Il rilancio di Kao the Kangaroo lo scorso anno, come vi avevamo raccontato nella recensione del gioco base, non era andato come speravamo. C’era sì qualche spunto interessante, il gioco manteneva abbastanza bene la sua anima originale degli anni Duemila, ma in generale questo reboot non è stato particolarmente brillante per più di un motivo.
Se non altro, va dato atto a Tate Multimedia per non essersi arresa. Lo studio non ha gettato la spugna, ha sistemato il sistemabile, e nei mesi ha proposto vari DLC, ai quali si è aggiunto da poco anche l’ultimissimo Bend the Roo’les. Si tratta del primo pacchetto a pagamento per Kao, venduto a 8€, che introduce un’intera nuova campagna composta da quattro livelli con una struttura differente a quella a cui il reboot ci aveva abituato. Il prezzo vale la candela? Vediamolo insieme.
Versione provata: PlayStation 4.
Loda il Granchio
Partiamo con una premessa decisamente positiva per Bend the Roo’les: il pacchetto è più di una semplice aggiunta di contenuti tra cui mondi, nemici e altri piccoli elementi, ma anche un nuovo tipo di proposta che varia notevolmente i livelli di Kao come invece eravamo abituati ad affrontarli in precedenza. Il DLC è accessibile come nuova voce del menu principale, e ciò significa che non è necessario aver completato il gioco principale per accedervi, ma attenzione: occorre avere un certo grado di abilità, di fronte a un pacchetto che si pone come obiettivo quello di rendere molto più ostica l’esperienza.
La storia che fa da sfondo a Bend the Roo’les è come sempre il solito pretesto, presentato da immagini fisse con la voce di un narratore: il Re Granchio si è risvegliato, ha lanciato cristalli viola in tutto il mondo di Kao, e adesso il canguro deve nuovamente rimettersi in cammino per fermarlo. L’hub scelto per questo DLC è l’Isola Hoppalola, per l’occasione rimessa a punto nell’estetica vista la presenza dei cristalli maligni: gli accessi originali ai vari livelli sono stati chiusi, e sono arrivate nuove aree da visitare mano a mano che vengono raccolte le pietre già presenti nel gioco base.
Le meccaniche di gioco non vengono in alcun modo modificate, così come la presenza di collezionabili vari e monete che consentono di acquistare potenziamenti utili alla causa. Insomma, l’esperienza appare sin da subito molto tradizionale, e invece le cose cambiano proprio andando a osservare i singoli livelli.
I nuovi stage da affrontare includono meno collezionabili rispetto a quelli della versione base del gioco, ma c’è un motivo: il design dei livelli del nuovo DLC è molto più lineare, le aree leggermente più ampie si contano sulle dita di una mano, e il tutto è condito da un livello di sfida più elevato. Anche troppo elevato, in alcuni casi, ma non per la nostra relativa incapacità di affrontare alcuni passaggi, bensì per problemi strutturali del gioco che continuano a farsi sentire.
La maggior parte delle sfide del primo livello è rappresentata da alcuni percorsi da completare entro un limite di tempo; nel secondo il pericolo più significativo è determinato dai laghi di lava il cui livello di innalza molto velocemente, richiedendo di completare un percorso in pochi secondi; e così via. In entrambi i casi, fallire una di queste sfide coincide con il ritorno all’inizio della sfida stessa – e quando non restano più possibilità, in altre parole vite, si torna all’inizio del livello.
Ora, queste sfide sono sì allettanti e appassionanti, anche per un giocatore che mastica platform con regolarità, tuttavia gli elementi fortemente ingenui sono tanti. Capita fin troppo spesso di fallire una sfida a tempo, o una corsa sui blocchi sopra la lava, il tutto semplicemente perché il gioco non lascia al giocatore il tempo per decidere o la possibilità di cambiare in corsa una decisione. Il solo fatto che la risalita del livello della lava non venga ravvisato da un avviso o anche un semplice suono, è sbagliato: solo quando creperete malamente nella prima pozza bollente vi accorgerete che questo è il livello di sfida del secondo livello del DLC.
Allo stesso modo, anche le sfide a tempo talvolta diventao frustranti non tanto per la difficoltà del percorso, o per il tempo limitato, quanto invece per attacchi nemici difficili da evitare poiché imprevedibili, un design del percorso non sempre chiarisimo, o una telecamera che entra talvolta in difficoltà. La reattività poi viene messa spesso a dura prova, anche in occasione del boss di fine DLC.
PUNTI DI FORZA
- Una gradevole aggiunta al gioco base
- Le sfide sono un concept interessante…
PUNTI DEBOLI
- … Ma presentano vari difetti strutturali
- I soliti problemi
Bend the Roo’les è quindi un pacchetto aggiuntivo carino al punto giusto, che aggiunge almeno 2/3 ore di gioco (è possibile rigiocare i livelli anche a difficoltà Difficile, una volta completati) con esperienze fresche ma comunque riproponendo varie ingenuità che ormai il titolo si porta dietro dalla sua uscita nel 2022. Restano infatti anche i soliti difetti di natura tecnica, come l’assenza di un comparto sonoro adeguato o la ridondanza di asset ed elementi già visti in precedenza.
Ringraziamo Tate Multimedia per il codice review.
Scrivi un commento