Con Ghost Recon Wildlands Ubisoft ha deciso di stravolgere completamente la saga creando un titolo diverso ai capitoli precedenti, pur mantenendo alcune delle componenti che hanno reso celebre la serie, soprattutto per quanto riguarda le meccaniche tipiche del third person shooter. Non è la prima volta che l’azienda francese si cimenta in imprese del genere: lo stesso è stato fatto con Rainbow Six: Siege che è stato completamente rivisto rispetto ai titoli precedenti. In entrambi i casi gli sviluppatori hanno puntato tutto sulla cooperazione online, mossa che, per quanto riguarda Rainbow Six è stata vincente. Ubisoft avrà fatto centro ancora una volta? Bè scopritelo continuando a leggere la recensione di Ghost Recon Wildlands.
Nota: la versione da noi provata è quella PS4.
A CACCIA DI NARCOS
Ghost Recon Wildland si apre con un video introduttivo nel quale ci viene spiegata fin da subito la nostra missione: eliminare il cartello di “Santa Blanca”, capeggiato da El Sueno il quale è riuscito a creare un’organizzazione di narco trafficanti in grado di controllare l’intero governo boliviano. Nonostante ciò, parte della popolazione e della polizia boliviana, l’Unidad, salvatasi dalla corruzione, aiuteranno il gruppo di forze speciali americani, di cui noi stessi facciamo parte, a ripulire la Bolivia dal narcotraffico; insomma, una trama molto ispirata a quella del Cartello di Medellin capeggiata dal celeberrimo Pablo Escobar. La storyline tuttavia non sarà così profonda ed intrigante, portando il giocatore ad avanzare solo per una questione di gameplay e divertimento, ma non di certo per scoprire come termina la storia. Ubisoft ha infatti puntato tutto sulla cooperazione e sulla componente online tralasciando in parte la storia del gioco che, se approfondita a dovere, e con una caratterizzazione più ampia dei personaggi, avrebbe potuto creare uno scenario più realistico e avvincente. Nonostante questo bisogna sottolineare che all’interno della mappa di gioco troveremo diversi documenti informativi che arricchiranno la trama; una scelta che porta il giocatore ad una maggiore esplorazione ma che non bastano ad approfondire a sufficienza le vicende di gioco.
BENVENUTI IN BOLIVIA
Ubisoft ha deciso di rendere Wildlands un titolo open-world così da lasciare piena autonomia ai videogiocatori, soprattutto per quanto riguarda la pianificazione di una missione: potremo decidere ad esempio di attaccare dall’alto, utilizzando un elicottero, o se dividere il gruppo così da attaccare su più fronti. Il paese boliviano è stato ricreato in modo del tutto verosimile, trasmettendo al giocatore l’impressione di trovarsi veramente nel Sud America grazie ad un paesaggio montuoso composta da sentieri sterrati e da un’alta vegetazione. Come in ogni open world che si rispetti, anche in questo caso gli spostamenti saranno agevolati dalla presenza di veicoli terrestri e aerei, anche se, a nostro avviso, quelli terrestri hanno un andamento troppo lento, rendendo gli spostamenti tediosi e poco avvincenti. Inoltre, tali veicoli hanno uno stile non molto convincente, che rende difficile il controllo soprattutto per quanto riguarda lo sterzo degli stessi.
Il sistema open-world permette anche di avere piena visione delle possibilità di attacco ed è forse per questo motivo che la fase più importante e divertente del gameplay riguarda il coordinamento con gli altri compagni. E’ proprio per questo motivo che gli sviluppatori hanno deciso di inserire una meccanica chiamata “colpo sincronizzato” grazie al quale la squadra ucciderà simultaneamente due o più nemici presenti nell’area di gioco, così da non allarmare nessuno. Ovviamente i giocatori potranno anche entrare nell’area della missione ed uccidere tutto ciò che si trovano di fronte senza aver studiato tattiche o strategie per non essere scoperti; a nostro avviso però, questo tipo di comportamento potrebbe snaturare del tutto il gameplay che, come detto poco sopra, si basa soprattutto sulla programmazione dell’attacco. Oltre a ciò, le altre meccaniche di gioco risultano essere del tutto simili a quelle di un normale gioco in terza persona.
Durante gli scontri a fuoco potremo ad esempio utilizzare un sistema di coperture che ci permetterà di difenderci dagli spari nemici o camminare accovacciati o sdraiati per evitare di essere avvistati dai narcos. Anche il sistema di mira risulta essere ben congeniato considerando che, quando mireremo, la visuale passerà in prima persona così da permetterci di mirare in modo più preciso ed evitare di commettere errori che potrebbero compromettere la missione. Purtroppo gli sviluppatori hanno deciso di non inserire il sistema di mira durante le fasi di guida, il che potrebbe complicare la cattura di un obbiettivo negli inseguimenti, soprattutto se ci troviamo in modalità singola.
Come se non bastasse, le missioni risultano essere poco diversificate; nella maggior parte dei casi infatti dovremo semplicemente uccidere un bersaglio o spostarci da una parte all’altra della mappa. Procedendo con il gioco quindi potrebbero presentarsi fasi ripetitive che alla lunga potrebbero annoiarvi, un po’ come accadeva su The Division, il cui stile ricorda molto da vicino quello di Ghost Wildlands. Quanto detto non presenta tuttavia un vero problema considerando che la squadra di giocatori avrà la possibilità di affrontare le missioni, seppur simili tra loro, utilizzando diverse strategie che, paradossalmente, non vi daranno l’impressione di star giocando missioni simili tra loro.
QUATTRO IS MEGLIO CHE ONE
Come detto più volte nel corso di questa recensione, Ubisoft ha puntato tutto sulla cooperazione online. Il vero divertimento è dato infatti dalla programmazione dell’attacco con i propri compagni, un po’ come accade su Rainbow Six, seppur con meccaniche di gioco non del tutto simili. Ghost Recon Wildlands offre tuttavia, anche la possibilità di giocare in singolo, con gli altri tre compagni di squadra che saranno pilotati dall’intelligenza artificiale. In questo caso organizzare piani di attacco ben strutturati sarà pressochè impossibile. Potremo dare ordini elementari e semplici ma difficilmente riusciremo ad aggirare il nemico o ad attaccare simultaneamente nonostante la meccanica del colpo sincronizzato risulti ben congeniata anche in questo caso.
Come avrete capito quindi, avere un gruppo di amici su cui contare farà la differenza in questo tipo di gioco.
DA RECLUTA A SPECIALISTA
Compiendo missioni primarie e secondarie o semplicemente svolgendo altre attività per la mappa di gioco, il nostro personaggio aumenterà la propria esperienza consentendoci così di sbloccare armi, vestiti o abilità. Quest’ultime potranno essere sbloccate in base al nostro stile di gioco. Troveremo infatti un albero delle skils che si diramerà a seconda della specializzazione che vogliamo dare al nostro alter-ego. In base a ciò potremo decidere poi il vestiario: un personaggio abile dalla distanza potrebbe indossare ad esempio un rivestimento in foglie così da risultare meno visibile agli occhi dei nemici. Ovviamente ogni giocatore avrà piena libertà di scelta sul vestiario del proprio personaggio, a prescindere dalla propria specializzazione. Anche per quanto riguarda l’arsenale delle armi ci troviamo di fronte ad un numero di armi spaventoso. Potremo contare su armi di tutti i tipi e, oltre a ciò, ci sarà consentito di modificarle in tutto e per tutto fino a renderle perfette per il nostro stile di gioco. Vi assicuriamo che potreste passare ore ed ore a potenziare le vostre armi dato che ogni piccolo accessorio che inserirete o toglierete contribuirà a modificare, seppur in modo impercettibile, le statistiche di ogni singola arma.
Purtroppo a livello tecnico il titolo dimostra i soliti bug e glitch a cui Ubisoft ci ha abituato. Il livello raggiunto nella realizzazione nella mappa è davvero notevole, così come la fluidità dei movimenti ma ci sono notevoli problemi per quanto riguarda le animazioni facciali. Durante i filmati d’intermezzo infatti sembrerà vedere parlare tra loro dei manichini e non delle persone in carne ed ossa il che contribuisce a rendere il video meno immersivo. Presenti anche glitch e bug grafici come ad esempio le ruote dei veicoli che entrano nel terreno o i compagni che si teletrasportano da una zona all’altra quando comandati dall’intelligenza artificiale. Per quanto riguarda il doppiaggio e la colonna sonora ci troviamo invece su buoni livelli, grazie soprattutto al doppiaggio di Luca Ward, che presta la voce a El Sueno. Da sottolineare infine qualche problema durante il matchmaking che non sempre riesce a trovare partite portando il giocatore ad avanzare in solitario.
PUNTI DI FORZA
- mappa ampia e dettagliata;
- libertà d’azione alle stelle;
- Tatticismo ad ottimi livelli con gli amici…
PUNTI DI DEBOLEZZA
- bug grafici e tecnici;
- …ma non in singolo;
- Trama non all’altezza
Ghost Recond Wildlans è un gioco dalla doppia personalità: se giocato in cooperativa online risulta essere uno dei migliori titoli in circolazione, grazie alla possibilità di pianificare in modo maniacale il prossimo attacco e lasciando piena libertà di scelta alla squadra; se giocato in singolo, invece, gran parte dell’atmosfera e della componente cooperativa svaniscono, trasformando il gioco in uno dei tanti giochi in terza persona. Detto ciò, bisogna pur sottolineare che lo scopo di Ubisoft è sempre stato quello di creare un titolo dedicato alla cooperazione online e, da questo punto di vista, l’esperimento è riuscito alla grande. Probabilmente, per evitare di perdere quella fetta di pubblico amante del single-player, la software house francese ha deciso di implementare la possibilità di giocare senza altri compagni ma, così facendo, la vera natura di Wildlands viene meno. Probabilmente, con qualche accortezza in più, come una trama più avvincente e una maggiore ottimizzazione del motore grafico con meno bug grafici, Ghost Recond Wildlands sarebbe potuto essere un gioco migliore. Il titolo accontenterà sicuramente tutti quei giocatori che hanno deciso di procedere all’acquisto per divertirsi in compagnia dei propri amici.
Scrivi un commento