Quando si associa Codemasters ad un titolo racing, non serve neanche preoccuparsi del risultato. La software house, infatti, è forte di un’esperienza trentennale nell’ambito video ludico ed in particolare nei titoli corsistici, basti ricordare Grand Prix Simulator nel lontano 1987, o ai vari F1.
Nel corso degli anni Codemasters, quindi, ha sfornato vari giochi di guida che sono tutt’ora nel cuore dei giocatori, tra tutti Colin McRae Rally. Ora l’azienda britannica pubblica l’ultima delle sue creazioni, DiRT Rally 2.0, secondo capitolo della serie rallystica molto apprezzata da critica e pubblico, dopo l’esperienza più arcade di DiRT 4.
Scoprite DiRT Rally 2.0 all’interno della nostra recensione, la versione provata è PlayStation 4 con volante, pedaliera e cambio Thrustmaster T300RS.
PILOTA IN CARRIERA
DiRT Rally 2.0 si propone in una maniera molto simile al primo capitolo, senza troppi fronzoli e con una grande schermata iniziale, che permette di scegliere le modalità di gioco. Quella principale è sicuramente la carriera, che consente di costruire una propria scuderia partendo dalle categorie inferiori, per poi scalare a suon di stage la vetta del rally internazionale.
Gli eventi di suddividono in rally standard e rallycross, se per i primi non sono ufficiali WRC, che come sapete sono nelle mani di Kylotonn Games e del suo WRC 7, i secondi possono contare sulla licenza FIA World Rallycross Championship, che comprende gli otto circuiti di Barcellona, Montalegre, Mettet, Lohéac Bretagne, Trois-Rivieres, Hell, Holjes e Silverstone.
Anche se non vi è una licenza ufficiale, l’offerta dei tracciati del rally classico è tutt’altro che povera. Sono presenti infatti sei ambientazioni che contano un totale di oltre settanta stage tra Stati Uniti, Nuova Zelanda, Argentina, Spagna, Polonia e Australia. L’obiettivo è semplice, vincere per accumulare il denaro necessario a potenziare l’auto o acquistarne una nuova.
Inoltre sono presenti dei costi fissi legati agli stipendi della squadra, che può essere allargata, traendo benefici durante le soste di tappa per riparare la vettura. Attenzione che ogni incidente vi costerò caro, quindi bisognerà fare molta attenzione durante lo svolgimento varie tappe. Andare contro un albero sarà molto dannoso in tutti i sensi.
Oltre alla modalità carriera e del FIA World Rallycross Championship, DiRT Rally 2.0 consente di prendere parte ai rally storici, in pratica campionati predefiniti in cui si affrontano stage speciali con auto storiche, tra cui le leggendarie Gruppo A e B ma anche vetture gloriose degli anni 60′ e 70′, come Lancia Stratos. Grande assente in questa produzione l’hill climb, presente nel predecessore. Da menzionare le sfide giornaliere, settimanali e mensili che mette in competizione i migliori piloti di tutto con determinati tipi di eventi a tempo.
SCALDATE I MOTORI
Il cuore pulsante di DiRT Rally 2.0 è il modello di guida, che in questa produzione porta all’esaltazione la simulazione. Sarà di vitale importanza non sbagliare durante gli stage, poiché ogni errore costerà caro. Innanzitutto non sono presenti i rewind e il numero di riavvi in gara è limitato a 5 per evento. Se poi ci aggiungiamo la lunghezza dei tracciati, che in certi casi supera i dieci minuti, beh la concentrazione dovrà essere totale per tutta la durata dell’evento. Utilizzando un volante si sfrutta pienamente le funzionalità del gioco, consentendo di aver più precisione nell’ingresso delle curve o dosando il gas nei tratti più sconnessi, senza aver il timore di finire dentro ad un fosso. Tuttavia un aspetto che ci ha deluso, è la scarsa cura al supporto force feedback del volante. Confidiamo in una futura patch, poiché nel primo DiRT Rally il force feedback ed il grip dall’auto erano molto più curati.
Per chi utilizza invece il joypad consigliamo di attivare ABS, controllo stabilità e cambio automatico, funzioni che vengono in soccorso a chi non vuole rompere il controller contro il televisore, dopo le gare più lunghe.
Codemasters, per gli amanti del puro realismo, ha introdotto due novità interessanti: la prima è la possibilità di attivare i danni terminali. Come già anticipato in precedenza ogni errore potrà risultare fatale, proprio come si stesse correndo una vera tappa di rally. La seconda novità è data dalle rotture inaspettate o se vogliamo chiamarli guasti meccanici, si passa dalle forature alle rotture del motore e ne potranno essere colpiti tutti, avversari compresi.
Un’altra implementazione da parte del team di sviluppo è la scelta della tipologia e della mescola degli pneumatici, con inoltre la possibilità di portarne diversi durante la tappa, penalizzando però il peso totale dell’auto.
QUESTIONI DI VISUALE
A muovere il comparto grafico di DiRT Rally 2.0 è ancora l’Ego Engine, che nonostante si difenda egregiamente sia nei modelli delle auto, sia nelle ambientazioni, si nota la necessità di un cambio di motore per i capitoli futuri. Ciò nonostante la cura per ricreare le auto è da elogiare, negli interni e negli esterni. Stesso discorso per gli effetti ambientali: la vegetazione e gli alberi sono ben definiti, la polvere che si leva al passaggio delle auto e la pioggia battente sul parabrezza sono fastidiose al punto giunto da compromettere la visibilità del tracciato. Abbiamo inoltre apprezzato le gare in notturna, grazie ad un sistema di illuminazione degno di nota. Mancano purtroppo le gare sulla neve, si spera vengano implementate con futuri aggiornamenti.
Il comparto sonoro è stato curato in maniera altrettanto buona, con un copilota doppiato in italiano che fornisce indicazioni chiare e forse, solo in alcuni tratti, leggermente anticipate. Il lavoro sugli effetti sonori del motore è superbo, ogni cambio di marcia vi farà sentire come se foste all’interno di una vera auto di rally.
PUNTI DI FORZA
- Modello di guida curato
- Comparto tecnico degno di nota
- Simulativo al punto giusto
PUNTI DEBOLI
- Supporto al force feedback non all’altezza del predecessore
- Mancano le gare su neve
- L’Ego Engine è prossimo al pensionamento
DiRT Rally 2.0 risulta essere la migliore esperienza di guida su sterrato, attualmente in circolazione. Il livello di sfida è molto alto, grazie ad una disposizione più simulativa delle tappe con l’eliminazione dei rewind e lunghezza di alcune di esse. Il motore grafico viene spinto al limite delle sue possibilità, donando un’ottima qualità di vetture e ambientazioni. Non vi sono novità di grosso calibro, ed è qui che Codemasters potrebbe aver osato un po’ di più, ad esempio sulla carriera o qualche stage rally in più. Consigliamo a tutti gli amanti dei racing questa nuova produzione della software house inglese, in particolare se siete in possesso di un volante ed una pedaliera. Il divertimento sarà assicurato.
Scrivi un commento