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Recensione DiRT Rally – Lo sterrato non perdona

Dopo la sua uscita anticipata su PC, DiRT Rally sbarca anche su console, seguendo di fatto un percorso inverso rispetto alla maggior parte dei videogiochi recenti, portando con se l’esperienza di Codemasters nelle gare su sterrato e dei titoli motoristici in generale.

La prima impressione data da questo titolo è che l’azienda britannica sia voluta tornare alle origini, ai tempi del mastodontico Colin McRae Rally, abbandonando i canoni fin troppo arcade della trilogia DiRT. Con il terzo capitolo, infatti, la serie era diventata ormai un susseguirsi di derapate e gymkhane, per carità molto divertente e fan service, ma aveva perso quell’impronta di sfida e simulazione. Accendete i motori, parte la nostra recensione di DiRT Rally

Nota: La versione provata è per PlayStation 4.

MANGIARE LA POLVERE

Una volta fatto il primo accesso al gioco, aver immesso i propri dati e settando i possibili aiuti in-game come il controllo trazione, stabilità e via così, si potrà scegliere tra due eventi di prova. La nostra scelta è ricaduta sull’evento greco con quattro tappe a disposizione, utilizzando una Mini Cooper S degli anni ’60. In queste quattro tappe si avrà modo di assaggiare i vari tipi di sterrato, per il momento asciutto, che caratterizzano una tappa di rally, dal duro pietrisco alla sabbia polverosa. Anche con una macchina relativamente poco potente, la differenza dei vari suoli sabbiosi si nota e soprattutto si sente. Terminato l’evento tutorial si sbloccheranno tutte le modalità presenti in DiRT Rally, che precisiamo sono le stesse della controparte PC.

La Carriera è la modalità per antonomasia che si può trovare in un gioco racing e DiRT Rally non sarà da meno. Al suo interno si potranno intraprendere Campionati, Eventi Online, Eventi PvP e anche creare Campionati Personalizzati. Una caratteristica molto interessante è data dalla Gestione del Team, infatti durante lo svolgimento degli eventi potremo assumere degli ingegneri e assistenti, pagandoli tramite crediti per un tot di gare. Questi ultimi influenzeranno le prestazioni delle vetture in possesso e abbasseranno il tempo di riparazione dell’auto tra un tappa e l’altra.

DiRT Rally auto su sterrato asciutto

I Campionati single player a disposizione sono divisi in tre diverse discipline: rally, rallycross e hillclimb. Tuttavia all’inizio si dovrà competere forzatamente nel rally classico per guadagnare crediti, comprare macchine più potenti e quindi cambiare categoria. Per riuscire a guadagnare abbastanza crediti per proseguire nella Carriera bisognerà arrivare sempre sul podio, altrimenti la vostra auto non cambierà. Restando in tema, DiRT Rally offrirà circa 30 vetture suddivise in 10 categorie, che vanno dalle classiche degli anni ’60 fino a bolidi a trazione integrale dei giorni nostri per la sezione rally, il rallycross avrà sei auto disponibili mentre l’hillclimb tre auto da usare unicamente nella Pikes Peak. Il tutto all’interno di sei ambientazioni: Grecia, Finlandia, Galles, Svezia, Germania e Montecarlo.

Per quanto riguarda la componente online, su cui Codemasters punta molto, saranno disponibili eventi giornalieri, settimanali e mensili in cui i giocatori dovranno far registrare il tempo migliore tra i partecipanti. Per una sfida più diretta, gli Eventi PvP offriranno piccoli campionati di rallycross suddivisi in tre o quattro gare, fino a otto giocatori. Ricordiamo che le gare online andranno affrontate con le vetture sbloccate ed acquistate dalla modalità carriera, anche se il gioco permetterà di noleggiare un’auto per tutta la durata dell’evento, cosa che sconsigliamo. Meglio sudare e avere una macchina propria.

VIETATO SBAGLIARE

Entriamo nel dettaglio, per parlarvi dell’aspetto più importante dei titoli racing, il gameplay. Come anticipato ad inizio recensione, Codemasters ha voluto effettuare un cambio di rotta, puntando molto sull’aspetto simulativo. Precisiamo che DiRT Rally non è un racing simulativo puro, qualche componente arcade rimane ma è molto meno marcata rispetto alla concorrenza, come Sébastien Rally Evo. Vi chiederete le motivazioni. Ebbene la prima potrete capirla poco dopo esservi messi al volante: la totale assenza del Flashback presente nei vecchi DiRT e nelle altre produzioni della software house inglese.

“La parola d’ordine è vietato sbagliare, ogni volta che si inizia una tappa bisogna portarla a termine senza poter riavvolgere il tempo in caso di incidente”

Ciò porta ad una maggiore attenzione nell’affrontare ogni curva, cunetta o tornante. Attenzione anche alle uscite di strada, se non vi farete danni compromettenti il gioco vi riporterà in carreggiata automaticamente, con una penalità però di 15 secondi sul tempo totale. A venirci in contro vi è il navigatore che darà indicazioni quasi sempre con tempismo, diciamo quasi poiché in alcuni frangenti le istruzioni non sono state d’aiuto, anche regolandole con anticipo, unite al pessimo doppiaggio italiano. Non per fare gli schizzinosi, ma abbiamo trovato la voce del doppiatore priva di professionalità e poco incline al contesto, più da scampagnata che da stage di rally, ecco.

DiRT Rally Lancia Delta in volo

Altra motivazione è data dalla difficoltà complessiva: l’IA degli avversari infatti sarà molto competitiva, facendo segnare tempi sempre più stretti a ogni bivio, obbligandovi a pigiare sull’acceleratore o tirare il freno a meno al momento opportuno, per non perdere secondi preziosi. Il margine di errore diventa molto stretto, unito al comportamento delle vetture sui vari asfalti. A tal proposito il feeling dato dalla velocità cambia in base all’auto usata, con un modello di guida molto divertente che a tratti potrà risultare punitivo; ogni volta però che si taglierà il traguardo sapendo di aver fatto una buona gare, il senso di appagamento non avrà eguali. Infatti imparare ad utilizzare al meglio una Subaru Impreza, dopo essere partiti a inizio carriera con una Mini, e riuscire a portarla sana e salva a casa è molto appagante, soprattutto per i puristi del genere rally. Per i neofiti inizialmente potrà sembrare impossibile finire uno stage o arrivare sul podio: consigliamo quindi di affrontare alcune tappe singole per far pratica, piuttosto che lanciarsi subito in campionati multi stage.

Se la differenza di velocità tra vetture di diversa potenza è percepita molto bene, non è alla stessa altezza purtroppo il feeling dato dal fondo stradale con manto innevato. La differenza tra asfalto e sabbia è ben marcata e curata, stesso discorso per gli stage con fondo bagnato, tuttavia con la neve l’auto tende a pattinare troppo, passateci il termine.

La nostra prova si è svolta col joypad, che risponde e si adatta molto bene ai vari stili di guida, ovvio che DiRT Rally da il meglio di se con un volante avente force feedback. Per quanto riguarda il lato tecnico L’EGO Engine spinge il gioco a 1080p e 60fps stabili, con modelli di auto molto dettagliati, anche negli interni, e ambientazioni curate e pulite.

PUNTI DI FORZA 

  • Competitivo e divertente
  • Modelli di guida ben curati
  • Grafica pulita e molto dettagliata

PUNTI DEBOLI

  • Doppiaggio del navigatore non all’altezza
  • Grip in alcuni frangenti da rivedere

recensioni_consigliato

DiRT Rally conferma l’esperienza pluriennale di Codemasters nel settore racing, rivelandosi una sicurezza anche nella sua versione per console. La struttura data dalla software house rimane ibrida tra simulazione e arcade, ma quest’ultima è molto meno incisiva per via dell’abbandono del Flashback. Anche l’innalzamento della difficoltà generale fa la sua parte, obbligando l’utente a restare sempre concentrato per non sbagliare, poiché al primo errore la gara o la tappa può essere compromessa, come nella vita reale. Il comparto grafico è pulito e molto dettagliato mentre l’audio del navigatore lascia un po’ a desiderare. I puristi del rally non devono lasciarselo scappare, invece i neofiti con un po’ di allenamento, una volta padroneggiato il sistema di guida si potranno divertire come in nessun altro titolo rallystico.

Scritto da
Matteo "bovo88" Bovolenta

Appassionato di videogiochi e console di ogni tipo, tecnologia ed informatica. Amante dei manga ed anime giapponesi, e della cultura nipponica in generale. Ha iniziato a videogiocare molto giovane prima con SNES e Game Boy, per poi passare a PlayStation. Da allora ogni genere di gioco lo ha sempre affascinato. Gli piace informarsi e tenere informati su questo fantastico mondo virtuale.

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