[Recensione] Dredge

Howard Phillips Lovecraft ha saputo ispirare moltissime opere nel corso della storia: film, trasposizioni teatrali, serie TV, libri ed ovviamente anche videogiochi. Questi ultimi rappresentano probabilmente il settore più fertile dove le narrazioni dello scrittore americano possono svilupparsi appieno. Titoli come Call of Chtulhu e Bloodborne affondano infatti le proprie radici sui pilastri eretti da Lovecraft, attingendo a piene mani alle idee concettuali tessute dall’artista, per creare mondi misteriosi ed oscuri. Naturalmente anche case di sviluppo più modeste trovano affascinanti queste ideologie, ed è questo il caso di Black Salt Games, che ha recentemente pubblicato Dredge. Il gioco rappresenta l’opera prima di quattro giovani neozelandesi che, appassionati dell’indole marina spesso esternata dallo scrittore americano, hanno deciso di realizzare un titolo che approfondisce (letteralmente) le enigmatiche figure subacquee.

Versione testata: PlayStation 5

All’ombra dell’ultimo sole…

Dredge pone immediatamente nei panni di un pescatore che, a causa di un naufragio all’inizio del ‘900, si ritrova nel villaggio di Midolla Maggiore. Ad accogliere lo sfortunato protagonista vi sarà il Sindaco del luogo, il quale comunicherà all’uomo che la barca è andata completamente distrutta. Il primo cittadino si offre quindi di concedergliene una funzionante, a patto che estingua il debito lavorando come pescatore per la cittadina. Questa ne è infatti attualmente sprovvista, a seguito della misteriosa scomparsa del precedente. Ovviamente, tale spunto di trama è un mero pretesto per mettere il giocatore in acqua e dare inizio alla vicenda.

Una volta preso il controllo dell’imbarcazione, Dredge indottrina immediatamente alla nobile arte della pesca. Questa sarà eseguibile tramite una sorta di quick time event, che richiede la pressione del tasto quadrato/X nel momento in cui la freccia presente raggiunge la porzione verde del percorso. Una volta recuperato il pesce, questo andrà immagazzinato nella stiva, con un meccanismo di organizzazione che richiama la valigetta di Resident Evil 4, e poi venduto al mercante di Midolla Maggiore. Con i soldi recuperati, sarà possibile acquistare una vasta gamma di potenziamenti per il peschereccio, così da renderlo più resistente e veloce. Si potranno inoltre acquisire determinati strumenti che permetteranno al protagonista di catturare esemplari particolari, situati unicamente in determinati spazi subacquei. Il tutto sembra quindi svolgersi in maniera piuttosto lineare, almeno fino a quando non cala il sole. Il gioco possiede infatti un ciclo giorno-notte che cambia radicalmente l’atmosfera e l’approccio all’avventura.

Una volta sopraggiunte le tenebre, una fitta nebbia circonderà la barca, ed assieme a questa si noteranno strani avvenimenti, come inquietanti occhi sotto la superficie dell’acqua ed aloni cremisi in lontananza. In questa fase notturna, apparirà anche un’icona relativa al panico del pescatore: qualora non si raggiungesse infatti un molo od una fonte di luce rapidamente, il personaggio subirebbe delle importanti conseguenze, che per non eccedere con gli spoiler evitiamo di rivelare. Gli abitanti non mancheranno infatti di mettere in guardia il giocatore sulla pericolosità della notte, ma ovviamente alcune missioni richiederanno necessariamente degli esemplari che di giorno latiteranno; di conseguenza la scelta sarà obbligata, prima o poi. È proprio in queste occasioni che si iniziano a notare specie “Lovecraftiane”: pesci con molteplici occhi e dalle colorazioni più strampalate, oppure animali che racchiudono al proprio interno misteriosi oggetti. Per coloro che fossero particolarmente impressionabili, teniamo però a sottolineare una cosa: nella produzione non vi sono jumpscares o situazioni horror, ma unicamente sezioni in cui l’ansia ed il timore dell’ignoto giocano un ruolo centrale e psicologico.

Pesca, consegna, controlla, ripeti

All’interno dell’arcipelago in cui si ambienta Dredge, si troveranno diversi approdi ed altrettanti curiosi personaggi con il quale interagire. Grazie a questi, sarà possibile intraprendere numerose missioni che porteranno il pescatore alla ricerca di specie particolari, oppure al recupero di misteriosi cimeli, i quali andranno nel tempo a comporre l’intricato puzzle narrativo che i ragazzi di Black Salt Games hanno costruito. Purtroppo in questo frangente emerge l’inesperienza degli sviluppatori: il titolo è infatti imbottito di fetch quest poco ispirate, che molto spesso si riassumono nel portare una determinata persona in uno specifico luogo oppure consegnare l’oggetto A al destinatario B. Questo elemento sul medio periodo snatura fortemente l’esperienza di gioco, che si vede sorretta unicamente da un gameplay ben congegnato dal punto di vista della pesca e del senso di progressione tangibile che i potenziamenti acquistati generano.

Dal punto di vista tecnico Dredge gode di uno stile grafico “pennellato” assolutamente gradevole, in grado di rendere personaggi e fauna ben caratterizzati e ricchi di dettagli. Buono anche il comparto sonoro, che rilassa nelle fasi diurne e preoccupa fortemente in quelle notturne. Questo ottimo mix di maestranze genera quindi un ottimo feedback dall’interazione, a maggior ragione se accompagnata da un buon headset.

Punti di forza

  • Atmosfera coinvolgente
  • Sistema di progressione tangibile
  • Comparto tecnico privo di sbavature

Punti deboli

  • Ripetitivo dopo poche ore
  • Missioni superficiali e poco attraenti

Dredge è un gioco che si prende i suoi tempi. Per far emergere (anche in questo caso, letteralmente) tutto il potenziale narrativo del gioco, saranno infatti richieste circa dieci ore, all’interno delle quali, però, le cose da fare saranno più o meno sempre le stesse. Questo fattore indubbiamente non troverà grande accoglimento presso i giocatori che bramano un ritmo veloce e sfaccettato. Per tutti coloro che invece daranno al titolo la possibilità di esprimersi appieno, la ricompensa sarà quella di un’esperienza particolare e ricercata, capace di ritagliarsi uno spazio proprio all’interno del sempre più affollato panorama videoludico attuale.

Scritto da
Lorenzo Bologna

Appassionato di tutto ciò che concerne il mondo videoludico, sono un inguaribile amante dei titoli horror e un accumulatore compulsivo di trofei (meglio se di platino). Avvicinato al medium grazie a mamma Nintendo e papà Crash Bandicoot.

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