Dopo averlo provato a più riprese durante le open beta e durante gli eventi dedicati al mondo del gaming, Ubisoft ha finalmente rilasciato For Honor, nuovo titolo multiplayer ambientato nel Medioevo, il cui fulcro è dato dagli scontri tra fazioni. For Honor conferma nuovamente la politica aziendale di Ubisoft: creare titoli che stringono un occhio al competitive e al multiplayer. Del resto, dopo il successo di Rainbow Six: Siege, non sarebbe potuto essere altrimenti. Un’altra scommessa vinta da parte della software house francese? Scopritelo continuando a leggere la recensione di For Honor.
STORYLINE O TUTORIAL?
Prima di addentrarci nel multiplayer, abbiamo deciso di intraprendere la campagna che, nonostante non veda la presenza di altri giocatori online, potrà essere affrontata solo con la presenza di una connessione ad internet. Nonostante questo piccolo inconveniente, che potrebbe far storcere il naso a qualche videogiocatore, il single-player si fa giocare, tenendovi incollati allo schermo per sei o sette ore circa, se giocato in modalità normale.
La trama non è niente di così innovativo e fuori dal comune ma, nonostante ciò, risulta essere piacevole da seguire. Anche l’ambientazione generale aiuta a immedesimarsi all’interno della storyline e nel clima di tensione e di guerra che si poteva respirare durante un attacco o un assedio. Oltre a quanto detto, durante la campagna non dovremo semplicemente impugnare scudo e spada e avanzare uccidendo quello che ci capita davanti, ma troveremo anche alcune sezioni di gioco in cui dovremo svolgere diverse azioni, come quella di correre in sella ad un cavallo.
Anche se Ubisoft si è sforzata per cercare di creare una campagna single-player, rimane evidente il fatto che l’azienda francese ha puntato principalmente sul multiplayer, cosa che non è stata nascosta di certo, considerando che la presenza della campagna è stata annunciata solo molto tempo dopo all’annuncio del gioco. L’intero single-player sembra infatti essere nient’altro che un grosso tutorial da dover giocare in funzione della componente online, così da poter entrare in sintonia con il combat system. Questo non significa tuttavia che la campagna non sia totalmente da buttare anche se si sarebbe potuto fare qualcosa di più.
IMPUGNATE LE VOSTRE SPADE
Come detto più volte in questa recensione, il punto di forza del titolo è il combat system; proprio per questo motivo non potevamo non scrivere un paragrafo dedicato al gameplay.
Apparentemente, il sistema di combattimento potrebbe sembrare legnoso e poco funzionale: dopo aver preso confidenza con i comandi però, il tutto vi sembrerà più fluido e intuitivo. Innanzitutto ogni combattente potrà contare su un attacco leggero e su uno pesante che recherà più danni al nemico ma che impiegherà anche più tempo per essere caricato. Ognuno di questi attacchi può essere sferrato in tre diverse direzioni (destra, sinistra e in alto) utilizzando lo stick analogico di sinistra. Lo stesso discorso vale per l’avversario o, comunque, per colui che si ritrova a doversi difendere dall’attacco. In situazioni di stallo, si rivelerà necessario utilizzare lo spezza guardia o la spinta che vi permetteranno di abbassare la guardia del vostro nemico e colpirlo. Queste due meccaniche sono fondamentali per creare combattimenti più dinamici e per invitare l’avversario ad attaccare dato che queste due mosse sono imparabili. Inoltre, quando saremo attaccati non dovremo obbligatoriamente parare l’attacco, ma potremo anche avvalerci di una schivata così da poter contrattaccare subito dopo. L’unico problema, se così possiamo chiamarlo, riguarda il fatto che il combat system diventa meno solido quando ci ritroviamo a dover combattere con due diversi avversari: in questo caso infatti, sarà praticamente impossibile difenderci, a causa del sistema di selezione del nemico che diventa un po’ legnoso. Difficilmente quindi in uno scontro 1 vs 2 vedremo la vittoria del personaggio che si trova in inferiorità numerica.
TRE FAZIONI PER DODICI CLASSI
Durante la vostra esperienza di gioco, vi verrà chiesto di selezionare la vostra fazione di appartenenza ma, ai fini del comparto online, questa scelta non comporterà nessuna conseguenza. Potrete infatti decidere di impersonare ognuna delle tre fazioni presenti: Vichinghi, Samurai e Cavalieri. Fazioni che però non devono essere confuse con le classi; ogni fazione, al suo interno, sarà suddivisa in classi, per un totale di dodici. Naturalmente, ogni classe si differenzierà dall’altra per il tipo di arma, di scudo o di abilità, il che vi consentirà di scegliere il personaggio più adatto alla situazione e, soprattutto, al vostro stile di gioco. Come detto, la scelta della fazione di appartenenza non influirà sulla possibilità di scegliere le altre due. Tuttavia in For Honor sarà costantemente presente una guerra globale tra le tre fazioni, che si contenderanno diversi territori, rappresentati dalle mappe di gioco che saranno conquistabili vincendo le partite. Per fare un esempio, se voi faceste parte della fazione dei samurai, vincendo i match, aiuterete la vostra fazione a conquistare i territori anche se utilizzerete le classi di un’altra fazione. Oltre a ciò, alla fine di ogni partita si potrà entrare in possesso di alcuni equipaggiamenti extra che non modificheranno solo esteticamente il vostro personaggio, ma lo potenzieranno anche a livello di statistiche. Questo significa che For Honor è un titolo che non può essere giocato saltuariamente se si vuole avere qualche chanche di competere con gli altri videogiocatori.
E’ importante sottolineare che durante ogni partita avremo la possibilità di aumentare le statistiche del nostro personaggio. Conquistando zone, uccidendo gli altri campioni o i bot avversari, il nostro guerriero aumenterà di esperienza e ciò gli consentirà di sbloccare nuove abilità. L’aumento delle statistiche riguarderà ogni singola partita: ciò significa che, all’inizio di ogni nuovo match, l’esperienza accumulata partirà nuovamente da zero, un po’ come accade nei MOBA.
Le modalità presenti, seppur divertenti da giocare, sono solamente tre: uno vs uno, duello due contro due e quattro vs quattro (divisa a sua volta in deathmatch e conquista). Tali modalità sono state studiate per il competitive e, considerando quanto ottenuto con Rainbow Six, è probabile aspettarsi che anche questo titolo avrà una vasta community a supportarlo. Parlando delle mappe invece, queste sono realizzate degnamente, sia per quanto riguarda il lato artistico che quello legato prettamente al gameplay, come la presenza di più livelli verticali e più strade.
Per quanto riguarda la stabilità del gioco, abbiamo notato qualche problema di connessione, con partite che crashano all’improvviso e con un matchmaking abbastanza lento.
Dal punto di vista grafico, For Honor risulta essere uno dei migliori giochi di Ubisoft. I dettagli delle armature e delle armi sono ben realizzati così come l’ambientazione circostante anche se, in qualche occasione, abbiamo assistito ad alcuni bug, niente che comunque vada ad incidere sull’esperienza di gioco.
PUNTI DI FORZA
- Combat system solido e ben realizzato
- Tante classi di combattenti tra cui scegliere
- Genere innovativo
PUNTI DI DEBOLEZZA
- Storyline non memorabile
- Poche modalità online
- Connessione non sempre stabile
Ancora una volta Ubisoft ha deciso di puntare sul multiplayer e, questa volta, lo ha fatto con For Honor. Il titolo infatti, nonostante una campagna single-player (che sa più di tutorial per il multiplayer), punta tutto sul comparto online, con la presenza di tre modalità che stringono un occhio al competitive e al mondo degli eSports. Inoltre, in questo gioco, il gameplay rappresenta il vero valore aggiunto: il sistema di combattimento dovrà infatti essere appreso a fondo, così da poter padroneggiare tutte le meccaniche di gioco e tutte le 12 classi che avremo a nostra disposizione. Il destino di For Honor è affidata alla community che, al momento sembra aver dato riscontro positivo.
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