Home Videogiochi Recensioni [Recensione] Layers of Fear: torna l’horror secondo Bloober Team

[Recensione] Layers of Fear: torna l’horror secondo Bloober Team

Layers of Fear rappresenta una delle esperienze horror più riuscite degli ultimi anni. Originariamente pubblicato nel 2016, il primo capitolo è riuscito a terrorizzare moltissimi appassionati, giocando sulla mera componente psicologica. Il successo guadagnato ha generato ovviamente una rampa di lancio anche per il secondo gioco della serie che, tre anni dopo, cristallizzò ulteriormente la buona riuscita del progetto di Bloober Team.

Nel giugno 2022, durante il Summer Game Fest, la casa di sviluppo polacca ha deciso di alzare ulteriormente l’asticella qualitativa, presentando al mondo nuovamente Layers of Fear. Per quanto la fantasia non sia proprio di casa in quel di Cracovia, questo nuovo prodotto rappresenta la summa aurea del franchise.

Il pacchetto definitivo racchiude infatti i due titoli della serie con tutti i DLC pubblicati, ma non solo. In questa rinnovata veste gli sviluppatori hanno deciso di aggiungere un ulteriore contenuto aggiuntivo, oltre che ad un personaggio inedito, di cui parleremo a breve.

I vari strati dell’arte

Per chi non conoscesse la sinossi, il primo capitolo vede come protagonista un pittore in epoca vittoriana che ha come unico scopo quello di terminare la propria opera. L’ossessione per questo obiettivo lo porta però ben presto a distaccarsi dalla realtà con una conseguente discesa verso la più profonda follia. Il DLC Inheritance mette nei panni della figlia dell’artista, che tenta di dare un senso alla pazzia di suo padre.

Layers of Fear 2 vede invece narrare le vicende di un attore che, su un transatlantico, è chiamato a seguire le istruzioni di un misterioso regista. Durante l’avventura il personaggio inizia però a comprendere che le cose non sono come sembrano e che gli orrori nascosti nella nave iniziano ad emergere rapidamente, rivelando un oscuro passato.

Come si diceva poco sopra, la nuova interazione introduce fin da subito un personaggio inedito per il franchise. Questo è rappresentato da una scrittrice che, a seguito della vittoria di un concorso, viene portata come “premio” in un faro abbandonato, così da poterne trarre ispirazione per il lavoro. In questo eremo la donna è infatti chiamata a redarre uno scritto per la propria casa editrice. La presenza di questa funge quindi da collante per le vicende, anche se ben presto emerge un vero e proprio filo conduttore che viaggia trasversalmente per tutti i racconti, ma che ovviamente evitiamo di approfondire per non scadere nello spoiler.

La trama è lasciata quasi unicamente ai vari collezionabili recuperabili durante il pellegrinaggio delle ambientazioni. Questi si andranno poi ad amalgamare con i dialoghi scriptati in alcuni punti nevralgici della progressione, definendo mano a mano il quadro narrativo (in tutti i sensi). Ovviamente questa caratteristica richiede una certa attenzione sia nella lettura e sia nell’esplorazione da parte del giocatore; in caso contrario si scalfirà infatti unicamente la superficie della storia, che potrebbe apparire confusa e deficitaria. Ad aggiungere ulteriore carne al fuoco, come molto spesso accade in produzioni del genere, vi sono anche i finali multipli, che lasceranno sempre e comunque un alone di interpretazione personale al giocatore.

Innovazione della tradizione

Layers of Fear riprende ovviamente a piene mani i luoghi e le vicissitudini originali, di conseguenza non presenta sconvolgimenti nella parte narrativa dei due capitoli targati 2016 e 2019. Tuttavia, Bloober Team ha voluto innovare alcune meccaniche, come ad esempio l’inserimento di una lampada e di una torcia che saranno in grado di mutare leggermente il gameplay, non confinandolo quindi ad una mera riproposizione di quanto visto in passato. Questi oggetti saranno utili a scacciare l’oscurità e gli inseguitori, oppure a far muovere determinati manichini per aprire nuove vie da esplorare, consentendo una maggiore dinamicità di progressione.

Dal punto di vista invece del contenuto narrativo, la nuova interazione presenta un DLC inedito, creato appositamente per l’occasione da Bloober Team: The Final Note rappresenta infatti un nuovo punto di visione del primo capitolo della serie, nel quale si vestiranno i panni della moglie del pittore. In questa esperienza si scaverà maggiormente nel rapporto tra i due, focalizzando meglio le motivazioni che hanno portato allo sfacelo la mente dell’artista, che apparirà successivamente sotto una nuova luce.

Comparto tecnico…spaventoso

Il nocciolo della versione marchiata 2023 di Layers of Fear è ovviamente costituito dalla parte tecnica, vera protagonista dell’evoluzione attuata da Bloober Team. Non giriamoci troppo intorno: l’Unreal Engine 5 è un motore che regalerà da ora in avanti grandissime soddisfazioni a tutti coloro che si reputano videogiocatori. La pulizia estetica e la fedeltà dei materiali permette infatti un’immersione mai vista prima in una produzione interattiva, regalando scorci e dettagli da mascella spalancata (anche per la paura, naturalmente). La punta di diamante è qui rappresentata da un reparto di illuminazione strabiliante: le fonti di luce riescono a propagarsi tra gli oggetti e le stanze in modo omogeneo e realistico, trasmettendo sensazioni inedite.

Anche il comparto sonoro è stato completamente revisionato, offrendo la tecnologia di audio binaurale. Un buon headest garantisce infatti un’esperienza ad altissimi livelli, permettendo di godere appieno dell’atmosfera ansiogena ricreata dal team polacco (a maggior ragione sul primo capitolo della serie).

Durante la nostra prova è capitato tuttavia qualche leggero lag sonoro e glitch grafico, soprattutto in alcune cutscenes. Nulla comunque che infici la fruizione del titolo (risolvibili comunque facilmente tramite una patch a ridosso del lancio).

Punti di forza

  • Comparto tecnico all’avanguardia
  • Componente horror ben calibrata
  • Un pacchetto completo e longevo…

Punti deboli

  • Ma chi conosce bene i due capitoli di Layers of Fear troverà poche novità
  • La comprensione della trama non è immediata

Layers of Fear è l’apoteosi tecnica e contenutistica di Bloober Team. L’ultima fatica della software house di Cracovia è infatti un prodotto ricco di maestranze tecniche in grado di far immergere (ed inquietare) gli appassionati di horror psicologici. Le 10-15 ore necessarie ad affrontare tutte le esperienze presenti sono capaci di saziare in maniera equilibrata la sete di terrore, evitando eccessi che poi sfociano talvolta nella noia. Chi conosce perfettamente le vicende non troverà tuttavia grandissime novità, ma considerata la presenza dell’Unreal Engine 5 e del prezzo budget proposto, Layers of Fear merita nuovamente un’attenzione da parte degli estimatori del genere.

Scritto da
Lorenzo Bologna

Appassionato di tutto ciò che concerne il mondo videoludico, sono un inguaribile amante dei titoli horror e un accumulatore compulsivo di trofei (meglio se di platino). Avvicinato al medium grazie a mamma Nintendo e papà Crash Bandicoot.

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