aumenteranno solo tramite degli appositi “punti esperienza”. Come avrete notato, non troviamo alcun abilità atta a migliorare le doti combattive di Edward, eccezion fatta per la forza, di cui in realtà non avrete molto bisogno. Al contrario, ogni potenziamento servirà a facilitare il ritrovamento di indizi, la risoluzione di enigmi o il dialogo con le persone. Tutto molto interessante se non fosse che la meccanica di investigazione, su cui il titolo si basa, sia fin troppo semplicistica. Il tutto si basa semplicemente sul ritrovamento di oggetti. Una volta averli trovati tutti, l’investigazione terminerà permettendovi di procedere. A tal riguardo è stato inserito anche lo “scenario di ricostruzione” attivabile con L2+R2 grazie al quale poter ricostruire l’accaduto. Anche in questo caso basterà raccogliere gli oggetti presenti nella stanza per ricostruire automaticamente la situazione. Anche gli stessi enigmi risultano banali e di facile risoluzione. Tra l’altro la Sanità Mentale, fulcro del gioco da tavolo, non incide minimamente sul gameplay e sulla mente di Edward ma sarà utile esclusivamente per determinare il finale del gioco. Sarebbe stato bello avere a che fare con una barra della Sanità Mentale che aumentasse sulla base dell’esposizione ad eventi e creature occulte. In questo modo saremmo stati costretti a nasconderci per mantenere il senno ed evitare di impazzire.
…E FASI STEALTH
Tralasciando le fasi investigative, Call of Cthulhu offre anche diverse sezioni in cui dover adottare un approccio stealth. In queste fasi, Edward potrà accovacciarsi, sporgersi dalle pareti o nascondersi negli armadi. In realtà, passare inosservati risulterà abbastanza semplice a causa dell’intelligenza artificiale dei nemici, decisamente sotto tono. I nemici non reagiscono ai rumori del nostro personaggio e si limitano a seguire all’infinito il percorso designato. Anche nel caso in cui fossimo perfettamente visibili, il nemico prima si allerterà (segnalino bianco sulla testa) e, solo in un secondo momento, si accorgerà di voi (segnalino rosso) iniziando ad inseguirvi. Avremmo gradito qualche meccanica in più, come la possibilità di stordire i nemici o di distrarli. In realtà distrarre gli avversari è possibile ma solo se previsto dagli sviluppatori per poter proseguire con la missione. Facendo un esempio, in una missione, per poter procedere alla stanza successiva, dovrete creare un diversivo che, di fatto, vi viene imposto. Anche in questo caso quindi, la sensazione è quella di essere di fronte ad un titolo troppo guidato e con poche possibilità di scelta a livello di gameplay.
TECNICAMENTE “FOLLE”
Purtroppo, il comparto tecnico di Call of Cthulhu non è dei migliori, così come lo stesso comparto grafico, realizzato tramite l’Unreal Engine. Cerchiamo di spiegarci meglio. Lo stile grafico è cartoonesco e piacevole da vedere e, per alcuni versi, ci ha ricordato quello di Dishonored (e non a caso considerando che anche quest’ultimo si serviva dell’Unreal Engine). Anche atmosfere, colori ed ambientazioni in generale risultano ben ispirate e totalemente adatte ai temi lovecraftiani. Purtroppo texture a bassa risoluzione e animazioni facciali e movimenti decisamente legnosi contribuiscono ad abbassare il livello tecnico-grafico. Tra l’altro, abbiamo notato caricamenti troppo lunghi, anche per il caricamento di mappe non così vaste e piene di dettagli. Sembrerebbe quindi che Call of Cthulhu non sia stato ottimizzato a dovere e che, forse, ci sarebe voluto più tempo di sviluppo. Buono invece il doppiaggio, realizzato in lingua inglese con la presenza di sottotitoli in italiano.
PUNTI DI FORZA
- Fedele ai temi di Lovecraft;
- Scelte influiscono sul finale;
- Componente RPG intrigante…
PUNTI DI DEBOLEZZA
- Tecnicamente non eccelso;
- Indagini ed enigmi troppo banali;
- Caricamenti troppo lunghi;
- …ma poco incisiva ai fini del gameplay.
Con Call of Cthulhu i ragazzi di Cyanide e Focus Home Interactive hanno voluto creare un gioco per rendere onore ad H. P. Lovecraft, probabilmente il miglior autore horror mai esistito. Il titolo vi permetterà di giocare in prima persona le macabre avventure di Edward Pierce, cogliendo i continui rimandi ai temi lovecraftiani. Se la storyline vi intrigherà e vi condurrà alla “follia”, lo stesso non si può dire del gameplay. Quest’ultimo mostra infatti fasi investigative e stealth sotto tono e decisamente arretrate. Anche sul piano grafico-tecnico il gioco non brilla e ciò è un vero peccato se consideriamo le atmosfere tetre e cupe che gli sviluppatori sono riusciti a riprodurre. Ci troviamo di fronte ad un gioco con ottime idee ma con una realizzazione non altrettanto ottima. La sensazione è quella che con tempi di sviluppo più lunghi si sarebbe potuto creare un gioco degno di nota. Call of Cthulhu rimane comunque un titolo da provare, soprattutto da coloro che amano il mondo creato da Lovecraft.
Ringraziamo Halifax per il codice review fornitoci.
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