Da sempre nell’industria videoludica, quando ci si appresta ad analizzare (o giocare) un titolo che prende spunto da una serie televisiva o da un film, sono immancabili dei dubbi sulla qualità della produzione. Sono da sempre frequenti infatti situazioni in cui un videogioco nato dallo sfruttamento di un marchio (più o meno famoso) riservino unicamente perplessità e delusione. Purtroppo, Cobra Kai 2: Dojos Rising (seguito del primo capitolo, uscito nel 2020) si colloca in questa sempre più folta famiglia.
Chi mena per primo, mena due volte
Il titolo di Flux Game Studio propone diverse modalità, ma indubbiamente quella che vuole essere la più interessante riguarda la Storia. Questa tenta di far rivivere i momenti della serie TV, con un gameplay da picchiaduro a scorrimento che permetterà al giocatore di scegliere una tra le tre scuole di di arti marziali presenti: Miyagi-Do Karate, Cobra Kai ed Eagle Fang Karate. Una volta selezionata, si dovrà organizzare una squadra, composta da quattro elementi, per poi iniziare a picchiare senza troppi pensieri attraverso i vari livelli proposti. La trama risulta quindi debole e poco approfondita, dando come mero proposito al giocatore quello di reclutare membri per il Dojo e partecipare al Torneo di All Valley per dimostrare di essere più forti delle scuole rivali.
Per quanto i tre Dojo dovrebbero diversificarsi per i loro stili di combattimento, il tutto risulta, pad alla mano, molto piatto e standard, evidenziando problematiche che minano sensibilmente la fruizione del prodotto. I combattimenti sono imprecisi nelle hitboxes, conditi da glitch incomprensibili ed una telecamera che molto spesso gioca contro all’utente, andando a bloccarsi nei luoghi più disparati. Anche le ambientazioni sono tutt’altro che memorabili, risultando monotone e poco immersive nell’azione. Il gameplay si riassume quindi in tre fasi: combattimenti, dialoghi (fortunatamente con i doppiaggi originali della serie) e corse in giro per i livelli.
Oltre alla Storia, sopra descritta, Cobra Kai 2 offre altre tre modalità di gioco, che tentano in qualche modo di ampliare la longevità. La prima di queste è definita Cobra Classics, che altro non rappresenta che una modalità scenario dove ogni volta si vestiranno i panni di un personaggio diverso, chiamato a superare sfide abbastanza impegnative. Si trova poi una modalità sopravvivenza, per la quale si dovrà semplicemente abbattere ogni nemico, ed infine il Torneo di All Valley, che propone scontri uno contro uno nella tradizionale formula del famoso evento.
La classe non è acqua
A completare il quadro, si trova poi un nutrito roster di personaggi con varie abilità di potenziamento da acquisire, che però poco stimolano ad essere padroneggiate ed utilizzate, considerata la ripetitività di fondo e le lacune tecniche che contraddistinguono il titolo di Flux Game Studio. Il gioco risulta infatti arretrato dal punto di vista meramente estetico, con un reparto tecnico altrettanto spettrale: su PlayStation 5 non sono rari, infatti, cali spaventosi di framerate (comunque fissati ad un massimo di 30fps) nelle fasi con più avversari a schermo.
Una nota di merito va invece iscritta sulla componente audio: oltre al doppiaggio sopra menzionato, anche le musiche rappresentano un valido e corposo comparto, udibili peraltro in qualsiasi momento tramite anche il jukebox raggiungibile dal menù principale.
Punti di forza
- La colonna sonora ed il doppiaggio originale sono musica per le orecchie
Punti deboli
- Comparto tecnico disastroso
- Graficamente è arretrato di generazioni
- Il gameplay risulta noioso e poco approfondito
- Prezzo esorbitante ed immeritato, per la qualità del titolo
Cobra Kai 2: Dojos Rising è un prodotto pieno di lividi. Se da una parte gli sviluppatori hanno tentato di proporre un’offerta ampia in termini di modalità e personaggi, dall’altra la realizzazione tecnica pone davanti un prodotto arretrato di almeno due generazioni, che non riesce minimamente a coinvolgere ed a divertire. Purtroppo i due anni di sviluppo che hanno separato il primo capitolo da questo non sono serviti a risanare le sorti della saga videoludica, che ora si trova in un abisso ancora più oscuro rispetto al passato. Dopo tutto, come diceva il Maestro Miyagi: “Se sai padroneggiare le piccole cose, qualsiasi cosa diventa possibile”.
Ringraziamo Microids per il codice review di Cobra Kai 2.
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