Home Videogiochi Recensioni [Recensione] Far Cry 5 – Il pugno duro della religione

[Recensione] Far Cry 5 – Il pugno duro della religione

Dopo le soleggiate coste di un’isola tropicale, la rovente Africa, le vette innevate del Kyrat e una toccata e fuga alla Preistoria, Far Cry si tinge di stelle e strisce. Presentato poco prima dell’E3 2017 da Ubisoft, Far Cry 5 riporta in scena una delle serie più apprezzate del colosso francese degli ultimi anni, sapientemente prelevato dalle mani di Crytek ormai molti anni fa e fatto evolvere ad un prodotto di massa che punta, con il suo gameplay frizzante e sempre folle, a dare ai giocatori la libertà totale di dare sfogo alla pazzia, una costante per tutta la serie. Ma per chi era rimasto leggermente deluso dal quarto capitolo, che replicava sostanzialmente in toto tutto ciò che avevamo visto nell’apprezzatissimo Far Cry 3, questo nuovo titolo della serie rappresenta un nuovo corso? Una sorta di evoluzione del brand, in maniera similare a quello che abbiamo visto in Assassin’s Creed: Origins? Assolutamente no. L’evoluzione, semmai, arriva sotto altri fronti, di cui discuteremo proprio oggi nella nostra recensione.

Versione provata: PlayStation 4.

TAKE ME HOME, COUNTRY ROADS

Dopo un’adrenalinica missione iniziale, nella quale facciamo in poco tempo conoscenza del grande villain di quest’occasione, Joseph Seed, il gioco ci mette di fronte ad una libertà non certamente spiazzante visti i precedenti ma che riserva qualche sorpresa. La famiglia Seed, con a capo appunto Joseph, ha soggiogato l’intera Hope County, una regione del Montana caratterizzata da frutteti in fiore, ampie aree boschive, dolci colline e grandi specchi d’acqua, e con, come contorno, un’insuperabile catena montuosa che delimita il tutto. Il nostro protagonista, o Novellino come spesso viene chiamato nel corso della narrazione, viene catapultato in questa totalmente folle realtà, dove Seed sta professando il proprio Credo ritenendosi una sorta di nuovo messia sceso in terra per purificare l’umanità, ormai prossima alla catastrofe sociale e spirituale. L’obiettivo del novellino, e di quei pochi superstiti e sagaci che ancora resistono alle angherie dei Seed, è abbastanza facile da intuire: eliminare Joseph e riportare la civiltà a Hope County, operazione non facile e neppure veloce considerando come è stato strutturato il gioco.

Dicevamo, al termine del prologo il novellino si ritrova in una piccola isola al centro dell’intera ambientazione, a pochi passi dal però inaccessibile covo di Joseph. A seguito di una serie di poche missioni che fungono da tutorial per capire il game design, Far Cry 5 ci dona la possibilità di fare letteralmente quello che vogliamo. Holland Valley, Whitetail Mountains e Henbane River, le tre macroaree che costituiscono Hope County, sono regioni sotto il dominio dei tre “luogotenenti” di Joseph, che ci occupano di vari aspetti della sua particolare organizzazione, Eden’s Gate. L’apparentemente dolce e angelica Faith, ad esempio, è la responsabile delle principali coltivazioni di Gaudio della zona, una pericolosa sostanza allucinogena che viene somministrata ai riluttanti per farli unire alla causa e trasformarli in Angeli, umani praticamente senza cervello al servizio degli edeniti. Il brutale Jacob, invece, gestisce la zona nord di Hope County con il pugno duro, figlio della sua esperienza militare e del suo compito: costruire un grande esercito per Joseph per diffondere la sua visione. Quel che il quinto capitolo della serie rivoluziona, se di rivoluzione si può parlare, nei confronti dei suoi predecessori è appunto l’assenza di limiti. Ad eccezione dell’isola fortezza di Joseph, possiamo visitare qualsiasi delle regioni di Hope County in qualsivoglia momento, con la sola presenza di alcuni piccoli paletti fissi nella struttura della narrazione che limiteranno, molto brevemente, le possibilità del giocatore.

La chiesa intravista nel teaser trailer. L’ombra dei Cancelli dell’Eden è anche su di lei.

Con ben pochi divieti imposti al giocatore, l’intera struttura di gioco può essere riassunta come lo spingere il giocatore a indebolire l’influenza della fratellanza dell’Eden’s Gate in tutta Hope County, in modo tale da eliminare John, Jacob e Faith per poi puntare al pesce grosso. Per scacciare progressivamente gli edeniti dai loro territori, e ridare speranza ai locali, possiamo compiere mirabolanti imprese che spaziano dalla riconquista dei classici avamposti alla liberazione di ostaggi e prigionieri, dal colpire particolari punti d’importanza strategica per i Seed alla distruzione di mezzi di rifornimento o posti di blocco di cui le strade di Hope County pullulano, rendendo il gioco sempre attivo anche nelle sessioni di spostamento da un luogo all’altro. La cosa più importante, e da apprezzare vista la voglia di innovare restando comunque fedeli alla propria formula, è che il concetto della libertà, che abbiamo già più volte introdotto, è davvero totale. E che la varietà è stata damplificata a dismisura, con attività variegate e mai noiose o ripetitive vista la mole di contenuti da vedere con mano. L’impressione che tutto sia già stato visto, però, a parte alcune attività inedite, è forte. Difficile, forse, riuscire a fare di meglio, a meno di non snaturare il concetto che è Far Cry, però è chiaro che il gioco si rivolge solo e soprattutto a chi ama questo brand. Se non vi siete affezionati in precedenza alla serie, neppure il quinto capitolo, a meno di un miracolo della fede (vero, Seed?) potrà farvi cambiare idea.

Tra missioni principali e missioni secondarie, a parte poche eccezioni, non v’è alcuna differenza: ognuno di questi compiti può portare nuove forze alla vostra causa e indebolire l’influenza dei Seed, cosa che ci avvicina sempre di più all’obiettivo finale. Possiamo davvero sbizzarrirci, quindi, nel momento in cui veniamo lasciati al nostro destino. Concederci un viaggio a sud-ovest ove albergano i grandi frutteti Gardenview, oppure procedere verso nord, patria dei grandi laghi e della pesca, nel caso in cui vogliamo prenderci qualche piccola divagazione dalla distruzione totale alla quale ambiamo spesso. Insomma, tra attività molto canoniche e ricorrenti e altre piccole novità apprezzate come la possibilità di cacciare o di divertirsi con le corse stunt in onore di Clutch Nixon, Far Cry 5 sa certamente farsi apprezzare per la varietà delle cose da fare e per come gli sviluppatori abbiano voluto dare un’integrità generale alla struttura, in un gioco nel quale la netta separazione, tra il cammino delle quest principali e quello delle missioni secondarie, non è più così marcata. Potremmo ricriminare, però, che alcune quest secondarie risultano poco contestualizzate, facendo perdere efficacia al sistema: ci è capitato, ad esempio, di recuperare per una donna la sua canna da pesca rubata dall’ex-fidanzato, e siamo stati ricompensati con un buon quantitativo di reputazione a noi. Ma perché?

Per la necessità di dover raccontare anche una storia, della quale parleremo meglio più avanti nella recensione, esistono però alcuni momenti in cui il gioco ci catapulta automaticamente nella tana del nemico. In ogni regione esistono infatti tre eventi ben precisi, che si attivano automaticamente quando raggiungiamo un certo quantitativo della reputazione di cui siamo a caccia, e che ci portano faccia a faccia con il boss di quell’area, per scoprirne atteggiamenti, segreti, retroscena, e anche debolezze. In buona parte di questi momenti, però, non possiamo che far notare un eccessivo rallentamento dell’azione e del ritmo di gioco. In Far Cry 5, come sempre del resto nella serie, il giocatore viene spinto a dare libero sfogo alla sua follia, a lasciarsi andare in crude sparatorie e assistere ad esplosioni mozzafiato, senza mai lasciare tregua al nemico. Nei pochi momenti in cui incontriamo i boss, però, le cose diventano molto più lente, quasi spossanti nel caso ad esempio di Faith, la più “onirica” dei tre sottoposti di Joseph se così vogliamo definirla. Sotto l’influenza del Gaudio, veniamo quasi trasportati in un mondo magico, costretti a fermarci e a riflettere sulle motivazioni dei Seed prima di essere, come sempre, miracolosamente tratto in salvo dalle grinfie degli edeniti. La lentezza di questi momenti cozza particolarmente con il ritmo serrato del gioco, ma fortunatamente si tratta di rari momenti. Le boss fight, invece, risultano essere belle, appaganti, ben diversificate e sempre caratterizzate da quel tocco di falso realismo che Far Cry cerca sempre di imprimere al proprio concept.

HAI BISOGNO D’AIUTO, AMICO?

Tra i più importanti abitanti di Hope County che incroceremo sul nostro cammino ci sono personaggi molto speciali. Una delle novità più importanti di Far Cry 5 è quella legata infatti agli alleati, che possono essere assoldati in qualsiasi momento e che si dividono in due categorie principali. La prima è quella dei combattenti di base (o mercenari), semplici NPC di cui Hope County è disseminata e che, se assoldati, possiamo richiamare in qualsiasi momento per farci aiutare durante una missione, rappresentando anche una speranza nel caso in cui veniamo feriti gravemente e siamo costretti a terra in attesa di una rianimazione miracolosa. La seconda categoria è invece formata dai nove personaggi speciali, gli Specialisti, combattenti molto particolari dalle abilità altrettanto speciali che possono essere fonte di un grosso aiuto se scelti con cura a seconda del contesto. Il cane Boomer, ad esempio, è uno specialista nell’individuare i nemici e marchiarli, oltre che nel recuperare preziose munizioni per noi senza rischiare di rimanere a secco. Il bifolco Hurk, invece, appassionati di lanciamissili ed esplosivi, è un’arma preziosa nel momento in cui veniamo bersagliati da un mezzo volante della setta, o semplicemente quando vogliamo seminare un po’ di sana distruzione negli accampamenti nemici senza preoccuparci della discrezione. Se invece questa è il nostro obiettivo, saremo più a nostro agio con compagni come Puccettina (una tigre… Sì, avete capito bene, una tigre) o Jess Black, specialista nell’occultare se stessi e i propri omicidi.

Intendiamoci, il gameplay non subisce alcuna differenza rispetto a quello che conoscevamo, così come neanche il concept. Far Cry 5 resta un solidissimo sparatutto in prima persona free roaming da portare a termine principalmente in solitario (anche se c’è la co-op, come vedremo tra poco), ma l’aggiunta dei personaggi di supporto dona nuova linfa al gioco, perché siamo noi a decidere se e quando farci aiutare dai vari NPC, tutto tramite l’utilizzo della croce direzionale su PS4. Come al solito, però, possiamo decidere di fare tutto da soli, questo grazie all’ampio arsenale che Hope County ci mette a disposizione. Lode, sotto questo punto di vista, al bilanciamento dell’equipaggiamento che è stato fatto. Il novellino può si arrivare ad ottenere fino a quattro armi contemporaneamente, oltre ai vari gadget come C4 e granate esplosive, ma per farlo il cammino è arduo. In primis perché le armi che possiamo definire speciali, le più forti insomma, richiedono un ingente quantitativo di denaro per essere acquistate, così come i vari mezzi armati presso i garage. In secundis, l’albero delle abilità è stato rivisitato, questa volta suddiviso in 5 grandi gruppi (uno riferito solamente agli Specialisti) e dove i punti abilità, qui Punti Tratto, sono legati alle sfide da portare a termine e non più alla progressione del personaggio, abbandonata per dire addio ad un sistema sin troppo facilitato come lo era in passato. Le sfide spaziano dal raccogliere pelli di determinati animali all’uccidere un certo quantitativo di nemici con una certa arma, e questo arricchisce l’esperienza rendendola varia e spronandovi a provare anche nuove vie. Apprezzato, perché lo spauracchio di ripetere ciò che fu il quarto capitolo, dove ottenere le armi più distruttive della storia era una pura formalità, aleggiava pericolosamente sul titolo.

L’esperienza non risulta mai piatta e infelice, ben strutturata e immersa in un mondo sempre vivo e davvero splendido da vedere. Se temevate che l’assenza di location tropicali, esotiche o particolarmente evocative potesse danneggiare il gioco, sarete felici di sapere che Hope County è un territorio straordinariamente ben disegnato e fantastico da vedere e percorrere. In auto, a piedi, a bordo di un aereo o su di una barca, ogni angolo di questa regione del Montana merita di essere visto da vicino, dai maestori frutteti Gardenview ai misteriosi cerchi nel grano della fattoria dei Bradbury, a est di Fall’s End, e sarà lo stesso gioco a spingervi verso l’esplorazione totale se deciderete di completare tutto il completabile. Fidatevi, ne vale la pena, perché assisterete a momenti davvero esilaranti e missioni folli che potreste perdervi. Qualche esempio, senza fare spoiler? Il parto ad alta velocità di un personaggio, o il recupero di testicoli di toro (sì, tescitoli di toro) uccidendoli mentre si accoppiano con tanto di Sexual Healing di Marvin Gaye in sottofondo, oppure Blood Dragon 3 di cui non vi dico nulla, o ancora la quest secondaria del pazzo (o forse no?) Larry che vuole abbandonare il pianeta prima che sia troppo tardi. Che sia un preludio ad uno dei DLC già annunciati?

IN SECONDO PIANO

Solitamente, nelle mie recensioni di titoli guidati dalla narrazione, tendo a cominciare parlando della storia in sé. Come avrete notato, invece, questa volta sono partito da un altro aspetto, quello del gameplay, che invero rappresenta il vero cuore pulsante dell’esperienza di Far Cry 5. Così come in praticamente tutti i suoi predecessori, il gioco pone molto più l’accento sull’offrire un’esperienza davvero esaltante al giocatore che non vuole e non deve badare troppo alla storia, lasciata inevitabilmente in secondo piano. Quel poco che abbiamo visto in effetti non fa gridare al miracolo della narrazione rispetto i precedenti, ma dobbiamo per forza di cose esaltare il lavoro fatto su un aspetto molto importante: i villain.

Come spiegato in precedenza, l’incipit della storia di Far Cry 5 ci vede come un novellino, ragazzo o ragazza a seconda delle scelte che compiamo a inizio gioco (totalmente inutili), che si ritrova a dover salvare lo sceriffo locale e i membri della sua squadra speciale, rimasti imprigionati nelle varie regioni della contea dopo un incidente con Joseph Seed. Il profeta sceso in terra, del quale spesso sentiremo messaggi audio o vedremo direttamente con i nostri occhi durante alcuni filmati d’intermezzo, ha una personalità davvero complessa, un’indole particolare e a tratti inquietante per come ci viene mostrata, perché davvero ritroviamo alternati momenti di apparente lucidità a deliri degni del più perfido dei dittatori, cosa della quale gli edeniti, i suoi discepoli, non sembrano essere preoccupati. La stessa sensazione l’abbiamo quando abbiamo a che fare da vicino con i vari Jacob, John e Faith, ognuno dei quali ha un carattere ben definito che ne riflette il compito affidato dal Padre, protagonisti nelle loro rispettive sequenze di intensi momenti che ci hanno davvero catturato. Se i villain quindi ci sono piaciuti in toto, dopo il deludente Pagan Min del Kyrat, è la narrazione vera e propria a fare i conti con difetti di non poco conto. Troppo dispersiva vista la struttura del gioco, troppo lenta in alcuni momenti come già abbiamo avuto modo di spiegare, e davvero raramente abbiamo avuto la sensazione che l’intenzione di Ubisoft fosse quella di raccontare una grande storia. Più che altro, sembra che gli sviluppatori si siano concentrati su un canovaccio principale dove i villain emergono in mezzo a tutto il resto, costituito da tante ministorie che sono rappresentate dalle quest sia principali che secondarie.

Quello che però è da sottolineare è che, finalmente, anche le quest principali di Far Cry 5 è giocabile in compagnia di un amico, esperienza divertente e attesa da molto. È possibile infatti affrontare qualsiasi missione insieme ad un giocatore “in carne ed ossa”, a patto però che siate consci del fatto che solo l’host, ossia colui che ospita la partita, otterrà i bonus a fine missione. Un aspetto che non ci convince pienamente, in quanto il giocatore ospite rischia di ripetere due volte le stesse missioni, ma occorre ricordare che Ubisoft ha pensato a questo probabilmente per prevenire boost eccessivi da parte di chi è già esperto verso giocatori più novelli. Certo è che, non avendo a che fare con NPC di dubbia intelligenza, giocare in compagnia risulta più semplice, sicuramente dal punto di vista dell’organizzazione. Decidere di conquistare un avamposto in maniera completamente stealth, ad esempio, è molto più appagante in compagnia che in solitario, dato che mercenari e specialisti non risultano certamente cervelloni.

L’IA di gioco, a tal proposito, è abbastanza altalenante. I nostri compagni guidati dalla CPU possono essere protagonisti di imprese epocali, decimando senza problemi le forze nemiche, ma anche di prestazioni imbarazzanti e momenti da dimenticare. Più volte ci è capitato di vedere Hurk, che dovrebbe abbattere senza troppi problemi i mezzi volanti, impacciato e indeciso nel cercare di mirare con il suo lanciarazzi, col risultato che spesso ci ritroviamo sotto il fuoco nemico senza riuscire a fare nulla. Anche l’intelligenza dei nemici, però, non è tra le più avanzate, e ani ricalca abbastanza fedelmente i problemi che già riscontravamo nei vari capitoli precedenti. Vi capiterà più di una volta di ritrovarvi faccia a faccia con un edenita che ci mette vari secondi a capire che non siete dalla sua parte, ma allo stesso tempo in alcune occasioni verrete identificati senza sapere perché o capire da dove arrivano gli sguardi indiscreti. L’approccio più silenzioso, visti i problemi e il bilanciamento pressocché perfetto applicato al gioco, è sicuramente il più consigliato, ma non neghiamo che arrivare a bordo di un tir armato di tutto punto per seminare panico e distruzione è un’esperienza quasi indescrivibile.

A livello tecnico, è proprio qui che troviamo attualmente i più grandi difetti di Far Cry 5. Il motore di gioco offre un’esperienza visivamente molto appagante, pur non essendo tra i migliori esponenti attualmente sul panorama, ma è condito da una serie di incertezze e pericolosi bug che, in particolare per quest’ultimi, devono essere corretti al più presto. Non sono rari popup in lontananza quando ad esempio ci spostiamo a bordo dei mezzi volanti come elicotteri e aerei, o apparizioni misteriose di nemici di fronte a noi, ma su questo potremmo soprassedere. Il problema maggiore riguarda proprio i bug. Nel corso della nostra partita, nella quale non abbiamo completato al 100% Far Cry 5 (e tra poco capirete perché), abbiamo trovato due missioni impossibili da terminare a causa di vari bug che ne impediscono la progressione, e questo si ripresenta anche in occasione del finale. L’ultima missione, che può portare a vari finali a seconda delle vostre scelte, presenta ancora oggi un problema che impedisce al giocatore di continuare la propria partita, rispedendolo di volta in volta ai titoli di coda senza la possibilità di esplorare nuovamente Hope County. Ci attendiamo una patch al più presto, anche perchè ripetere le oltre 40 ore di gioco accumulate, in questo momento, non è fattibile per noi. Specie se poi c’è ancora il rischio di incappare nello stesso bug.

Buoni i suoni delle armi e gli effetti intorno a noi, altrettanto buono il doppiaggio italiano ma ci sono diverse pecche. Sono assenti ad esempio effetti di bilanciamento dell’audio, che ci impediscono talvolta di comprendere le parole di un NPC, che si sovrappongono ad altri suoni, rumori o voci. Anche i sottotitoli, in molte occasioni, risultano fuori sincrono. La colonna sonora è però davvero superba, dal semplice tema country del menù di gioco fino alle musiche originali composte per il gioco. Per assurdo, abbiamo amato il canto che spesso udiamo dalle casse audio degli edeniti, il coro di adorazione di Joseph Seed che dovrebbe essere odiato. Ma è davvero orecchiabile e melodioso, non possiamo farci nulla.

FARCADE CRY

Dite addio al classico PvP che Far Cry 4 aveva provato ad abbozzare, in quell’occasione sì divertente ma di ben poca presa. Se il PvE viene abbracciato dalla totalità del gioco, il PvP lo ritroviamo in una versione un po’ differente che si chiama Far Cry Arcade. Presso alcuni cabinati o poster sparsi in tutta Hope County possiamo infatti accedere a questa particolare modalità di gioco, un’esperienza secondaria ma che dona ulteriore longevità al titolo in maniera fresca e divertente. In pratica, possiamo scegliere di affrontare un giocatore (ma esistono anche scenari in singolo o in PvE) in una mappa casuale, scelta in un database al quale anche noi possiamo contribuire. Far Cry Arcade vuole infatti spronare i giocatori a dare libero sfogo alla loro fantasia e a creare nuovi scenari di gioco, tanto che negli ultimi giorni, com’era prevedibile pensare, sono comparsi in rete mappe ambientate in iconici luoghi della storia videoludica o del cinema. Far Cry Arcade risulta una divagazione molto apprezzata, e i cui progressi vi verranno mantenuti anche nel gioco principale legandola a doppio filo a questo.

PUNTI DI FORZA

  • Vasto, divertente, diversificato
  • Joseph Seed è una personalità complessa, da ricordare
  • Direzione artistica di alto livello
  • La coop è (quasi) perfetta
  • Finalmente qualche novità dopo Far Cry 3…

PUNTI DEBOLI

  • … Ma rimangono davvero poche
  • IA nemica (e spesso alleata) poco stimolante
  • Incertezze tecniche
  • Alcuni importanti bug da risolvere

Consigliato? Assolutamente sì. Imperdibile? Assolutamente no. Far Cry 5 è una validissima esperienza videoludica, un sandbox ricco di tante e varie cose da fare, la naturale evoluzione di un brand che fa della sua forza il gameplay messo a disposizione della follia e della voglia di distruzione che alberga nel giocatore. Il nostro viaggio a Hope County è stato costellato da momenti da ricordare, battute di caccia, inseguimenti mozzafiato e incontri ravvicinati con forse i più carismatici villain dell’intero brand, che donano una linfa non di poco conto al gioco. Le novità nel game design e nella possibilità di creare una propria squadra sono apprezzate, ma la sensazione di già visto è comunque forte. Del resto, innovare un gioco come Far Cry, per come la vediamo noi, è molto più difficile rispetto a qualcosa come Assassin’s Creed, che con Origins ha trovato una nuova e perfetta direzione.

Ringraziamo Ubisoft Italia per la copia review di Far Cry 5.

Scritto da
Andrea "Geo" Peroni

Entra a contatto con uno strano oggetto chiamato "videogioco" alla tenera età di 5 anni, e da lì in poi la sua mente sarà focalizzata per sempre sul mondo videoludico. Fan sfegatato della serie Kingdom Hearts e della Marvel Comics, che mi divertono fin da bambino. Cacciatore di Trofei DOP.

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